Articolo pubblicato il 14/11:
Il caso Vodafone non è chiuso
Bartolomeo Matarazzo
Salvatore Musella *
Lo scellerato accordo per la cessione di 914 lavoratori e lavoratrici è stato firmato senza nessun mandato dei diretti interessati e la presunta consultazione si è svolta in totale spregio alle più elementari regole di democrazia e di partecipazione. Non è stata organizzata con spoglio contemporaneo in tutte le sedi (noi della sede di Napoli, che in massa abbiamo votato contro, siamo stati portati a votare con un risultato già acquisito), ed è mancato il controllo in diverse sedi, oltre che commissioni «super partes». E per finire, lor signori cantano vittoria con un accordo approvato neppure dal 50% degli interessati (solo il 44,42%)!
Dalla «vertenza» Vodafone emerge chiaramente che grazie alla lotta, si era raggiunto un elevatissimo livello di visibilità (in un momento in cui tutta l'opinione pubblica e' più che mai attenta al tema del lavoro precario), e di autonomia del movimento con l'autoconvocazione della manifestazione nazionale a Roma del 19 ottobre per manifestare senza se e senza ma contro la cessione. Ma i sindacati decidono di frenare l'ascesa del movimento sedendosi ad un tavolo di trattative mai chiesto ne voluto dai lavoratori e dalla lavoratrici di Vodafone Italia, offrendo un grande vantaggio all'azienda e alle istituzioni.
Infatti, l'accordo per la cessione di ramo sana le mancanze legali di questa esternalizzazione: nel testo il sindacato legittima e ufficializza che è «trasferimento di ramo» regalando all'azienda la possibilità di difendersi al meglio dai ricorsi legali.
Nell'accordo non c'è alcuna garanzia che non ci siano altre esternalizzazioni per i prossimi 38 mesi (si parla di piano industriale che scade a dicembre 2010) Vodafone conferma che l'attuale piano industriale non prevede altre esternalizzazioni, ma i piani industriali vengono rivisti più volte a distanza di pochi mesi e non c'è alcun impegno specifico da parte dell'azienda a non attuare nuove cessioni. A riprova di ciò il lapidario comunicato di Vodafone all'indomani della trattativa, apparso sulle pagine di questo stesso giornale. La presunta illicenziabilità per 7 anni (e dopo?) svanisce di fronte all'ambiguità delle responsabilità di Vodafone, Comdata e controllate per non parlare poi del fatto che possiamo essere spostati dalla commessa Vodafone allo scioglipancia.
Ma sopratutto questo accordo era contro i lavoratori e le lavoratrici che volevano combattere questa cessione per generalizzare una battaglia contro tutte quelle leggi che consentono la frantumazione del lavoro «stabile» e lo sfruttamento del lavoro precario.
Per finire, non siamo né piegati né soprafatti dallo sconforto! La questione Vodafone/Comdata non è chiusa.
Dopo lo sciopero generale del 9 novembre torneremo nelle piazze, con i nostri cartelli vendesi, con la nostra sana e frizzante voglia di vivere, a gridare la nostra rabbia, a gridare ai signori che ci governano e a quelli che fingono di rappresentarci che con questo spregevole accordo non hanno sopito la lotta. Restiamo ancora un «caso sociale», come lo sono gli «esternalizzati» di Wind e quelli di Telecom Italia, e tutti i precari e le precarie delle telecomunicazioni e proseguiremo le iniziative di lotta fino a che tutti i «ceduti» non saranno rientrati in Vodafone.
E il prossimo appuntamento sarà, come richiesto a viva voce nelle mobilitazioni di questi ultimi due mesi, l'indispensabile sciopero di settore da realizzare con tutti quelli che non obbediscono supinamente ai diktat delle segreterie, dei padroni e delle istituzioni. Perché l'unico modo di contrastare la piaga della precarizzazione che flagella il nostro settore, ingordo di profitti e ricco di precarietà, è che tutti ci rendiamo conto di essere una «cosa sola» tutti insieme ci muoviamo per riprenderci la nostra vita perché non volgiamo più essere le loro merci.
* Cobas Vodafone
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44 commenti:
Bravo Bartolomeo, sei l'unico coerente e credibile, non come altri finti eroi che scrivono su questo blog e poi si fanno mantenere dalla Cgil, RSU comprese.
Non è possibile contestualmente militare e non condividere nulla con i confederali.
BISOGNA SCEGLIERE !!
Non riesco a capire dove sia la coerenza di questo blog.
La maggior parte di chi scrive ritiene che il nemico da distruggere sia il sindacato, identificato sempre con la cigielle, e poi scopro che a bologna sono tutti iscritti alla cigielle, a roma i più incazzati che venivano tra i lavoratori a dire di votare NO erano della cigielle, non conosco la situazione di milano, ma se le cose stanno così devo dire che i più coerenti sono stati quelli di padova e ivrea che si riconoscono nelle posizioni del sindacato e hanno detto di votare SI.
Non si può continuare a dire che nel sindacato sono tutti venduti e poi continuare tranquillamente a militare nello stesso sindacato.
Sui posti di lavoro non capiamo più nulla, non riusciamo piu a capire chi è il colpevole di quanto ci accade.
E forse è per questo che hanno vinto quelli che dicevano di votare SI.
DECIDIAMOCI UNA VOLTA PER TUTTE, SE IL SINDACATO FA SCHIFO, USCIAMO TUTTI, RSU COMPRESE, ALTRIMENTI TRA I LAVORATORI SERPEGGIA IL PENSIERO CHE NONOSTANTE TUTTO QUELLO CHE SI DICE E SI SCRIVE FORSE A QUALCHE RSU FA TROPPO COMODO AVERE I PERMESSI SINDACALI,PER POTERSI TOGLIERE DAL SINDACATO E DI QUESTE AMBIGUITA A ROMA NE ABBIAMO LE PALLE PIENE.
Anche io non mi fido piu delle Rsu di roma, perchè stanno tenendo il piede in due scarpe, prima ci dicono che sono contro le posizioni del sindacato e poi ci vanno a braccetto per non perdere le ore di permesso sindacale.
Ci hanno detto che non davano nessun mandato a trattare e poi sono stati semprepresenti alla trattativa senza mai esprimere in modo concreto il loro dissenso.
Sono bravi solo a parole e a scrivere, ma a fatti.....
Se a roma ci sono stati tanti si, è perchè non hanno piu la fiducia dei lavoratori.
NON DICIAMO CAXXATE PERò FEDERICO E ROBERTO CI ..HANNO SEMPRE AUTATO..RESTO DEL PARERE DI USCIRNE FUORI DAL SINDACATO PER COME SONO LORO SAREBBE SOLO UN BENE COSI NON LI INFANGANO A ROMA.
X DRAGON IO INIZIO LUNEDIIIIIII NEL NUOVO C.C. MI STA PRENDENDO UN COLPO MA L'EMAIL DA COMDATA TE LA POSSO MANDARE VERO??RISPONDI APPENA PUOI.
BART NON è GIUSTO HAI FATTO SANZIONARE SALVATORE X UNA FIRMAAAAAAAAAA MA NON SEI NORMALE AHAHAHAAH GRANDE BRAVO
SASA' CHE TI FOTTE!!!
cari anonimi dei PRIMI TRE COMMENTI, rispetto il vostro pensiero ma non lo condivido; inoltre riportate anche male i fatti: a Bologna le rsu della CGIL (che non mi sembra abbiano fatto doppi giochi o siano isolate dai lavoratori, ANZI!!!) stanno lavorando (leggi controbbatendo SISTEMATICAMENTE nei fatti) per cambiare questo sindacato. E' una scelta, puo' essere condivisa o meno, ma vanno analizzati i fatti reali e QUESTI DICONO CHE NOI DI BOLOGNA INSIEME ALLE NOSTRE RSU siamo stati perennemente in lotta ai massimi livelli (non come quegli zoombie di Padova e le loro RSU da belle statuine). E se poi devo essere io da Bologna a SPIEGARE a voi Romani che la RSU di Roma si e' divisa al proprio interno perchè i delegati cgil sono stati coerenti e hanno votato NO e quelli di cisl e uil hanno fatto il "ribaltone" e votato SI, allora mi chiedo quanto abbiate seguito e capito in questi giorni circa gli sviluppi della vertenza... e soprattutto non dite scemenze: togliete i permessi sindacali ai delegati e il giorno dopo l'azienda vince su tutti i fronti! ragionate prima di sparare cavolate. ciao
Anche a bologna mi sembrate come i "BAMBOCCIONI" che non hanno il coraggio di separarsi dalla cara mamma, sia che si chiami CGIL sia che si chiami VODAFONE.
Sveglia!! imparate a camminare da soli senza il bisogno della mamma.
vedila pure in modo cosi' superficiale, prego. si vede che dai piu' importanza alle targhe che alla sostanza delle cose. pero' le targhe dividono, la esperienze comuni invece accomunano, oltre a permettere di tracciare una prospettiva possibile (Roma, 19 ottobre, manifestazione vodafone) e diversa dal solito balletto che vede da una parte cgil cisl e uil dall'altra i cobas. magari una cgil piu' radicale non sarebbe male, no...? con questa mentalita' di etichette scontate indebolisci il pezzo buono e piu' radicale dei delegati cgil. sei pronto a criticare invece di valorizzare le esperienze in comune. e' cosi' che ci si divide, ma spero non sia questo il tuo scopo. evidentemente ti piacciono i derby... non ti sei accorto che i delegati presenti hanno rotto gli indecenti schemi proposti dalle loro organizzazioni? e' un male questo? dai... non guardare il dito, guarda la luna.
X QUELLI DI ROMA CHE SI LAMENTANO VOLEVO CHIEDERE SEMPLICEMENTE XCHè AVETE VOTATO DI SI..E ORA VI LAMENTATE???NEL MIO REPARTO MI RICORDO CHE SI DICEVA MA QUELLI DEL NO PRENDERANNO I SOLDI LO FANNO SOLO X QUESTO.....E HO CERCATO DI FARVI CAPIRE CHE NON ERA COSI.... PURE LA PERSONA PIU' AGGUERRITA ALL'ULTIMO MOMENTO HA GIRATO LE SPALLE E HA VOTATO DI SI...SIETE ANDATI ALLE PLENARIE E VI HANNO LAVATO IL CERVELLO???ADESSO HO SAPUTO CHE SIETE ANCHE VOI A FARE CAUSA??IL MOTIVO??CODARTIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII AVETE AVUTO PAURA VERGOGNATEVI IO NON PARLO CON UNA PERSONA DEL SI CHE MI COSTRINGE A STARE IN QUELLO SCHIFO.....CODARTI E BASTA...ORA NON SI FIDANO..MA X FAVORE CAZZAROLA MA PURE UN BAMBINO DI DUE ANNI AVREBBE VOTATO DI NO!!!
Forse dimentichi che chi ha diviso sono stati coloro che hanno voluto differenziarsi??? andando a fare manifestazioni in luoghi diversi da dove venivano comunicati.
Credo che la divisione sia sempre un grave danno x i lavoratori, ma ora non mistifichiamo la realta.
Probabilmente x alcuni differenziarsi semplicemente attraverso raccolte fime o piazze diverse serviva per ottenere una propria visibilta e non certo per migliorare la capacita di lotta e di risposte che invece sarebbero state utili in quei momenti.
l'unica differenza è tra magnesio e magnesia, e proprio chi lascia questi commenti forse, dico forse, vuole la differenziazione tra manifestazioni e azioni che rendono visibile un problema, anche se credo che qualche anonimo problema non voglia venga pronunciato e, chi invece fa di tutto per far rimanere tutto questo nell'anonimato, se uno ricordasse i comunicati che da bologna sono arrivati ai tempi in cui esistevano le mail da due anni a questa parte, se uno ricordasse la consapevolezza che è cresciuta, non proprio per spontanea fioritura, magari non scriverebbe certe cose, i nemici, li conosciamo, o dovremmo conoscerli i nemici muovono le pedine, e noi dobbiamo fare la guerra alle pedine , certamente, togliere loro gli strumenti che sono nostri, ma altresì lottare contro i nemici, ed il più delle volte i nemici hanno mandanti ancora più oscuri e potenti, di quelli che appaiono.
Ora per costoro la prima azione è quella di deviare la lotta verso binari morti, e qui converrete che andare a manifestare a roma è stato più efficace che manifestare a milano, poi dividere la manifestazione e non parlo di andare a roma ma di fare otto manifestazioni in otto città diverse piuttosto che in una città unica magari anche alla luce della partecipazione ad anno zero dei nostri colleghi. Poi possiamo pure scannarci fra di noi per determinare chi ce l'ha più lungo, sempre che gli anonimi non siano coloro che stanno rosicando per il fatto che a bologna venga espressa la volontà dei lavoratori al posto della volontà dei sindacati gialli oppure dell'azienda rossa o di qualche altro colore, probabilmente in futuro, quindi continuiamo a lottare tentando di perseguire il massimo consenso e risultato. Che gli rsu di bologna si sono fatti si fanno e ci metto tutte e due le mani sul fuoco che si faranno un mazzo tanto per contribuire a salvarci il culo.
Ora sta a noi smetterla con queste garette del cazzo e cotinuare a opporci ed a seminare consenso invece di divisioni.
Io credo che la differenza sia tra PRINCIPI e PRINCìPI dove esiste chi si vuole a tutti i costi differenziare perchè ritiene di appartenere ad una nobiltà operaia e chi invece tenta di salvaguardare attraverso principi secolari le condizioni di vita e lavoro dei lavoratori.
Io non credo che il sindacato sia venduto, altrimenti (datemi delle prove) sarei il primo a condannarlo e a toglere la tessera,
ma credo che il sindacato sia espressione non di una piccola avanguardia operaia ma di una grande massa di lavoratori con tutte le sue contraddizioni che viviamo quotidianamente.
Io credo invece che sia inauduto pensare che coloro hanno fatto quello che voleva l'azienda siano quelli "buoni" e coloro invece in seno al sindacato che la pensano diversamente siano i "cattivi".
Smettiamola di parlare di visibilità per coloro he hanno chiesto una cosa alternativa... nel poco tempo che c'era, nel caos e soprattutto senza la possibilità di esprimere la contrarietà nell'azienda all'accordo ogni cosa fatta è stata un "in più" per far conoscere un'altro punto di vista alle persone.
Vogliamo parlare di visibilità? La visibilità l'hanno avuta tutte le rsu che hanno portato la posizione del SI all'accordo. Hanno avuto visibilità sia in ambito sindacato (vds quelli promossi alla territoriale) e sia all'interno dell'azienda.
Come vedi io non parlo di sindacati venduti o altre cose del genere ma solo di "opportunità". E l'opportunità che hanno avuto queste RSU che portavano il si l'hanno sfruttata per far passare l'accordo ma non altrettanto per stare vicino ai lavoratori esternalizzati che ora, oltre al morale a pezzi, si trovano in strutture che sembrerebbero "non dignitose" a detta di tutti coloro che ci lavorano.
Questa era la loro "grande opportunità" di stare vicino ai lavoratori che rappresentano, innvece non si è visto nessuno lasciando i colleghi in comdata al proprio destino.
Hai visto le foto dei gabinetti pubblicati su esternalizzatusorella???
Per cui, fatti un esame di coscienza e dimmi, se questo è un comportamento serio!
senza benza, se colleghi i fatti accaduti e le scelte sindacali fatte proprio dalle persone che stai sostenendo nei tuoi post non puoi non accorgerti che ci sono grosse contraddizioni, come dire "si predica bene (fosse vero!) e si razzola male..." malissimo, anzi. anche se mi sembra piu' vero che, ingenuamente mi auguro, tu non abbia proprio capito come sono andati i fatti...
Io non sto criticando chi in tutta questa dannata vicenda ha avuto un punto di vista diverso, anzi credo che questo sia la linfa della democrazia, ma non condivido i toni e le modalità che sono stati usati per esprimere posizioni diverse.
Poichè si è privilegiato lo scontro frontale "o con noi o contro di noi" senza mai cercare di trovare un minimo di convergenza per tenere unite le poche forze che eravamo in grado di esprimere.
Sono anche convinto che in Vodafone non esistano avanguardie così numerose da poter immediatamente cambiare lo stato delle cose e per questa ragione credo che il sindacato abbia ben rappresentato quel poco che siamo riusciti a mettere in piedi.
Con questo ritengo che chi era più avanti nella crescita di una coscienza di lotta, avrebbe dovuto ricercare tutte le mediazioni possibili per riuscire a fare avanzare tutti i lavoratori verso strade alternative anziche dividerli tra venduti ed eroi.
Occorre recuperare questa situazione perchè dalla divisione e dalla semplificazione che chi non la pensa come me é un venduto, si esce tutti più deboli e credo che di questi tempi non possiamo assolutamente permettercelo!
Chi ha voluto sostanzialmente dividere i lavoratori nell'ambito di una lotta che avrebbe dovuto (e potuto) trovare unitarieta' sono state le segreterie in primis..l'azienda lasciamola perdere, si sa che il "divide et impera" aleggia nelle maglie della gestione delle risorse umane da mo', ma i sindacati...per favore! Non sono stati i lavoratori a scegliere piazze diverse. Tutti si era contrari, in primis all'esternalizzazione, poi allo sfaldamento delle manifestazioni del 5 e del 19, in globale alla gestione assolutamente fumosa e pasticciata dell'ipotesi di contratto, votata, non votata, non si sa nemmeno come o perche'. Mi pare che per come siano andate le cose, non siano stati i lavoratori a scegliere questa strada, quanto una sorta di trinita' oscura (stato,azienda,sindacato) che tutto hanno fatto meno che ascoltare e realizzare la voce dei diretti interessati. Alla faccia dell' "espressione della gran massa di lavoratori". Scusa senza benza.. ma fammi il piacere!
a senza benza, va a fa er pieno va...
babbo natale non esiste, comunque. sveglia.
Che risposta !!
Credo che con questi metodi porterai un sacco di lavoratori dalla tua parte.
X DRAGON...SONO L'URLATRICE MI DEVI AIUTARE X FORZA RISPONDI AL POST QUANDO PUOI..
OGGI è STATO IL MIO PRIMO GIORNO IN COMDATA ALLORA TU SAI IL MIO NOME COGNOME QUINDI INIEME A BART..SCRIVIMI MI FAI COMPAGNIA HAI CAPITO?DRAGON NON LA REGGO HO PIANTO PIU' DI UN'ORA..HO DISCUSSO CON 4 PERSONE ...E POI A ROMA CI SONO DEI PERSONAGGI CHE FANNO I CRETINI CON I TEAM LEADER ...E CHI VORRESTI NON TI AIUTA ANCHE SE ALCUNI STANNO MALE PURE LORO.VOLEVO CHIEDERE IL TRASFERIMETO A NAPOLI ALMENO CON I COBAS MI TIRO SU IL MORALEEEEEEEEEEEE NON PUOI CAPIRE GUARDA SONO ANCORA SCONVOLTA UN BACIO A TE E BARTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT E FATTI VIVO!!!
Guarda bene... non sei sola!
SCUSA MA ERO SVENUTA LEGGENDO IL TUO POST...
X CHI CHIEDEVA DI RIPORTARE QUALSIASI COSA OGGI MI è CAPITATA UNA COSA STRANA...STAVO USCENDO IN ASCENSORE MA è POSSIBILE CHE COMDATA HA ALL'INTERNO LO STUDIO DI UN DOTTORE??DI UNO SPECIALISTA?'VI SPIEGO MENTRE USCIVO L'ASCENSORE SI è FERMATO AL 1 PIANO (RICORDIAMOCI CHE NOI STIAMO AL 2/3 PIANO) UNA SIGNORA CON SUO FIGLIO MI HA CHIESTO SE SCENDEVO E SONO SALITI X ANDARE A ZERO PURE LORO ...IN PRATICA IL RAGAZZO MI SORRIDEVA E LA MAMMA GLI HA DETTO CHIARAMENTE ..VISTO CHE POI NON CI HA MESSO TANTO IL DOTTORE SOLO 40 MINUTI..."MA è NORMALE CHE DENTRO COMDATA CI SIA UNO SPECIALISTA PERCHè VI ASSICURO CHE DI QUELLO SI TRATTAVA...MA NON è SOLO PER NOI QUELL'EDIFICIO CHE Fà LETTERAMENTE SCHIFO!!!NON è A NORMA PROPRIO L'EDIFICIO MA FORSE LO POSSONO FARE MA...CMQ è STRANO IO SCENDO DAL LAVORO E LA SIGNORA DAL DOTTORE???Bò...
Ciao urlatrice,come primo giorno niente male!!
per rispondere a qualche domanda fatta nei giorni scorsi io non sono scopmparso affatto.Sto solo in una fase che mi tiene molto impegnato da diversi punti di vista.A tutto questo bisogna aggiungere che da noi ogni secondo trascorso in azienda e pure fuori e' spiato,controllato e monitorato al fine di trovare un pretesto per l'ennesima sanzione disciplinare.Io ne ho gia due quindi se voglio portare a termine questa guerra dall'interno devo stare esageratamente attento.premesso cio' e dopo aver letto alcuni commenti lasciati su questo blog mi chiedo ancora una volta come si possa difendere l'atteggiamentodei sindacati confederali sia PRIMA sia DURANTE che DOPO questa cessione!Ovviamente parlo per la mia esperienza quindi non posso generalizzare e parlare di sindacalisti di altre zone.Qui a NAPOLI non ne hanno fatta una BUONA.Si sono traditi e nascosti le cose anche tra loro,hanno tentato di sabotare gli scioperi e poi connla faccia di cazzo che li contraddistingue se ne volevano prendere i meriti per la loro riuscita.Hanno addirittura criticato duramente l'atteggiamento dei sindacati di altre zone che non hanno fatto lo sciopero fuori dalla 146 come abbiamo fatto noi.Insomma qui e' sdtata la sagra della cazzata e dell'imbroglio.Ci temevano e ci temono ed e' per questo che sono scappati e non si fanno piu' vedere.Tra un po ci saranno le elezioni e tutto cambiera'(almeno da noi).
Ritornando alle ragioni del No e del Si io ripeto e sono certo del fatto che se avesse vinto il NO saremmo TUTTI ancora in Vodafone!
Riguardo all'azienda preferisco non dire nulla soprattutto ora che si e' palesata per quella che e'.con i suoi nuovi accordi (ultimo quello con gruppo Telecom)ha confermato di non aver nessun interesse ne' per i suoi dipendenti ne' per le loro competenze.Si sta autodristuggendo per fare soldi..ne vuole molti maledetti e subito e non conta come li fara' basta che li faccia!
infine due parole vorrei spenderle per Comdata,Comdata care,i suoi strumenti iperavanzati,la loro leadership nel settore dell'archiviazione e dei sistemi automatizzati e lo staff di manager che la rendono una grande famiglia!!!
son trascorsi 11 giorni da quando siamo ufficialmente Comdata care e non funziona un CAZZO!
Non funzionano i sistemi,non funzionano i Manager non funziona HR non esistono maghi dei Pc e nemmeno esistono i pc.Alcune attivita' nel giro di 1 setimana verranno di nuovo pesate,numerate e rimodulate al fine di spostare gia persone da un'attivita' ad un'altra soprattutto in zone (come Napoli)dove ci sono piu' attivita' esternalizzate.Non ci danno risposte su NULLA.Se domani mi ammalo non so' ancora a chi,come,quando e se comunicarlo!
Le sedi sono quanto di peggio potessero offrire,anche la nostra sede che era gia di Vodafone da quendo e' diventata comdata e' gia peggiorata notevolmente.Ogni giorno girano tra le mail dei Tl,dei manager comdata e dei mamager vodafone decine di DATI e di CONTROLLI.Stanno preparando i target ma non hanno capito che non avranno mai piu' persone in grado di raggiungerli ne' possono contare su sistemi che ci facilitino l'impresa!
Chi e' furbo deve lottare per andarsene finche' e' possibile.Chi non vuole lottare fara' una brutta fine e non ci sara' nessuno pronto ad aiutarlo.
Sono troppe le cose che non posso dire e non posso scrivere ma vi assicuro che la lotta non e' affatto FINITA
X LA FENICE GRAZIE CHIUNQUE TU SIA SEI ADORABILE!
X DRAGON IO SCOMMETTO CHE HAI RISO..CMQ ANCHE DA NOI LE PERSONE CHE RISPONDONO AL TELEFONO OGGI LE HANNO FATTE ATTIVARE TUTTE A ROMA PER RAGGIUNGERE IL TARGET..E LORO NON SI RICORDAVANO NEMMENO COME SI Fà....!!!FENICE MAGARI DIMMELO PIU SPESSO MI SERVE
Fenice come hai fatto ad intenerirla?..sono mesi che io non ci riesco!!
Nascera' il nuovo partito di Silvio e ci salvera' !!
Dragon... non lo saprai mai!
Che ne pensate di firmare la petizione linkata da esternalizzatusorella?
Ragazzi firmimo tutti la petizione
http://firmiamo.it/propostadimodificadellart2112delcodicecivile
Vodafone - Fortunato (Ugl):
"Inutili entusiasmi. Accordo è un film già visto"
"Siamo costretti a spegnere gli entusiasmi che, come era prevedibile, si sono inutilmente accesi perché l'accordo raggiunto oggi sulla cessione a Comdata non ha nulla di rivoluzionario, anzi è un film già visto".
Sono parole di Gianni Fortunato, segretario nazionale Ugl Telecomunicazioni, che non ha partecipato all'incontro odierno tra azienda e sindacati per aver rifiutato di sottoscrivere la pregiudiziale necessaria a far parte della trattativa e cioè accettare la cessione dei dipendenti Vodafone.
"La grande novità di cui si parla - spiega il sindacalista - e cioè il principio secondo il quale per 7 anni non si potranno ridurre i livelli occupazionali, non rappresenta una eccezionale garanzia perché trascorso questo periodo di tempo i lavoratori potrebbero ritrovarsi in mezzo ad un'altra odissea. Inoltre le altre 'conquiste' ottenute sono in realtà già contemplate dal codice civile come obbligo proprio nel caso di cessione di ramo d'azienda".
"Quindi l'accordo - continua il sindacalista - non servirà a spegnere l'indignazione dei lavoratori e dell'opinione pubblica su quanto accaduto, che è stato e che resta uno scandalo: l'esternalizzazione di 914 dipendenti nonostante la floridissima situazione economico-finanziaria di cui gode Vodafone, la comunicazione della decisione al sindacato avvenuta poco più di un mese prima delle scadenze previste dalle leggi vigenti, in sostanza con l'intento di legare le mani a chi rappresenta i lavoratori".
"Quello che continuiamo a chiederci è - conclude Fortunato - come mai il governo o i ministri competenti non sapessero nulla e come mai una volta venuti a conoscenza di questa bassa manovra non hanno fatto nulla per evitare il peggio. Da parte nostra continueremo a lottare contro questa cessione perché sta diventando anche una questione di principio: ci ripugna infatti la compravendita di esseri umani, pensavamo sinceramente che certe cose appartenessero al passato".
Sempre dall'UGL
CI VIENE DA VOMITARE.
Proprio nel giorno del secondo sciopero della vertenza Vodafone sulla cessione di 914 Lavoratori, inspiegabilmente la "casta", le segreterie nazionali di Slc-Fistel-Uilcom "accettano" di sedersi al tavolo delle trattative con l'Azienda.
Proprio non capiamo il motivo di un incontro fissato nel bel mezzo di un'azione di mobilitazione e quindi con le relazioni sindacali bloccate.
E soprattutto credevamo fossero finiti i tempi "delle cosiddette ristrette", riunioni tenute da Azienda e segreterie nazionali di Slc-Fistel-Uilcom che precedevano quelle con le RSU nazionali.
Pre-riunioni che puntualmente finivano con la firma di ipotesi, accordi, accordini vari, che di fatto esautoravano il ruolo dei RSU, la vera voce dei Lavoratori.
Che cosa c'e' dietro questo incontro?
La Ugl Telecomunicazioni continua la mobilitazione insieme ai Lavoratori di Vodafone, chiedendo la riapertura di un tavolo delle trattative che veda come condizione essenziale la "clausola di reintegro per i 914 Lavoratori".
Un grande, affettuoso, cordialissimo abbraccio a tutti voi e a tutti gli italiani che amano la libertà.
Siete moltissimi voi e sono moltissimi quelli che ci stanno seguendo col cuore attraverso la radio e la televisione.
Sono qui tra di voi perché dovevo e volevo esserci.
Quando ho inciampato nella fatica, una cosa che può capitare a chi lavora troppo, siete stati tutti con me, vi ho sentiti tutti fisicamente vicini, fiduciosi, ottimisti come piace a me, pieni di voglia di vivere e di tenere duro.
Grazie, grazie dal profondo del cuore a tutti voi. E grazie per essere venuti così in tanti da tutte le regioni d"Italia, da tutte le città d"Italia a portare qui, a questo corteo di libertà, a questa festa di libertà, oltre alla vostra protesta, la vostra fiducia, il vostro entusiasmo, la vostra speranza.
Noi siamo oggi qui, in questa Roma, in questa piazza traboccante di entusiasmo che ha gli occhi del Paese puntati addosso, per motivi chiari: vogliamo mandare a casa un governo che distrugge la fiducia degli italiani nello Stato, che aumenta a dismisura il prelievo dalle nostre tasche, che spreca le nostre risorse e riduce la libertà di ciascuno di noi.
Siamo qui perché non ci piacciono le vecchie ideologie punitive del secolo scorso, le concezioni dell’uomo che hanno prodotto lo Stato di polizia e il sistema totalitario, le guerre ingiuste e lo spirito di fazione, la delazione fiscale e il sequestro della ricchezza di chi lavora e di chi risparmia.
Siamo qui perché vogliamo opporci a una cultura che diffida degli individui liberi, che non vuole una società prospera e autonoma, capace di camminare sulle proprie gambe.
Siamo qui perché non ci piace una mentalità che svaluta la famiglia fondata sul matrimonio e sull’amore tra un uomo e una donna, sull’educazione dei figli alla libertà e alla responsabilità. Siamo qui perché ci piace tutto quello che è nuovo, ma non accettiamo il disprezzo del passato, il disprezzo delle nostre radici, il disprezzo della nostra cultura.
La nostra idea della politica è pienamente laica, ma ha qualcosa di sacro. “Chi crede non è mai solo”, ha detto il Santo Padre nel suo viaggio in Germania. E ha ragione: guardatevi intorno, guardate quanti siamo. Siamo molti, siamo moltissimi a credere negli stessi ideali.
Siamo un popolo operoso di donne e di uomini che sanno essere tenaci e pazienti, umili e fieri, che sperano, che credono nel futuro e che vogliono difendere la libertà.
La Casa delle libertà, la nostra casa, è aperta e libera, ognuno ci sta con la propria dignità e con le proprie idee, e per questo motivo Roma e questa piazza sono così affollate e gioiose in uno straordinario pomeriggio italiano che ha bandito persino la malinconia del tramonto e che si farà ricordare negli anni a venire.
Siamo un"onda che si gonfia in modo formidabile, una forza positiva, un"energia costruttiva al servizio del Paese che amiamo.
Siamo qui perché vogliamo impedire alle sinistre di impoverire l"Italia, moralmente e materialmente. Sentiamo intorno a noi il calore di questa nostra comunione politica che ormai da molti anni, e per molti anni in futuro, si è fatta e si farà garante della libertà di tutti.
La nostra opposizione è, e sarà, severa e intelligente. Vogliamo far pesare di più il voto espresso dagli italiani, vogliamo far contare di più l"opinione della maggioranza dei cittadini di questo Paese, nei confronti di questa assurda sinistra di lotta e di governo.
Le questioni personali contano poco.
Tutti insieme siamo una leadership forte e autorevole, siamo gente che ha affrontato con dignità e onore le conseguenze dell’11 settembre, nel rispetto delle alleanze e dei doveri morali di un grande Paese europeo e occidentale.
Tutti insieme abbiamo ingaggiato la battaglia contro il terrorismo, tutti insieme abbiamo cercato le vie della pace in mezzo ai venti di guerra, tutti insieme abbiamo affrontato i rischi del fare e dell’esserci nel Paese e nel mondo.
Abbiamo mantenuto le promesse con sincerità e con equilibrio, dando vita al più lungo governo del dopoguerra e al primo vero governo liberale che abbia avuto questo Paese.
Noi siamo l"Italia umile e tenace, operosa e positiva, che è la maggioranza del Paese, che non accetta l"oppressione fiscale, l"oppressione burocratica, l"oppressione giudiziaria che le viene imposta da un governo di minoranza, un governo dominato da una sinistra estrema e fondamentalista, che affonda le sue radici nella perversa ideologia del comunismo.
Siamo il popolo del centrodestra, un popolo che condivide gli stessi valori, la stessa visione del futuro. Ci accomuna la stessa visione della libertà, della democrazia, della patria, della persona, della famiglia, del lavoro, dell’impresa.
Questa è la nostra grande forza.
Siamo un popolo unito, non un insieme confuso e disordinato di gruppi sociali, di interessi, di ideologie, come sono oggi le sinistre, tenute insieme solo dal potere, dall’invidia e dall’odio sociale.
Quando parliamo del nostro futuro dobbiamo sempre ricordarci che prima vengono gli elettori, prima viene il nostro popolo, prima vengono le nostre donne e i nostri uomini, e solo dopo vengono i partiti, i loro dirigenti e i loro leader. Nella nostra visione del mondo di liberali e di cristiani, i partiti nascono sulla base dei valori condivisi dai cittadini. I partiti esistono perché esistono i valori, perché esiste un"idea comune della persona, della società e dello Stato. In una democrazia è il popolo che sceglie i leader, non sono i leader che scelgono il popolo!
Tutto questo lo sappiamo bene e dobbiamo sempre ricordarlo. Ma oggi siamo qui soprattutto per protestare contro questo governo che vuole saccheggiare i nostri redditi e i nostri risparmi impoverendo il Paese e impedendo la crescita dell’economia.
Oggi, in questa piazza, potremmo ripetere quello che dissero, alla fine del Settecento, a Boston, i protagonisti della rivoluzione americana: "No taxation without representation" "Niente tasse senza rappresentanza". Allora le tredici colonie si sollevarono contro le tasse decise a Londra, e imposte loro da un governo che non li rappresentava. Oggi, in Italia, siamo nella stessa situazione: c"è un governo che tassa gli italiani senza più rappresentarli. Noi siamo qui a rappresentare lo sdegno degli italiani.
Questo è un "governo contro": contro l"economia, contro il lavoro, contro il risparmio, contro la proprietà, contro l"impresa, contro le professioni, contro gli artigiani, contro il commercio, contro la scuola, contro l"università, contro la ricerca, contro la famiglia.
È un governo "contro" i cittadini.
Un governo che divide: divide gli italiani, divide l’Italia, instilla nelle vene del nostro Paese l"odio e l"invidia sociale, invece di promuovere la concordia e la solidarietà tra le classi sociali e le diverse generazioni. Siamo qui "dunque" per protestare contro una Finanziaria che si riduce a una sola voce: più tasse per tutti.
Più tasse sugli stipendi, più tasse sui Bot e sui Cct, più tasse sulla salute, più tasse sulla casa, più tasse sulle imprese. Hanno rimesso la tassa di successione. Hanno imposto una tassa odiosa perfino su chi si presenta al Pronto soccorso! In pochi mesi hanno gravato gli italiani di 67 nuove o maggiori tasse.
Hanno gridato: "Anche i ricchi piangano". Li abbiamo visti manifestare in piazza, quelli che loro chiamano "ricchi".
Gli artigiani accanto ai piccoli e ai medi imprenditori. I ricercatori e i precari dell’Università accanto ai rettori. I professionisti. I commercianti. I pensionati di ogni categoria, anche quelli che hanno sfilato con le bandiere rosse della Cgil. Il popolo dei piccoli risparmiatori, dei Bot, della prima casa conquistata con una vita di sacrifici. I cittadini che vivono di uno stipendio appena dignitoso. Sono riusciti persino a spingere per la prima volta alla protesta le forze dell’ordine e le forze armate alle quali invece tutta l"Italia deve riconoscenza.
Sarebbero questi i ricchi che devono piangere?
Per questa sinistra e per questo governo "sì".
Per loro l"impresa è solo una macchina per sfruttare i lavoratori, per loro il profitto è una colpa, per loro il risparmio è un privilegio da colpire e da tassare, per loro l"elevazione sociale, la proprietà di una casa, ottenuta attraverso enormi sacrifici e una vita intera di lavoro, rappresentano un atto di superbia da punire.
Farò solo un esempio: in campagna elettorale la sinistra, a caccia di voti, indicava gli artigiani come la spina dorsale del Paese, oggi, la stessa sinistra, al potere, li considera soltanto come degli evasori. Anche per questo noi oggi siamo qui. Siamo qui per dire no alla mostruosa macchina fiscale messa in opera dal governo per schedare tutti i cittadini, per controllarne i comportamenti, fino ad ogni minimo passaggio di denaro e addirittura con l"invito alla delazione fiscale. Per loro il popolo è sempre immaturo, è sempre immorale.
Il loro Stato è il contrario dello Stato che vogliamo noi, il contrario di uno Stato liberale "amico dei cittadini".
Ci dicono che bisogna aumentare le tasse per favorire lo sviluppo economico. È falso. Nella storia si sono visti molti Paesi impoverirsi a
causa della tassazione eccessiva. Ma non si è mai visto un solo Paese diventare ricco, crescere economicamente attraverso l"aumento delle tasse. Ci dicono che vogliono redistribuire la ricchezza, togliere ai ricchi per dare ai poveri. In realtà tolgono a tutti senza dare nulla a nessuno.
Ci dicono che hanno ereditato da noi una situazione drammatica dei conti pubblici. Anche questo è falso e lo sanno bene anche loro!
Noi abbiamo governato lasciando i conti dello Stato in ordine, in perfetto ordine. Ma soprattutto abbiamo governato con il fine di garantire e ampliare le libertà dei cittadini. Da Presidente del Consiglio, prima di approvare ogni provvedimento, mi sono sempre chiesto se quel provvedimento diminuisse la libertà dei cittadini, anche di uno solo. E se la risposta era sì, il provvedimento veniva cestinato.
Ma c"è qualcosa di più. Noi oggi siamo qui anche per riaffermare che la sinistra ha rifiutato fino ad oggi di ricontare le schede elettorali. Anzi, con assoluta impudenza ci ha addirittura lanciato l"incredibile accusa di aver tentato un colpo di Stato la notte degli spogli e dei brogli. Se ci sono stati brogli, sono solo quelli fatti da loro che li hanno - come è storicamente provato - addirittura e sempre insegnati ai propri militanti.
Oggi siamo qui anche per questo, per chiedere, per esigere che si ricontino tutte le schede elettorali, non solo le bianche e le nulle. Tutte. Lo abbiamo chiesto sin dal giorno dopo le elezioni. Noi non abbiamo paura della verità. Ci hanno deriso, dileggiato, boicottato. Eppure lo abbiamo chiesto e lo chiediamo in difesa della democrazia, in nome della sovranità popolare, a tutela dei cittadini.
Oggi, dopo le loro ultime accuse, ignobili, false e grottesche, lo vogliamo, lo esigiamo, lo pretendiamo anche a tutela della nostra onorabilità. Infine, siamo qui, oggi per affermare tutti insieme il nostro grande amore per la libertà.
Noi siamo il popolo della libertà, noi crediamo in un sogno, in una prospettiva che può essere garantita solo con la realizzazione del nostro programma liberale fondato sui nostri valori di libertà. Nostri, perché non appartengono a un solo partito, nostri perché tutti insieme ci crediamo, nostri perché noi tutti insieme abbiamo voglia di cambiare questo Paese, di riprendere il cammino delle riforme e della crescita. Noi sappiamo che tutto ci separa e ci distingue da questa sinistra, ma sappiamo anche che c"è tra tutti noi un vincolo ancora più forte che ci unisce:
noi crediamo negli stessi valori, noi negli anni del governo abbiamo lavorato insieme alla realizzazione dello stesso programma, noi, oggi, vogliamo lo stesso futuro di libertà e per questo lavoriamo insieme. Noi 5
qui, oggi, siamo già il partito unitario del centrodestra, siamo già il partito della libertà.
E stanno nascendo in Italia, dovunque, su impulso di tanti giovani, ma anche di chi è giovane nel cuore, quei circoli della libertà che hanno adottato come loro manifesto quello del Partito del Popolo Europeo, la grande famiglia della democrazia e della libertà in Europa.
Certo, qui oggi, innalziamo le nostre bandiere, i nostri simboli di partito, giustamente orgogliosi della nostra storia, delle nostre battaglie, della nostra identità.
Ma io sono convinto che il nostro cammino, il cammino del popolo della libertà, abbia un percorso segnato, perché siete voi, siamo noi l"anima di un unico, e solo, e grande partito della libertà.
Quel partito che stasera è sceso in questa piazza, felice e gioiosa, a rappresentare l"Italia operosa e onesta, l"Italia che lavora e che produce, l"Italia che vuole unire e non dividere, l"Italia che rispetta i diritti di tutti, il lavoro di tutti, il patrimonio di tutti, la libertà di tutti. L"Italia che vogliamo. Noi proponiamo agli italiani una società fondata sulla libertà, sullo sviluppo economico, sulla solidarietà.
Proponiamo una società basata sui valori del cristianesimo, sulla famiglia naturale fondata sul matrimonio, formata dall’unione di un uomo e di una donna, nella quale far nascere e far crescere i figli. Proponiamo un"Italia forte nel mondo, rispettata. Proponiamo una Patria nella quale tutti gli italiani si riconoscano e che tutti amino, perché è la casa comune di tutti, senza distinzioni.
La sinistra sta preparando invece per l"Italia un futuro di incertezza, di divisioni, di invidia sociale, di povertà. La sinistra attua delle politiche che distruggono la famiglia e che non rispettano i valori morali del popolo italiano, i valori della nostra tradizione. La sinistra vuole dividere i lavoratori e gli imprenditori, gli uomini e le donne, i padri e i figli, i giovani e gli anziani, gli italiani del nord e gli italiani del sud. Noi vogliamo invece un"Italia di persone libere e responsabili, in grado di prendere in mano il loro futuro, di scegliere un buon lavoro, di far crescere i figli secondo i propri valori e le proprie idee. Noi vogliamo una società nella quale tutti i giovani possano frequentare una buona scuola, indipendentemente dalle proprie condizioni sociali, e possano conseguire un diploma o una laurea di qualità.
Noi vogliamo una società nella quale i giovani abbiano un lavoro ben pagato, che permetta loro di essere subito indipendenti e di formarsi una famiglia. Vogliamo una società nella quale nessuno rimanga indietro. Perché ogni persona ha un valore inestimabile, e perché il benessere di ogni
cittadino concorre al benessere di tutti gli altri, al benessere di tutta la società.
Vogliamo uno Stato che sia al servizio dei cittadini, e non vogliamo che siano i cittadini al servizio dello Stato.
Vogliamo una economia forte e vitale, fondata su imprese moderne ed efficienti.
Per queste ragioni noi ci opponiamo oggi al governo delle sinistre, ci opponiamo alla peggiore Legge finanziaria della storia della Repubblica. Per questa ragione noi intendiamo tornare al più presto al governo dell’Italia. Per finire il lavoro che abbiamo fatto per cinque anni, e che abbiamo fatto bene.
Per realizzare pienamente quell’Italia che noi tutti abbiamo in mente e sogniamo:
l"Italia profonda, vera, giusta,
l"Italia della solidarietà, della tolleranza e dell’amore,
in una parola, la nostra Italia della libertà.
Grazie di cuore un abbraccio affettuoso a tutti
W l’Italia
W la libertà
Silvio Berlusconi
Mah!
Leggo su sito internet di Localport quanto segue (per le 2 foto riporto il link).
Qualcuno di Ivrea che legge c'era e può/vuole commentare raccontandoci cosa gli/le è sembrato questo incontro col vertice?
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http://www.localport.it/eventi/notizie/notizie_espansa.asp?N=28698
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Economia - Ivrea - 20/11/2007
Comdata Care: nuovi orizzonti per gli ex lavoratori Vodafone
A cura di Marco Campagnolo
E’ stata con una convention tra i nuovi lavoratori, provenienti da Vodafone, e i manager Comdata che ieri, lunedì 19, si è definito il passaggio di ramo d’azienda dalla multinazionale Inglese all’azienda italiana.
Buona parte dei trecento addetti eporediesi interessati al passaggio sono stati incontrati dai manager alle Officine H a Ivrea. Una mattinata per conoscere la nuova azienda, terminata, molto all’ “americana”, con pranzo in piedi dove il top managment si è liberamente mescolato con i nuovi collaboratori.
Oltre all’incontro, Comdata ha dedicato all’acquisizione un numero speciale di “We are”, il magazine interno dell’azienda, per dare il «Benvenuto – si legge nell’editoriale di apertura – a Casa Comdata!». Obiettivo del giornale, e probabilmente della stessa convention, è anche rassicurare i nuovi dipendenti che l’operazione Vodafone–Comdata non è stata un’operazione finanziaria, ma industriale, assicurando quindi che i posti di lavoro non solo non sono a rischio, ma che si apriranno anche nuove opportunità di crescita.
E su questo punto l’intera dirigenza Comdata ha insistito anche nella conferenza stampa organizzata a margine dell’incontro interno. L’ha voluto ripetere in vari modi Fiorenzo Codognotto, amministratore delegato Comdata. Sia precisando che la storia di Comdata è una storia di costante crescita, sia sostenendo che nell’operazione ci credono, sia insistendo che l’azienda con l’acquisizione delle professionalità nate in Vodafone è cresciuta e già ora le sta commercialmente spendendo con altri clienti. «Voglio ricordare – ha detto Codognotto – che non abbiamo acquisito solo gli operatori, ma anche la dirigenza di questo ramo d’azienda. Abbiamo quindi acquisito l’intera gamma di professionalità necessaria al funzionamento e all’efficienza della nuova azienda che abbiamo creato: Comdata Care».
Comdata Care nasce dall’acquisizione da Vodafone della struttura di Supporto alla Gestione del cliente. Oltre 900 persone altamente specializzate, distribuite su cinque sedi: Milano, Ivrea, Padova, Roma e Napoli.
Alla guida della nuova azienda sono stati chiamati Andrea Tonoli come amministratore delegato e Alessandro Varotto in qualità di direttore generale. Tonoli, prima di entrare in Comdata nel 2001, è statoin Elitel, dapprima con la responsabilità della Divisione Multimediale e, successivamente, con la carica di responsabile della Direzione Grandi Clienti. Varotto è uno dei manager Vodafone che Comdata ha acquisito insieme al ramo d’azienda: dal 1999 è in Vodafone Italia, ricoprendo vari incarichi di responsabilità fino a diventare, nel 2002, direttore del Customer Care dell’area Nord Est.
Comdata realizza una modalità di servizio innovativo in grado, attraverso l’integrazione di consulenza specialistica, tecnologie evolute e strutture operative di eccellenza, di anticipare le esigenze del cliente e proporre modelli di re-ingegnerizzazione dei processi che portano valore e trasformazione al business aziendale.
Nata nel 1987 a Torino, rappresenta oggi una realtà presente su tutto il territorio nazionale attraverso ventitré sedi.
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Comdata Care è una scatola vuota, è normale che sia nella più completa disorganizzazione, senza nemmeno avere referenti per la gestione presenze del personale.
Come tutte le newco create appositamente per le cessioni è destinata a chiudere entro poco tempo.
Se qualcuno ha dubbi, al di la delle convention o altre buffonate simili, osservi pure la storia di tutte le esternalizzazioni del settore TLC, volute, pianificate ed attuate dalle aziende&SLC-Fistel_Uilcom oppure dia uno sguardo alle visure camerali o capitali versati...
Credo che in questa terra, chiamata Italia, sia molto sottile la linea che divide la destra dalla sinitra e VOI ci richiedete di votare tra chi è MALE e chi è MOLTO MALE.
In un'Italia che avrebbe bisogno di una rinascita possiamo solo vedere il passaggio di figurine sbiadite che ripetono le stesse cose, che ci mentono, che richiedono il nostro fondamentale appoggio nei referendum e che si dimenticano di NOI il giorno dopo.
Sarebbe bello vedere nuovi visi, sentire nuove idee, riavere la nostra politica mentre è solo grazie al vostro attaccamento al "potere" che IO (e non credo di esser la sola) mi sono stufata di partecipare al VOSTRO mondo dove si può accedere solo se si conosce o se si è parenti.
Sono IO, è la gente come me, che manda avanti questa terra, dove spesso ci si scontra con una mancanza di democrazia e non si può far altro che abbassar la testa, non vedere, non voler capire cosa ci sta accadendo.
E' fin troppo chiaro quello che volete!!! Una democrazia affossata dove chi rimarrà a parlare sarete VOI e poco importa di NOI, serviamo solo a riempire le tasche di questo bellissimo stato.
"Per realizzare pienamente quell'Italia che noi tutti abbiamo in mente e sogniamo: l'Italia profonda, vera, giusta, l'Italia della solidarietà, della tolleranza e dell'amore, in una parola, la nostra Italia della libertà"...
Non da te dovrebbero uscire queste parole, te che del G8 ne hai fatto diventare un caso internazionale, la vergogna per il mondo intero!!!
So che molti ti appoggiano per le TUE scelte in quei giorni, per la TUA strategia d'azione, il voler sedare una "rivolta" fatta dai distruttori della democrazia. Peccato che tra i feriti non c'erano quei Black Block che se ne sono andati in giro indisturbati a saccheggiare e devastare la città, c'erano persone normali, persone come me che credono che scendere in piazza ad urlare il proprio sdegno serva a qualcosa. Ed invece avete oscurato quello che VOI grandi 8 stavate decidendo a tavolino. Grazie a questa informazione comprata, grazie davvero, ci fate vivere in una bella bolla di balle.
Vorrei uno stato laico, giovane, propositivo, meno apparenza e più sostanza. Vorrei i media LIBERI di esprimersi e non di farvi esprimere brillanti parole che tali rimangono.
E' grazie alla destra ed è grazie alla sinistra che il mio futuro è diventato incerto. E' grazie alle vostre leggi, leggine, leggette che
un'azienda in attivo si è permessa la vendita delle NOSTRE vite.
State pure comodi lì dove siete e continuate a decantare la democrazia che ci potete offrire, a raccontarci del NOSTRO glorioso futuro, NOI continueremo a muoverci da soli perchè è la NOSTRA FORZA che ci ha portato fin qui ed è sempre la NOSTRA forza che ci permetterà di continuare il NOSTRO PERCORSO DI GIUSTIZIA!
A tutti i colleghi invece, ieri ero presente all'incontro.
Posso dire una cosa sola... Io una grande famiglia l'ho già avuta adesso voglio solo un lavoro.
Devo ancora capire cosa vogliono da noi, se veramente vogliono qualcosa da noi!
Parlano di carriera sia orizzontale che verticale ma ho paura sia finzione.
MR
http://www.onemobile.it/20/11/2007/vodafone-ricavi-oltre-le-attese/
http://bari.repubblica.it/multimedia/home/1298211
PER ANONIMO DELLE 15:34: ma che sei veramente Silvio Berlusconi?
Troppo lungo come post, non ce la posso fare a leggerlo tutto !!!!
In questo blog non facciamo propaganda politica ma cerchiamo solo di difendere i diritti base degli esseri umani, i diritti che ogni giorno quelli che stanno SU usurpano o semplicemente ignorano.Se non fosse ancora chiaro il quadro di noi della Vodafone , questo si traduce in una equazione che nel nostro caso è diventata una disequazione:la normalità dovrebbe essere:
vita fatta da elementi certi = lavoro certo,
ovvero: mutuo certo, affitto certo, figli con bisogno di nutrirsi certo, rata macchina certa ecc, ecc..= stipendio certo (garantito x lo più solo da un lavoro a tempo indeterminato)Dopo questa cessione ecco che magicamente l' equazione perfetta di traduce nella disequazione
vita certa = lavoro incerto
(ovvero lavoro con durata forse settennale come ci è stato prospettato).
E infine e mi rivolgo a tutti i politici che promuovono le nuove forme di lavoro precario e chiudono gli occhi di fronte alla frantumazione del lavoro stabile (com' è avvenuto nel nostro caso) : il lavoro incerto concedetelo a vostra sorella, ai vostri figli, alle persone che amate, ditegli che forse è meglio non fare figli perchè un figlio che vuole mangiare tutti i mesi non è abbastanza flessibile, non va d' accordo con un lavoro a chiamata o settennale, ditegli di non comprarsi una casa perchè se poi il lavoro finisce gliela mettono all' asta, ditegli di andare a piedi o con l' autobus perchè la macchina di solito Noi poveracci la paghiamo a rate e per minimo 5 anni ( e se il lavoro finisce prima te la tolgono subito!)
DITEGLI CHE NEL 2007 è più che normale essere venduti senza il proprio consenso e di fatto precarizzati, dover rinunciare ad un lavoro a tempo indeterminato senza poter dire niente(un tuffo malinconico nell' era dello schiavismo!)
Basta, lasciateci almeno il nostro blog perchè questo è un blog dove scrivono persone che lavorano e che hanno sempre sudato per guadagnarsi il pane e che non amano rischiare, non sulle spalle dei loro figli!!!!!
> Silvio Berlusconi
> 20 novembre 2007 15.34
Vai - a - fare - in - culo.
Coglione.
L'italia è al tracollo SOPRATTUTTO a causa di silvio berlusconi.
Con Ciampi avanzo primario al 7%.
Con berlusconi, AZZERATO.
Fottiti, nano di merda, portatore (mal)sano di distruzione.
E per il resto... gli altri politici non sono certo meglio.
Non ci resta che trombare di più. Almeno è gratis. Si spera.
ma quale silvio berlusconi!!! sicuramente sara' un suo leccapiedi ed emilio fedista..di cazzate immani come quelle scritte mai le ho sentite...dritte nel cesso!!!
Poveri illusi seguaci di una sinistra massimalista che di comunista ha solo il colore mestruale.
SE VOGLIAMO DIRE LE COSE COME STANNO...TRA PRODI E BERLUSCONI FANNO A GARA MAGARI MI CANDITO IO AL GOVERNO...
ANONIMO DEL 1.23 SEI DA APPALUSO!!!IO NON AVREI DETTO DI MEGLIO
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