Articolo di Antonio Sciotto su il manifesto del 22/09.
(...) Nelle 5 sedi interessate - Ivrea, Milano, Padova, Roma e Napoli - si sono moltiplicate le assemblee e Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil preannunciano uno sciopero nazionale a partire dal 2 ottobre. Il direttivo Slc Cgil sottolinea che Vodafone non è in crisi: nel 2006 ha fatto 4 miliardi di euro di utili, e paventa il rischio di nuove future cessioni. Inoltre sarebbe scattata la «fase 2» di una sorta di «pulizia sindacale», iniziata già qualche anno fa con il cambio del contratto e l'estromissione dei metalmeccanici, in special modo la Fiom, particolarmente conflittuale. La Slc, denuncia che diversi delegati sono stati deviati improvvisamente sui rami da esternalizzare.
Interpellata dal manifesto, Vodafone risponde che è in atto la «focalizzazione» sul proprio core business, fatto di assistenza diretta ai clienti, e nella lettera ai dipendenti assicura che i ceduti conserveranno «tutti i trattamenti economici e normativi in atto»: per gli individuali lo prevede la legge, per quelli collettivi si vuole proporre come «ottimo influenzatore». Per mantenere la promessa ci vorrà un processo di armonizzazione firmato anche da Comdata e dai sindacati e Comdata avrebbe costi molto alti. L'azienda spiega poi «che non sono previste altre cessioni come ventilano voci circolanti nei blog, tantomeno del 190», mentre assicura di stare lavorando con Comdata, partner decennale, per un'alleanza industriale pluriennale di solida tenuta. Infine respinge le accuse di aver deviato ad hoc sindacalisti verso la cessione: «C'era già un'autonomia funzionale del ramo d'azienda, senza ricorrere alla legge 30, e i trasferimenti ci sono stati negli ultimi anni, non un mese fa».
A Roma i lavoratori sono preoccupatissimi: 200 in uscita. Oggi ci sarà un presidio davanti al negozio di Via Del Corso: «Indosseremo cartelli con scritto «Vendesi» - spiega Roberto Di Palma, delegato Slc - visto che grazie alla liberalizzazione delle cessioni permessa dalla legge 30, anche Vodafone ormai esternalizza». A Ivrea, aggiunge Elvira Russo, andrebbero fuori in 250, compresa lei stessa e altri due delegati: «Mi hanno spostata al back office solo 6 mesi fa - spiega - e diversi altri iscritti o simpatizzanti del sindacato sono stati trasferiti negli ultimi mesi. Anche a Padova usciranno alcuni delegati».
Perché sono preoccupati i lavoratori? «Non basta conservare i trattamenti - riprende Di Palma - Fra qualche anno Comdata potrebbe dire ai lavoratori trasferiti che non ha più commesse Vodafone, e così licenziare». «Con Vodafone - conclude Russo - abbiamo una storia di conquiste: il fondo solidarietà, i ticket mensa, i turni mamma, i permessi studio, le maggiorazioni domenicali e per le flessibilità. Un patrimonio che temiamo di perdere». Comdata (fondata nel 1987) è infatti molto più piccola di Vodafone e tutta basata sulle commesse: gli ex Vodafone arriverebbero forti di un quinto livello e pieni di benefit, mentre alla Comdata sono tutti al secondo o terzo livello e senza integrativo. Comdata ha 18 sedi e oltre 4 mila dipendenti. Un fatturato di 130 milioni di euro nel 2006, ne prevede 200 quest'anno. Briciole rispetto all'ultimo fatturato Vodafone: 8 miliardi di euro. Fabio Ceretto, delegato Slc della Comdata di Ivrea, ci spiega che la società ha firmato quest'anno un importante accordo di stabilizzazione, portando il 60% del personale al tempo indeterminato e passando chi aveva più di 18 mesi di anzianità dal secondo al terzo livello. «Ma ci mancano ancora molti trattamenti rispetto a Vodafone - spiega - Non abbiamo i ticket mensa, il premio di risultato, il fondo sanitario: in media il salario è sui 940 euro, contro i 1200 Vodafone». L'eventuale ingresso dei 914 Vodafone spingerà Comdata a equiparare i trattamenti dei suoi 4 mila dipendenti - il costo sarebbe molto alto - o al contrario cercherà di limare al ribasso i diritti dei neoarrivati?
Dice Alessandro Genovesi, segretario nazionale Slc Cgil: «Poniamo anche un problema industriale: non è che cominciano dal back office, per poi passare agli altri call center, alla Rete, all'It? Il settore è redditizio ma ormai è quasi saturo: e allora o si punta sulla qualità (finora Vodafone lo ha fatto) o sul taglio dei costi. Se si traforma in un'azienda leggera 'tutta marchio', anche la qualità ne risentirà».
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5 commenti:
elvira russo ti devi vergognare x quello che stai facendo come sindacalista ! sei solo dalla parte della ditta...contro i lavoratori...che schifo!
pero' come si legge qui sopra quando rischiava lei faceva gli scioperi eh...ma ora che è a posto non le interessa piu' nulla...fuori dai sindacati non ti vogliamo!!!!!
è inutile che mi censurate...
perchè proteggete elvira russo?
la verita' scomoda fa male e!
quello che stavo cercando, grazie
La ringrazio per Blog intiresny
Perche non:)
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