IV: 171 SI'; 67 NO; 3 bianche
MI: 41 SI'; 38 NO
PD: 92 SI'; 16 NO; 3 bianche; 2 nulle
RM: 91 SI'; 108 NO; 1 bianca
NA: 11 SI'; 62 NO; 1 bianca
VO: 406 SI'; 291 NO, 8 bianche; 2 nulle
mercoledì 31 ottobre 2007
L'assemblea di Ivrea
Nella giornata odierna,a seguito della prima assemblea, Ivrea ha conosciuto una nuova presa di posizioni delle rsu locali e delle segreterie sindacali in tema di democrazia.
La prima parte dell’assemblea è stata a lungo improntata sulle considerazioni poco opportune della Rappresentante Nazionale della Fistel-CISL sulle strategie imprenditoriali di Vodafone e di Comdata...
Dopo che Le è stato fatto presente che il tempo a nostra disposizione sarebbe stato meglio impiegato in una discussione incentrata sui termini dell’accordo si è finalmente giunti alle ragioni del SI e del NO.
Le motivazioni per votare NO a questa ipotesi di accordo sono state espresse da parecchi lavoratori sia sul metodo della prassi sindacale fin qui adottata, a livello locale e nazionale, sia sul contenuto dell’ipotesi, a seguito di consulto con numerosi avvocati naturalmente di diritto del lavoro.
Le ragioni del SI sono state espresse da una rappresentante delle rsu eporediesi, la quale ha preferito leggere il comunicato sindacale, con tutte le omissioni e le correzioni apportate dalle Sigle, anziche’ l’effettiva ipotesi di accordo sulla quale viene richiesto il voto dei Lavoratori.
A seguito di infruttuoso dibattito sulla validità dell’articolo 2112 del codice civile e le garanzie contrattuali che ne derivano(nulle secondo le esternazioni di un membro delle Segreterie Nazionali) alcuni Lavoratori hanno richiesto di istituire una Commissione Elettorale con il compito di monitorare il regolare svolgimento delle operazioni di voto e di spoglio.
Richiesta legittima, motivata dall’increscioso episodio verificatosi in occasione dell’ultimo referendum quando e’ comparsa una scheda in piu’ rispetto al numero dei votanti, senza che questo inducesse le RSU a invalidare la votazione.
Le rsu, tentando di ignorare da subito la richiesta avanzata, hanno risposto in un secondo tempo in maniera negativa impedendo ai Lavoratori, l’esercizio di un normale diritto democratico e accusandoli di non nutrire fiducia in coloro che dovrebbero rappresentarli...
La discussione si è spostata nei corridoi dell’azienda e ha visto anche l’intervento della Sicurezza Aziendale, volto ad allontanare dal seggio i lavoratori che volevano presidiare le operazioni di voto.
Ad ora le rsu si esprimono ancora in maniera contraria e questo e’ grave ed inaccettabile.
Una domanda più che legittima verte sul perché di questo incondizionato diniego ad un’espressione di democrazia partecipata.
A voi la risposta.
V per iVrea
La prima parte dell’assemblea è stata a lungo improntata sulle considerazioni poco opportune della Rappresentante Nazionale della Fistel-CISL sulle strategie imprenditoriali di Vodafone e di Comdata...
Dopo che Le è stato fatto presente che il tempo a nostra disposizione sarebbe stato meglio impiegato in una discussione incentrata sui termini dell’accordo si è finalmente giunti alle ragioni del SI e del NO.
Le motivazioni per votare NO a questa ipotesi di accordo sono state espresse da parecchi lavoratori sia sul metodo della prassi sindacale fin qui adottata, a livello locale e nazionale, sia sul contenuto dell’ipotesi, a seguito di consulto con numerosi avvocati naturalmente di diritto del lavoro.
Le ragioni del SI sono state espresse da una rappresentante delle rsu eporediesi, la quale ha preferito leggere il comunicato sindacale, con tutte le omissioni e le correzioni apportate dalle Sigle, anziche’ l’effettiva ipotesi di accordo sulla quale viene richiesto il voto dei Lavoratori.
A seguito di infruttuoso dibattito sulla validità dell’articolo 2112 del codice civile e le garanzie contrattuali che ne derivano(nulle secondo le esternazioni di un membro delle Segreterie Nazionali) alcuni Lavoratori hanno richiesto di istituire una Commissione Elettorale con il compito di monitorare il regolare svolgimento delle operazioni di voto e di spoglio.
Richiesta legittima, motivata dall’increscioso episodio verificatosi in occasione dell’ultimo referendum quando e’ comparsa una scheda in piu’ rispetto al numero dei votanti, senza che questo inducesse le RSU a invalidare la votazione.
Le rsu, tentando di ignorare da subito la richiesta avanzata, hanno risposto in un secondo tempo in maniera negativa impedendo ai Lavoratori, l’esercizio di un normale diritto democratico e accusandoli di non nutrire fiducia in coloro che dovrebbero rappresentarli...
La discussione si è spostata nei corridoi dell’azienda e ha visto anche l’intervento della Sicurezza Aziendale, volto ad allontanare dal seggio i lavoratori che volevano presidiare le operazioni di voto.
Ad ora le rsu si esprimono ancora in maniera contraria e questo e’ grave ed inaccettabile.
Una domanda più che legittima verte sul perché di questo incondizionato diniego ad un’espressione di democrazia partecipata.
A voi la risposta.
V per iVrea
31/10 - L'ipotesi di accordo al voto dei lavoratori
[è possibile mandare note, comunicati e testimonianze sulle operazioni di voto a redrep(at)gmail.com]
Padova:
Ricordiamo ai Lavoratori appartenenti ai gruppi esternalizzandi, nel caso non avessero ancora espresso il voto relativo all'Ipotesi di Accordo del 26/10/2007, dalle ore 16.00 alle ore 17.30 di oggi 31/10/2007, presso il terzo piano del call center di piazza zanellato sarà possibile votare l'ipotesi di accordo.
Alle ore 17.30 si procederà allo scrutinio dei voti, chi vorrà assistere alle operazioni di spoglio, sarà ovviamente il benvenuto.
I risultati verranno pubblicati non appena disponibili.
RSU Triveneto
Padova:
Ricordiamo ai Lavoratori appartenenti ai gruppi esternalizzandi, nel caso non avessero ancora espresso il voto relativo all'Ipotesi di Accordo del 26/10/2007, dalle ore 16.00 alle ore 17.30 di oggi 31/10/2007, presso il terzo piano del call center di piazza zanellato sarà possibile votare l'ipotesi di accordo.
Alle ore 17.30 si procederà allo scrutinio dei voti, chi vorrà assistere alle operazioni di spoglio, sarà ovviamente il benvenuto.
I risultati verranno pubblicati non appena disponibili.
RSU Triveneto
martedì 30 ottobre 2007
Ordine del giorno per le assemblee di Pisa
O.d.g. per assemblea sull'ipotesi di accordo, approvato con 188 voti a favore, 9 contrari e 19 astenuti.
Preso atto della sottoscrizione dell’ipotesi di accordo tra OO.SS. e Azienda il 25 ottobre, vogliamo esprimere le seguenti considerazioni:
* pur riconoscendo che tale accordo rappresenta il massimo risultato fino a questo momento ottenuto nel settore TLC, non possiamo definirlo un successo dei lavoratori; anzi, tale accordo rappresenta un pesante arretramento, aggravato dal fatto che non e’ presente una reale clausola di salvaguardia se non entro i 7 anni della commessa; tale precarizzazione del lavoro vale sia per i 914 lavoratori che se ne andranno che per i 4000 circa che resteranno in Vodafone;
* riteniamo che i punti realmente acquisiti - oltre a quanto gia’ prospettato fin dall’inizio della trattativa in corso - siano soltanto l’illicenziabilita’ dei lavoratori durante i 7 anni della commessa e il riconoscimento anche della Rete come parte che non verra’ esternalizzata entro il 2010;
* riteniamo che sia mancata un’analisi strutturale dei reparti contenuti nel c.d. “ramo d’azienda” al fine di mettere in campo una reale azione volta alla riduzione del numero dei lavoratori esternalizzati, in relazione alle attivita’ effettivamente svolte da questi;
* il testo dell’ipotesi di accordo da’ adito inoltre, in alcuni punti, ad interpretazioni dubbie sulle effettive tutele dei lavoratori anche durante i 7 anni.
Chiediamo che nel caso in cui i 914 colleghi interessati si esprimessero negativamente nei confronti di questa ipotesi di accordo, le OO.SS. e il coordinamento nazionale RSU riaprano immediatamente la vertenza per ottenere ulteriori garanzie, nonche’ la riduzione del numero delle persone coinvolte.
Chiediamo inoltre un impegno del sindacato a tutti i livelli volto a promuovere o accelerare una modifica legislativa sul tema della cessione di ramo d’azienda.
I lavoratori Vodafone Pisa riuniti in assemblea.
Preso atto della sottoscrizione dell’ipotesi di accordo tra OO.SS. e Azienda il 25 ottobre, vogliamo esprimere le seguenti considerazioni:
* pur riconoscendo che tale accordo rappresenta il massimo risultato fino a questo momento ottenuto nel settore TLC, non possiamo definirlo un successo dei lavoratori; anzi, tale accordo rappresenta un pesante arretramento, aggravato dal fatto che non e’ presente una reale clausola di salvaguardia se non entro i 7 anni della commessa; tale precarizzazione del lavoro vale sia per i 914 lavoratori che se ne andranno che per i 4000 circa che resteranno in Vodafone;
* riteniamo che i punti realmente acquisiti - oltre a quanto gia’ prospettato fin dall’inizio della trattativa in corso - siano soltanto l’illicenziabilita’ dei lavoratori durante i 7 anni della commessa e il riconoscimento anche della Rete come parte che non verra’ esternalizzata entro il 2010;
* riteniamo che sia mancata un’analisi strutturale dei reparti contenuti nel c.d. “ramo d’azienda” al fine di mettere in campo una reale azione volta alla riduzione del numero dei lavoratori esternalizzati, in relazione alle attivita’ effettivamente svolte da questi;
* il testo dell’ipotesi di accordo da’ adito inoltre, in alcuni punti, ad interpretazioni dubbie sulle effettive tutele dei lavoratori anche durante i 7 anni.
Chiediamo che nel caso in cui i 914 colleghi interessati si esprimessero negativamente nei confronti di questa ipotesi di accordo, le OO.SS. e il coordinamento nazionale RSU riaprano immediatamente la vertenza per ottenere ulteriori garanzie, nonche’ la riduzione del numero delle persone coinvolte.
Chiediamo inoltre un impegno del sindacato a tutti i livelli volto a promuovere o accelerare una modifica legislativa sul tema della cessione di ramo d’azienda.
I lavoratori Vodafone Pisa riuniti in assemblea.
lunedì 29 ottobre 2007
Lavoratrici e lavoratori di Roma: "Un accordo a perdere"
Le lavoratrici ed i lavoratori di Roma per il NO all’ipotesi di accordo ritengono il percorso seguito dalle segreterie nazionali di CGIL CISL E UIL davvero scandaloso e, comunque vada il risultato della votazione, secondo noi qualcuno dovrebbe rassegnare le dimissioni dal ruolo che ricopre. Siamo convinti che il protagonismo dell’insieme dei lavoratori, non solo abbia dato molto fastidio all’azienda (come era giusto che fosse) ma forse ha dato fastidio anche alle segreterie sindacali nazionali, che si son viste così scippato il ruolo che gli sarebbe dovuto competere e che di fatto non hanno voluto e saputo svolgere.
Riteniamo inoltre del tutto fuori luogo i trionfalismi del comunicato nazionale inviato a tutti i lavoratori e gravi, alcuni veri e propri depistaggi. Per esempio quando si parla che Vodafone non farà più esternalizzazioni per tre anni, dimenticando la frase che nell’ipotesi dice "fatti salvi eventuali trasferimenti all'interno del gruppo Vodafone e sue controllate"... questo vuol dire che Vodafone ha sicuramente in testa qualcosa, altrimenti non l'avrebbero scritta! E se per caso dovessero creare una controllata dove trasferire un'altra bella fetta di lavoratori e poi casualmente il primo aprile 2010 decidessero di vendere la controllata ad un soggetto terzo, così il pacchetto di lavoratori sarebbe già bello e confezionato? Quella frase assolutamente non tutela i lavoratori che (in questo caso) rimangono! Nello stesso comunicato c’è scritto che "lavoratori ed attività sono tra loro legati" quando invece è assolutamente chiaro che già da subito i dipendenti Vodafone potranno essere ricollocati da Comdata Care, su una qualsiasi commessa di altra società: surgelati, autovetture, assicurazioni che sia, ma non Vodafone. Sullo stesso comunicato si allude inoltre ad una possibilità di rinnovo del contratto, quando nel testo c’è scritto solo che "potrà essere rinnovato", frase questa che invece non da nessuna vera garanzia. E poi c’è questo brutto vizio delle OO. SS. di scrivere gli accordi facendo credere di mantenere diritti che invece sono già acquisiti! Gli accordi aziendali, il fondo di solidarietà e incredibilmente il Fondo Telemaco. Tutti diritti questi sanciti in modo incontrovertibile anche dall’art 2112 del codice civile!
Ci vengono a dire che questo è uno dei migliori accordi di esternalizzazione esistente nel settore privato! FALSO! Se ci si raffronta con il settore metalmeccanico che normalmente effettuano le cessioni di ramo d’azienda per situazioni di crisi, è ovvio che 7 anni sono tanti, rispetto ai 4 o 5 di altri accordi, ma se ci si raffronta con il settore bancario (che non sono in crisi, come non lo e’ Vodafone) ci troviamo di fronte a diverse cessioni di rami d'azienda che hanno clausole di salvaguardia VERE, con reintegro nella casa madre in caso di difficoltà del cessionario! Per sempre! Con il rispetto della professionalità del lavoratore che sarà sempre impiegato nell’attività dell'impresa cedente! Invece questo mercato del lavoro, con queste leggi, (soprattutto la tristemente nota per noi legge Maroni – impropriamente detta Biagi) permette a Vodafone di farci risucchiare nel vortice della precarietà e il contratto di lavoro pur rimanendo a tempo indeterminato, all’atto pratico passerà a tempo determinato a 7 anni! Allora perché non lottare per una clausola di salvaguardia vera, visto che Vodafone ha i soldi per poterla dare? Vodafone ha iniziato un processo di smembramento che presto si porterà appresso molti altri lavoratori, tutti risucchiati in dinamiche di instabilità lavorativa, così come quelli che adesso passano a Comdata. Alla nostra età! Nonostante i 4 miliardi di utile!
Ora, cosa accade nel caso in cui l’accordo dovesse essere bocciato? Che in base alla solita legge Maroni, il posto di lavoro è garantito per solo 1 anno, mentre l’unica cosa positiva dell'accordo (nel caso in cui se ne dovesse accettare l’impianto) è che garantisce la non licenziabilità per 7 anni, ma indica tra le motivazioni non comprese nella clausola di non licenziabilità, la giusta causa ed anche il giustificato motivo, che tecnicamente sono i licenziamenti collettivi per crisi aziendale, dunque si e’ garantiti o NO!? E poi basta questo? Lo sappiamo che qualcuno ci sta mettendo di fronte ad un bivio importante, ma non è forse il caso di provare ad alzare il livello dello scontro per ottenere di più? Se si accettano i 7 anni anche togliendo il giustificato motivo, per noi è comunque un fallimento totale! Dovremmo continuare a batterci perché in questo mercato del lavoro non si possa permettere ad aziende della portata di Vodafone di fare certe cose. Ci dovremmo battere perché le organizzazioni sindacali la smettano di fare una politica sindacale che non va al nocciolo delle questioni e che mette solo toppe, con tutti i limiti e perdita di diritti che questo comporta per i lavoratori.
Abbiamo scoperto che nel programma dell’Unione non solo c’era l’impegno di una modifica sostanziale della legge Maroni, ma che ci sono scritte anche le parole che di seguito riportiamo:
“Ci impegniamo a rivedere la normativa in merito agli appalti di opere e servizi e alla cessione di ramo d’azienda, spesso utilizzata in modo fittizio per aggirare le tutele dei lavoratori attraverso il meccanismo delle esternalizzazioni: la disciplina va ricondotta alla sua corretta dimensione, giustificata esclusivamente da oggettivi requisiti funzionali e organizzativi. In ogni caso, va riconosciuta una piena responsabilità dell’impresa appaltante nei confronti dei lavoratori delle imprese appaltatrici”... forse dovremmo anche mettere in piedi delle iniziative per ricordare a qualcuno quello che hanno scritto e pretendete che lo attuino!
E’ ovvio che se l’accordo dovesse essere bocciato, chiederemo alle organizzazioni sindacali quello sciopero generale di settore di cui si è tanto parlato ma che non è stato MAI proclamato, oramai indispensabile! Non solo, dovremmo noi riprendere quel protagonismo che tanto bene stava facendo alla nostra vertenza! E poi non sarà il caso di bloccare l’attività lavorativa per una settimana? Stiamo parlando del nostro futuro e di quello delle nostre famiglie!
Siamo convinti che i lavoratori uniti possano ottenere di piu’ di quanto sia scritto in questa ipotesi di accordo e con questo appello stiamo chiedendo a tutti uno scatto di orgoglio e di dignità. Sappiamo bene che la decisione è difficile, ma quello che ci spinge a continuare nella lotta, è il poter immaginare un futuro vero, dove possa avere ancora un senso la parola “speranza”.
Le lavoratrici e i lavoratori di Roma per il NO all'ipotesi di accordo
Riteniamo inoltre del tutto fuori luogo i trionfalismi del comunicato nazionale inviato a tutti i lavoratori e gravi, alcuni veri e propri depistaggi. Per esempio quando si parla che Vodafone non farà più esternalizzazioni per tre anni, dimenticando la frase che nell’ipotesi dice "fatti salvi eventuali trasferimenti all'interno del gruppo Vodafone e sue controllate"... questo vuol dire che Vodafone ha sicuramente in testa qualcosa, altrimenti non l'avrebbero scritta! E se per caso dovessero creare una controllata dove trasferire un'altra bella fetta di lavoratori e poi casualmente il primo aprile 2010 decidessero di vendere la controllata ad un soggetto terzo, così il pacchetto di lavoratori sarebbe già bello e confezionato? Quella frase assolutamente non tutela i lavoratori che (in questo caso) rimangono! Nello stesso comunicato c’è scritto che "lavoratori ed attività sono tra loro legati" quando invece è assolutamente chiaro che già da subito i dipendenti Vodafone potranno essere ricollocati da Comdata Care, su una qualsiasi commessa di altra società: surgelati, autovetture, assicurazioni che sia, ma non Vodafone. Sullo stesso comunicato si allude inoltre ad una possibilità di rinnovo del contratto, quando nel testo c’è scritto solo che "potrà essere rinnovato", frase questa che invece non da nessuna vera garanzia. E poi c’è questo brutto vizio delle OO. SS. di scrivere gli accordi facendo credere di mantenere diritti che invece sono già acquisiti! Gli accordi aziendali, il fondo di solidarietà e incredibilmente il Fondo Telemaco. Tutti diritti questi sanciti in modo incontrovertibile anche dall’art 2112 del codice civile!
Ci vengono a dire che questo è uno dei migliori accordi di esternalizzazione esistente nel settore privato! FALSO! Se ci si raffronta con il settore metalmeccanico che normalmente effettuano le cessioni di ramo d’azienda per situazioni di crisi, è ovvio che 7 anni sono tanti, rispetto ai 4 o 5 di altri accordi, ma se ci si raffronta con il settore bancario (che non sono in crisi, come non lo e’ Vodafone) ci troviamo di fronte a diverse cessioni di rami d'azienda che hanno clausole di salvaguardia VERE, con reintegro nella casa madre in caso di difficoltà del cessionario! Per sempre! Con il rispetto della professionalità del lavoratore che sarà sempre impiegato nell’attività dell'impresa cedente! Invece questo mercato del lavoro, con queste leggi, (soprattutto la tristemente nota per noi legge Maroni – impropriamente detta Biagi) permette a Vodafone di farci risucchiare nel vortice della precarietà e il contratto di lavoro pur rimanendo a tempo indeterminato, all’atto pratico passerà a tempo determinato a 7 anni! Allora perché non lottare per una clausola di salvaguardia vera, visto che Vodafone ha i soldi per poterla dare? Vodafone ha iniziato un processo di smembramento che presto si porterà appresso molti altri lavoratori, tutti risucchiati in dinamiche di instabilità lavorativa, così come quelli che adesso passano a Comdata. Alla nostra età! Nonostante i 4 miliardi di utile!
Ora, cosa accade nel caso in cui l’accordo dovesse essere bocciato? Che in base alla solita legge Maroni, il posto di lavoro è garantito per solo 1 anno, mentre l’unica cosa positiva dell'accordo (nel caso in cui se ne dovesse accettare l’impianto) è che garantisce la non licenziabilità per 7 anni, ma indica tra le motivazioni non comprese nella clausola di non licenziabilità, la giusta causa ed anche il giustificato motivo, che tecnicamente sono i licenziamenti collettivi per crisi aziendale, dunque si e’ garantiti o NO!? E poi basta questo? Lo sappiamo che qualcuno ci sta mettendo di fronte ad un bivio importante, ma non è forse il caso di provare ad alzare il livello dello scontro per ottenere di più? Se si accettano i 7 anni anche togliendo il giustificato motivo, per noi è comunque un fallimento totale! Dovremmo continuare a batterci perché in questo mercato del lavoro non si possa permettere ad aziende della portata di Vodafone di fare certe cose. Ci dovremmo battere perché le organizzazioni sindacali la smettano di fare una politica sindacale che non va al nocciolo delle questioni e che mette solo toppe, con tutti i limiti e perdita di diritti che questo comporta per i lavoratori.
Abbiamo scoperto che nel programma dell’Unione non solo c’era l’impegno di una modifica sostanziale della legge Maroni, ma che ci sono scritte anche le parole che di seguito riportiamo:
“Ci impegniamo a rivedere la normativa in merito agli appalti di opere e servizi e alla cessione di ramo d’azienda, spesso utilizzata in modo fittizio per aggirare le tutele dei lavoratori attraverso il meccanismo delle esternalizzazioni: la disciplina va ricondotta alla sua corretta dimensione, giustificata esclusivamente da oggettivi requisiti funzionali e organizzativi. In ogni caso, va riconosciuta una piena responsabilità dell’impresa appaltante nei confronti dei lavoratori delle imprese appaltatrici”... forse dovremmo anche mettere in piedi delle iniziative per ricordare a qualcuno quello che hanno scritto e pretendete che lo attuino!
E’ ovvio che se l’accordo dovesse essere bocciato, chiederemo alle organizzazioni sindacali quello sciopero generale di settore di cui si è tanto parlato ma che non è stato MAI proclamato, oramai indispensabile! Non solo, dovremmo noi riprendere quel protagonismo che tanto bene stava facendo alla nostra vertenza! E poi non sarà il caso di bloccare l’attività lavorativa per una settimana? Stiamo parlando del nostro futuro e di quello delle nostre famiglie!
Siamo convinti che i lavoratori uniti possano ottenere di piu’ di quanto sia scritto in questa ipotesi di accordo e con questo appello stiamo chiedendo a tutti uno scatto di orgoglio e di dignità. Sappiamo bene che la decisione è difficile, ma quello che ci spinge a continuare nella lotta, è il poter immaginare un futuro vero, dove possa avere ancora un senso la parola “speranza”.
Le lavoratrici e i lavoratori di Roma per il NO all'ipotesi di accordo
sabato 27 ottobre 2007
Cobas Vodafone: - "Perchè l'ipotesi d'accordo è da bocciare"
Una premessa per chiarire la nostra posizione: per tutelarci al meglio, qualsiasi accordo prodotto dovrebbe essere bocciato, perchè interviene a sanare le mancanze legali di questa esternalizzazione, ponendosi come ostacolo alla lotta sul piano legale. Inoltre, l'aver prodotto questa ipotesi di accordo, è stato un vero colpo di mano, un disprezzo della democrazia e della sovranità popolare che in questo caso era espressa dalla volontà dei Lavoratori di combattere questa cessione e non di armonizzarla, al fine di chiedere, poi, una più profonda battaglia alle leggi che consentono questi abusi.
Un'osservazione che segue alcune dichiarazioni fatte durante la prima plenaria dell'azienda tenutasi su questo argomento: a parte, ormai, la mancanza assoluta di credibilità dell'azienda, dichiarare che se bocciamo questo accordo verremmo tutti licenziati nel giro di 18 mesi; se fosse vero (ma è falso), vorrebbe dire due cose: (1) la cessione non si realizza e 914 Lavoratori riescono a consumare oltre 4 miliardi di euro all'anno, mandando in crisi Vodafone; (2) l'azienda a cui ci stanno cedendo è così pericolante e/o infame, che se non c'è qualcuno/qualcosa che la obbliga a non licenziare (e vedremo che questo accordo nemmeno lo fa), questa non resiste più di un anno e mezzo.
Un'altra precisazione: in questo accordo c'è un utilizzo dei nomi "Comdata Spa" e "Comdata Care", che vengono alternati a proprio piacimento e per scopi ben precisi.
E' da precisare che saremmo dipendenti della Comdata Care; quindi, nei nostri confronti, Comdata Spa non avrà nessun obbligo giuridico. Infatti, i due soggetti sono indipendenti tra loro e legalmente le vicende che interessano Comdata Care (compresi i rapporti coi suoi dipendenti) non impegnano Comdata Spa (infatti, al punto 2 dell'accordo, sarebbero i nuovi assunti di Comdata Care ad usufruire dei nostri diritti contrattuali, e non quelli di Comdata Spa).
Di seguito in corsivo i punti di interesse tratti testo integrale dell'accordo (quello originale, perché il comunicato sindacale nazionale in cui si sintetizza l'accordo, non ha alcun valore).
In tondo e in grassetto i nostri commenti.
(...) Su richiesta delle Organizzazioni sindacali viene, inoltre, confermato che l'attuale piano industriale non prevede ulteriori progetti di esternalizzazione, fatti salvi eventuali trasferimenti all'interno del Gruppo Vodafone e sue controllate e quanto già specificatamente illustrato alle Organizzazioni sindacali in merito ad un progetto globale relativo ad alcune attività dell'Information Technology che, con riguardo a Vodafone Italia, concerne la sola sede di Milano, da avviarsi qualora tale progetto venga approvato dal Consiglio di Amministrazione dell'azienda.
Non c'è alcuna garanzia che non ci siano altre esternalizzazioni per i prossimi 38 mesi (si parla di pino industriale che scade a dicembre 2010), perchè Vodafone conferma che l'attuale piano industriale non prevede ulteriori esternalizzazioni, ma i piani industriali vengono rivisti più volte a distanza di pochi mesi e non c'è alcun impegno specifico da parte di Vodafone a non attuare nuove cessioni.
(...) 4. le parti hanno condiviso la necessità di garantire con la presente intesa le condizioni e i trattamenti individuali e collettivi sindacalmente definiti e attualmente in essere allo scopo di mantenere stabili condizioni di lavoro nei confronti delle persone oggetto del trasferimento.
Inultile! Hanno solo condiviso la necessità di non violare la legge!
(...) 1. Il presente accordo si applica nei confronti delle persone oggetto del trasferimento di ramo d'azienda comunicato il 17 settembre 2007.
Il peggiore! Il sindacato legittima e ufficializza che è una cessione di ramo d'azienda. In questo modo l'azienda potrà meglio difendersi dai ricorsi legali.
(...) 2. Comdata Care in caso di nuove assunzioni applicherà i trattamenti economici e normativi previsti al successivo punto 3.
Inutile per noi! Ci fa piacere per gli eventuali nuovi assunti.
(...) 3. La Comdata Care si impegna a mantenere nei confronti del personale trasferito il CCNL 3 dicembre 2005 (ecc.) Nel dettaglio vengono di seguito specificati a solo titolo esemplificativo i principali trattamenti collettivi e le relative modalità attuative che saranno applicate nei confronti del personale trasferito: Trattamento di maternità (ex ALO), Turistica agevolata per le mamme, Ticket restaurant, Indennità di cuffia per gli aventi diritto, Premio di risultato, Tipologia di contratto Part-time/full-time, Assistenza sanitaria integrativa (FSIO), Permessi esame, Assistenza previdenziale integrativa.
Inutile! Comdata Care si impegna solo a non violare la legge. Come se dicesse di impegnarsi a pagarci lo stipendio! Inoltre, per chi cercava di creare confusione circa la scadenza degli accordi, qui non si parla nè di scadenza nè di proroghe di scadenza, a riprova non si cambia nulla rispetto a una situazione senza accordo sindacale!
(...) In particolare, con riferimento al Premio di risultato e alle forme di assistenza integrativa le modalità attuative relative al mantenimento di tali trattamenti sono definite come segue:
Premio di risultato: Vodafone Italia trasferirà a Comdata Care il Pdr maturato alla data del trasferimento valorizzato al 100% del target, inoltre per il periodo novembre 2007 – marzo 2008 Comdata Care procederà alla valorizzazione del Pdr mantenendo il 100% del target che sarà erogato con le competenze di luglio 2008. Inoltre Comdata Care si impegna entro il mese di gennaio 2008 ad aprire un confronto con le OO.SS per individuare gli indicatori e gli obiettivi per la definizione del nuovo Pdr per il quadriennio 2008 – 2011.
Oltre a quanto sopra detto, qui si aggiunge ilimite del 100% dei target: sinora abbiamo sempre superato target, è verosimile che perderemo da subito dei soldi.
Fondo sanitario (FSIO): La Comdata Care si dichiara disponibile – subordinatamente alle necessarie modifiche statutarie da attuare in tempi rapidi – a mantenere la condizione di iscritto al fondo a tutto il personale oggetto del trasferimento del ramo d'azienda, secondo le condizioni attualmente in vigore.
Inutile! Lo impone la legge. Anzi, dannoso: lascia via libera a nebulose modifiche statutarie. Inoltre nel fondo ci sono i nostri soldi e la cessione di ramo non è un'ipotesi prevista, nè negli accordi nè nello statuto, come estintiva dei nostri diritti. Se non ci venisse riconosciuto, a Vodafone resterebbero i nostri soldi, il che aprirebbe una questione legale a parte.
Fondo di previdenza integrativa: Comdata Care riconosce che a seguito del trasferimento del ramo d'azienda i dipendenti interessati manterranno l'iscrizione al Fondo Telemaco secondo le modalità e le condizioni in essere al momento del trasferimento. In aggiunta a quanto sopra riportato le parti intendono specificare le seguenti condizioni di carattere generale: (*) Aspettative: Comdata Care manterrà in aspettativa coloro che al momento del passaggio fossero già in tale condizione in forza dell'accordo Vodafone Italia del 25/11/2003. (*) Straordinari: Comdata Care riconoscerà al personale trasferito le maggiorazioni previste dall'accordo Vodafone Italia del 25/11/2003.-. 27 ottobre 2004
Inutile! Lo prevede la legge!
NOTA BENE 1: Il presente accordo costituisce valida condizione per l'accelerazione, prima della data di effettivo trasferimento in Comdata Care dei piani aziendali azionari, cosiddette "All shares" 2006 e 2007.
NOTA BENE 2: Vodafone Omnitel NV consentirà alle persone oggetto del trasferimento del ramo d'azienda di poter trasferire il proprio numero di telefono cellulare su richiesta degli interessati
NOTA BENE 3: Per coloro che usufruiscono della convenzione relativa agli asili nido, Vodafone Omnitel NV si impegna a garantire la fruibilità di tale servizio per tutto il presente anno scolastico.
Oltre al relativo valore economico che non incide significativamente sul nostro futuro, sono delle trappole: impongono una condotta attiva da parte dei lavoratori per chiedere l'applicazione di una parte dell'accordo (es.: richiesta del proprio numero di cellulare), il che potrebbe essere interpretato legalmente come tacita accettazione di tutto l'accordo!
(...) 4. Considerato la strategicità della collaborazione tra Comdata Care e Vodafone Italia, le aziende e le OO.SS si incontreranno due volte all'anno durante l'intera durata della collaborazione, allo scopo di monitorare lo stato di avanzamento delle attività e del servizio in relazione alle evoluzioni occupazionali.
No Comment!
(...) 5. Comdata Care si impegna ad attuare un piano formativo teso a garantire lo sviluppo delle competenze e l'adeguato aggiornamento professionale delle risorse trasferite.
Buono per Comdata care se lo fa!
(...) 6. Comdata Care al fine di avviare un costruttivo sistema relazionale con le OO.SS. e le RSU riconoscerà le RSU presenti nel ramo ceduto fino alla loro naturale scadenza.
No comment!
(...) 7.In riferimento ai lavoratori oggetto della presente cessione e posto che Comdata Care intende svilupparsi sul mercato sulla base delle attività e delle risorse trasferite da Vodafone Italia e di eventuali future commesse, Vodafone Italia e Comdata Care garantiscono la piena stabilità occupazionale per tutta la durata del contratto di servizio pari a 7 anni (fatte salve le dimissioni, i licenziamenti per giusta causa e giustificato motivo e le eventuali uscite volontarie).
1) Nei sette anni, sin da subito, ti possono spostare su qualunque tipo di commessa: da Vodafone allo sciolglipancia.
2) Passiamo da un contratto a tempo indeterminato a un contratto a scadenza (7 anni).
3) Vedremo dopo perchè possiamo trovarci senza lavoro anche mlto prima dei 7 anni.
8.In caso di risoluzione anticipata da parte di Vodafone Italia del contratto di servizio con il Gruppo Comdata, Vodafone Italia garantirà che le attività e i lavoratori adibiti alle attività previste dal contratto di servizio con Vodafone Italia vengano affidati ad un soggetto terzo con il mantenimento senza soluzione di continuità dei rapporti di lavoro e delle condizioni del presente accordo. Comdata Care si impegnerà a garantire la stabilità occupazionale e le condizioni del presente accordo alle persone che dovessero essere impegnate su eventuali altre commesse al momento della risoluzione anticipata del contratto di servizio da parte di Vodafone Italia. In tale caso gli eventuali lavoratori e lavoratrici, originariamente ceduti, impegnati a quel momento su attività legate a eventuali diverse commesse potranno, con richiesta individuale, esercitare il diritto di opzione di trasferimento al nuovo soggetto terzo scelto da Vodafone Italia di cui sopra.
Tutto molto bello (si fa per dire) se la risoluzione anticipata è da parte di Vodafone... Ma se è da parte di Comdata? Zero garanzie e tutti per strada!
Nell'esternalizzazione di Tim a Cos è stata usata la stessa formula: dopo poco più di un anno Cos ha dichiarato la comessa troppo onerosa ed ha rescisso il contratto. Quei lavoratori sono stati messi in mobilità e ora sono per strada.
(...) 9. Nella denegata ipotesi di fallimento di Comdata Spa, Vodafone Italia nel rispetto del presente accordo e in ottemperanza alle vigenti leggi in materia di procedure concorsuali e in coerenza con una clausola generale di responsabilità sociale si impegna a mettere in campo le azioni volte a garantire il mantenimento di rapporti di lavoro dei lavoratori oggetto del trasferimento del ramo d'azienda del 17 settembre 2007 presso un soggetto terzo che rilevi tutte le persone cedute o attraverso la reinternalizzazione in Vodafone Italia.
A parte la ricerca di questo sconoscito soggetto terzo, qui si parla di fallimento di Comdata Spa: ma se fallisce Comdata Care, che è molto più probabile e funzionale a questo piano di smaltimento del personale? Zero garanzie e tutti per strada! Inoltre, prima del fallimento, ci sono una serie di stati di crisi economica dell'azienda che non vengono menzionati e sui quali non ci sono garanzie.
(...) 10. Comdata Care garantisce che i lavoratori oggetto di cessione non potranno svolgere la propria prestazione in sede di lavoro (intendendo il comune) diverse dalle attuali (Milano, Ivrea, Roma, Napoli e Padova), per tutta la durata della commessa.
Non conosciamo la situazione geografica di tutte le zone, ma immaginiamo che i vari comuni siano abbastanza vasti. Inoltre la sede che loro definiscono "Napoli" si trova in realtà nel comune di Pozzuoli; mettendo comune di Napoli ben potremmo essere spostati a Nola ad esempio!
Anche qui, tra l'altro, si parla di garanzia per la durata della commessa che, abbiamo visto prima, potrebbe essere inferiore ai già limitati 7 anni,, con risoluzione anticipata della commessa.
Inoltre, curiosa la struttura della frase che è in negativo ("non potranno svolgere la propria prestazione") che lascia un dubbio: se Comdata sposta la propria sede di lavoro?
(...) 11. Il contratto di servizio tra Vodafone Italia e Comdata Spa potrà essere rinnovato e non prevede il ricorso al sub-appalto per l'esecuzione delle attività oggetto del trasferimento.
Ancora una volta si parla di Comdata Spa, ma noi saremo dipendenti di Comdata Care, che, essendo un soggetto giuridicamente diverso, non ha alcun vincolo a riguardo.
(...) 12. Nell'ambito del principio condiviso di salvaguardia sociale che stabilisce il collegamento tra i lavoratori trasferiti e la commessa di cui al punto 7) su richiesta delle OOSS si terrà una specifica riunione da tenersi a partire da un anno data dalla scadenza del contratto di servizio con Vodafone, allo scopo di esaminare la situazione relativa alle prospettive occupazionali delle persone cedute al fine di preservare la continuità occupazionale.
E chi se ne frega!
Un'osservazione che segue alcune dichiarazioni fatte durante la prima plenaria dell'azienda tenutasi su questo argomento: a parte, ormai, la mancanza assoluta di credibilità dell'azienda, dichiarare che se bocciamo questo accordo verremmo tutti licenziati nel giro di 18 mesi; se fosse vero (ma è falso), vorrebbe dire due cose: (1) la cessione non si realizza e 914 Lavoratori riescono a consumare oltre 4 miliardi di euro all'anno, mandando in crisi Vodafone; (2) l'azienda a cui ci stanno cedendo è così pericolante e/o infame, che se non c'è qualcuno/qualcosa che la obbliga a non licenziare (e vedremo che questo accordo nemmeno lo fa), questa non resiste più di un anno e mezzo.
Un'altra precisazione: in questo accordo c'è un utilizzo dei nomi "Comdata Spa" e "Comdata Care", che vengono alternati a proprio piacimento e per scopi ben precisi.
E' da precisare che saremmo dipendenti della Comdata Care; quindi, nei nostri confronti, Comdata Spa non avrà nessun obbligo giuridico. Infatti, i due soggetti sono indipendenti tra loro e legalmente le vicende che interessano Comdata Care (compresi i rapporti coi suoi dipendenti) non impegnano Comdata Spa (infatti, al punto 2 dell'accordo, sarebbero i nuovi assunti di Comdata Care ad usufruire dei nostri diritti contrattuali, e non quelli di Comdata Spa).
Di seguito in corsivo i punti di interesse tratti testo integrale dell'accordo (quello originale, perché il comunicato sindacale nazionale in cui si sintetizza l'accordo, non ha alcun valore).
In tondo e in grassetto i nostri commenti.
(...) Su richiesta delle Organizzazioni sindacali viene, inoltre, confermato che l'attuale piano industriale non prevede ulteriori progetti di esternalizzazione, fatti salvi eventuali trasferimenti all'interno del Gruppo Vodafone e sue controllate e quanto già specificatamente illustrato alle Organizzazioni sindacali in merito ad un progetto globale relativo ad alcune attività dell'Information Technology che, con riguardo a Vodafone Italia, concerne la sola sede di Milano, da avviarsi qualora tale progetto venga approvato dal Consiglio di Amministrazione dell'azienda.
Non c'è alcuna garanzia che non ci siano altre esternalizzazioni per i prossimi 38 mesi (si parla di pino industriale che scade a dicembre 2010), perchè Vodafone conferma che l'attuale piano industriale non prevede ulteriori esternalizzazioni, ma i piani industriali vengono rivisti più volte a distanza di pochi mesi e non c'è alcun impegno specifico da parte di Vodafone a non attuare nuove cessioni.
(...) 4. le parti hanno condiviso la necessità di garantire con la presente intesa le condizioni e i trattamenti individuali e collettivi sindacalmente definiti e attualmente in essere allo scopo di mantenere stabili condizioni di lavoro nei confronti delle persone oggetto del trasferimento.
Inultile! Hanno solo condiviso la necessità di non violare la legge!
(...) 1. Il presente accordo si applica nei confronti delle persone oggetto del trasferimento di ramo d'azienda comunicato il 17 settembre 2007.
Il peggiore! Il sindacato legittima e ufficializza che è una cessione di ramo d'azienda. In questo modo l'azienda potrà meglio difendersi dai ricorsi legali.
(...) 2. Comdata Care in caso di nuove assunzioni applicherà i trattamenti economici e normativi previsti al successivo punto 3.
Inutile per noi! Ci fa piacere per gli eventuali nuovi assunti.
(...) 3. La Comdata Care si impegna a mantenere nei confronti del personale trasferito il CCNL 3 dicembre 2005 (ecc.) Nel dettaglio vengono di seguito specificati a solo titolo esemplificativo i principali trattamenti collettivi e le relative modalità attuative che saranno applicate nei confronti del personale trasferito: Trattamento di maternità (ex ALO), Turistica agevolata per le mamme, Ticket restaurant, Indennità di cuffia per gli aventi diritto, Premio di risultato, Tipologia di contratto Part-time/full-time, Assistenza sanitaria integrativa (FSIO), Permessi esame, Assistenza previdenziale integrativa.
Inutile! Comdata Care si impegna solo a non violare la legge. Come se dicesse di impegnarsi a pagarci lo stipendio! Inoltre, per chi cercava di creare confusione circa la scadenza degli accordi, qui non si parla nè di scadenza nè di proroghe di scadenza, a riprova non si cambia nulla rispetto a una situazione senza accordo sindacale!
(...) In particolare, con riferimento al Premio di risultato e alle forme di assistenza integrativa le modalità attuative relative al mantenimento di tali trattamenti sono definite come segue:
Premio di risultato: Vodafone Italia trasferirà a Comdata Care il Pdr maturato alla data del trasferimento valorizzato al 100% del target, inoltre per il periodo novembre 2007 – marzo 2008 Comdata Care procederà alla valorizzazione del Pdr mantenendo il 100% del target che sarà erogato con le competenze di luglio 2008. Inoltre Comdata Care si impegna entro il mese di gennaio 2008 ad aprire un confronto con le OO.SS per individuare gli indicatori e gli obiettivi per la definizione del nuovo Pdr per il quadriennio 2008 – 2011.
Oltre a quanto sopra detto, qui si aggiunge ilimite del 100% dei target: sinora abbiamo sempre superato target, è verosimile che perderemo da subito dei soldi.
Fondo sanitario (FSIO): La Comdata Care si dichiara disponibile – subordinatamente alle necessarie modifiche statutarie da attuare in tempi rapidi – a mantenere la condizione di iscritto al fondo a tutto il personale oggetto del trasferimento del ramo d'azienda, secondo le condizioni attualmente in vigore.
Inutile! Lo impone la legge. Anzi, dannoso: lascia via libera a nebulose modifiche statutarie. Inoltre nel fondo ci sono i nostri soldi e la cessione di ramo non è un'ipotesi prevista, nè negli accordi nè nello statuto, come estintiva dei nostri diritti. Se non ci venisse riconosciuto, a Vodafone resterebbero i nostri soldi, il che aprirebbe una questione legale a parte.
Fondo di previdenza integrativa: Comdata Care riconosce che a seguito del trasferimento del ramo d'azienda i dipendenti interessati manterranno l'iscrizione al Fondo Telemaco secondo le modalità e le condizioni in essere al momento del trasferimento. In aggiunta a quanto sopra riportato le parti intendono specificare le seguenti condizioni di carattere generale: (*) Aspettative: Comdata Care manterrà in aspettativa coloro che al momento del passaggio fossero già in tale condizione in forza dell'accordo Vodafone Italia del 25/11/2003. (*) Straordinari: Comdata Care riconoscerà al personale trasferito le maggiorazioni previste dall'accordo Vodafone Italia del 25/11/2003.-. 27 ottobre 2004
Inutile! Lo prevede la legge!
NOTA BENE 1: Il presente accordo costituisce valida condizione per l'accelerazione, prima della data di effettivo trasferimento in Comdata Care dei piani aziendali azionari, cosiddette "All shares" 2006 e 2007.
NOTA BENE 2: Vodafone Omnitel NV consentirà alle persone oggetto del trasferimento del ramo d'azienda di poter trasferire il proprio numero di telefono cellulare su richiesta degli interessati
NOTA BENE 3: Per coloro che usufruiscono della convenzione relativa agli asili nido, Vodafone Omnitel NV si impegna a garantire la fruibilità di tale servizio per tutto il presente anno scolastico.
Oltre al relativo valore economico che non incide significativamente sul nostro futuro, sono delle trappole: impongono una condotta attiva da parte dei lavoratori per chiedere l'applicazione di una parte dell'accordo (es.: richiesta del proprio numero di cellulare), il che potrebbe essere interpretato legalmente come tacita accettazione di tutto l'accordo!
(...) 4. Considerato la strategicità della collaborazione tra Comdata Care e Vodafone Italia, le aziende e le OO.SS si incontreranno due volte all'anno durante l'intera durata della collaborazione, allo scopo di monitorare lo stato di avanzamento delle attività e del servizio in relazione alle evoluzioni occupazionali.
No Comment!
(...) 5. Comdata Care si impegna ad attuare un piano formativo teso a garantire lo sviluppo delle competenze e l'adeguato aggiornamento professionale delle risorse trasferite.
Buono per Comdata care se lo fa!
(...) 6. Comdata Care al fine di avviare un costruttivo sistema relazionale con le OO.SS. e le RSU riconoscerà le RSU presenti nel ramo ceduto fino alla loro naturale scadenza.
No comment!
(...) 7.In riferimento ai lavoratori oggetto della presente cessione e posto che Comdata Care intende svilupparsi sul mercato sulla base delle attività e delle risorse trasferite da Vodafone Italia e di eventuali future commesse, Vodafone Italia e Comdata Care garantiscono la piena stabilità occupazionale per tutta la durata del contratto di servizio pari a 7 anni (fatte salve le dimissioni, i licenziamenti per giusta causa e giustificato motivo e le eventuali uscite volontarie).
1) Nei sette anni, sin da subito, ti possono spostare su qualunque tipo di commessa: da Vodafone allo sciolglipancia.
2) Passiamo da un contratto a tempo indeterminato a un contratto a scadenza (7 anni).
3) Vedremo dopo perchè possiamo trovarci senza lavoro anche mlto prima dei 7 anni.
8.In caso di risoluzione anticipata da parte di Vodafone Italia del contratto di servizio con il Gruppo Comdata, Vodafone Italia garantirà che le attività e i lavoratori adibiti alle attività previste dal contratto di servizio con Vodafone Italia vengano affidati ad un soggetto terzo con il mantenimento senza soluzione di continuità dei rapporti di lavoro e delle condizioni del presente accordo. Comdata Care si impegnerà a garantire la stabilità occupazionale e le condizioni del presente accordo alle persone che dovessero essere impegnate su eventuali altre commesse al momento della risoluzione anticipata del contratto di servizio da parte di Vodafone Italia. In tale caso gli eventuali lavoratori e lavoratrici, originariamente ceduti, impegnati a quel momento su attività legate a eventuali diverse commesse potranno, con richiesta individuale, esercitare il diritto di opzione di trasferimento al nuovo soggetto terzo scelto da Vodafone Italia di cui sopra.
Tutto molto bello (si fa per dire) se la risoluzione anticipata è da parte di Vodafone... Ma se è da parte di Comdata? Zero garanzie e tutti per strada!
Nell'esternalizzazione di Tim a Cos è stata usata la stessa formula: dopo poco più di un anno Cos ha dichiarato la comessa troppo onerosa ed ha rescisso il contratto. Quei lavoratori sono stati messi in mobilità e ora sono per strada.
(...) 9. Nella denegata ipotesi di fallimento di Comdata Spa, Vodafone Italia nel rispetto del presente accordo e in ottemperanza alle vigenti leggi in materia di procedure concorsuali e in coerenza con una clausola generale di responsabilità sociale si impegna a mettere in campo le azioni volte a garantire il mantenimento di rapporti di lavoro dei lavoratori oggetto del trasferimento del ramo d'azienda del 17 settembre 2007 presso un soggetto terzo che rilevi tutte le persone cedute o attraverso la reinternalizzazione in Vodafone Italia.
A parte la ricerca di questo sconoscito soggetto terzo, qui si parla di fallimento di Comdata Spa: ma se fallisce Comdata Care, che è molto più probabile e funzionale a questo piano di smaltimento del personale? Zero garanzie e tutti per strada! Inoltre, prima del fallimento, ci sono una serie di stati di crisi economica dell'azienda che non vengono menzionati e sui quali non ci sono garanzie.
(...) 10. Comdata Care garantisce che i lavoratori oggetto di cessione non potranno svolgere la propria prestazione in sede di lavoro (intendendo il comune) diverse dalle attuali (Milano, Ivrea, Roma, Napoli e Padova), per tutta la durata della commessa.
Non conosciamo la situazione geografica di tutte le zone, ma immaginiamo che i vari comuni siano abbastanza vasti. Inoltre la sede che loro definiscono "Napoli" si trova in realtà nel comune di Pozzuoli; mettendo comune di Napoli ben potremmo essere spostati a Nola ad esempio!
Anche qui, tra l'altro, si parla di garanzia per la durata della commessa che, abbiamo visto prima, potrebbe essere inferiore ai già limitati 7 anni,, con risoluzione anticipata della commessa.
Inoltre, curiosa la struttura della frase che è in negativo ("non potranno svolgere la propria prestazione") che lascia un dubbio: se Comdata sposta la propria sede di lavoro?
(...) 11. Il contratto di servizio tra Vodafone Italia e Comdata Spa potrà essere rinnovato e non prevede il ricorso al sub-appalto per l'esecuzione delle attività oggetto del trasferimento.
Ancora una volta si parla di Comdata Spa, ma noi saremo dipendenti di Comdata Care, che, essendo un soggetto giuridicamente diverso, non ha alcun vincolo a riguardo.
(...) 12. Nell'ambito del principio condiviso di salvaguardia sociale che stabilisce il collegamento tra i lavoratori trasferiti e la commessa di cui al punto 7) su richiesta delle OOSS si terrà una specifica riunione da tenersi a partire da un anno data dalla scadenza del contratto di servizio con Vodafone, allo scopo di esaminare la situazione relativa alle prospettive occupazionali delle persone cedute al fine di preservare la continuità occupazionale.
E chi se ne frega!
venerdì 26 ottobre 2007
RSU Bologna: -"Segreterie Nazionali intolleranti, sorde, distanti hanno prodotto un accordo da bocciare"
Questa notte e’ stato siglato un accordo di armonizzazione tra le Organizzazioni Sindacali, la Vodafone e la neonata Comdata Care, che verrà sottoposto al voto nei prossimi giorni. Dobbiamo registrare alcuni aspetti di tutta questa vertenza che la segnano negativamente per i modi e per i tempi attraverso i quali è stata condotta.
Consideriamo che il rapporto con i lavoratori, per tutta la durata della vertenza, sia stato impostato in modo decisamente negativo: abbiamo assistito ad una conduzione esclusivamente verticistica delle dinamiche decisionali e una preoccupante intolleranza alla critica, che non hanno permesso ai lavoratori di vedere rappresentate le proprie istanze.
Sin dall'inizio, la distanza tra essi e il gruppo dirigente delle Segreterie Nazionali è stata profonda e ciò che è più grave è che questo non ha costituito un problema di rappresentanza per il gruppo dirigente stesso.
Quando un sindacato avanza sordo, senza tenere più in considerazione il parere dei lavoratori che sono il soggetto che rappresenta e quindi motivo fondante della sua stessa esistenza, allora quel sindacato si avventura in percorsi pericolosi, dimentico della propria storia e della proprie caratteristiche peculiari. Prova di ciò sono le critiche dei lavoratori alle modalità di costruzione delle mobilitazioni, quindi le successive spontanee alternative messe in campo e la consultazione conclusiva circa la richiesta di mandato a trattare.
Ed è a proposito di quest'ultimo aspetto che è stata prodotta una vera e propria lesione nei confronti dei lavoratori, dal punto di vista delle dinamiche democratiche relative alle decisioni da prendere, lesione che avvilisce e svilisce il ruolo dei lavoratori come soggetto attivo e primariamente interessato allo svilupparsi degli eventi. La consultazione, che non ha visto la partecipazione di tutti (ci chiediamo ancora perchè a Napoli le rsu abbiano annullato la seconda assemblea e non conteggiato i voti della prima, in cui era emerso un unanime NO) ha espresso un chiaro dissenso dei lavoratori sia sul mandato a trattare l'armonizzazione sulle basi dell'ordine del giorno proposto delle Segreterie Nazionali, sia su quello relativo al prossimo piano industriale Vodafone.
E' incredibile come questo evidente risultato politico sia stato "reinterpretato" dai Segretari Nazionali e poi svuotato di senso, fino a far giungere la delegazione alla necessità (?) di autoconferirsi un mandato a trattare: per la serie, "quello che esce dalla porta lo si fa rientrare dalla finestra", anche se si tratta della legittima espressione della volontà delle lavoratrici e dei lavoratori.
Si è ripetuto lo schema già visto in occasione del rinnovo del Contratto Nazionale del 2005 (parte economica + normativa): si è deciso di contenere un movimento nascente, consapevole e determinato, un movimento di contrasto alle logiche aziendali di sfrenata rincorsa al profitto, di rivendicazione di diritti e di una migliore qualità di vita, scegliendo di non provare ad alterare (a favore di chi lavora!) i rapporti di forza e la conseguente spinta rivendicativa che ne segue.
Quanto al giudizio sull'accordo esso non può che essere negativo in quanto legittima l'esternalizzazione proprio in un momento in cui la volontà dei lavoratori di non giungere ora ad un accordo e di proseguire la mobilitazione si era palesata senza alcuna ambiguità nelle consultazioni assembleari, in un momento in cui le iniziative messe in campo da lavoratori e delegati hanno portato l'attenzione mediatica sul caso Vodafone ai massimi livelli, tanto da far diventare questa nostra lotta una vertenza simbolo contro le esternalizzazioni e la precarietà occupazionale.
Si sarà persa un'occasione, quella di provare a porre un argine sociale costruito dai tanti lavoratori coinvolti o solidali, ad un contesto che permette scempi di questa portata che minano il futuro di tutti noi.
Si sarà persa l'occasione di riprendere in mano il senso della storia del sindacato che pone i propri obiettivi ben al di là del "consentito" e del "previsto legalmente", ma che parla alle persone, ai loro cuori e alle loro speranze e volontà di costruire un mondo del lavoro migliore per una società migliore.
nota informativa
Informiamo i lavoratori che a distanza di pochi giorni dalle ultime assemblee “calate dall’alto”, la storia si ripete (anche se la presunta giustificazione della fretta stavolta non regge neanche un po'): le Segreterie Sindacali provinciali di Bologna hanno indetto l'ennesima assemblea senza concordare, condividere e neanche informare i delegati circa il giorno e l’ora; un altro esempio di gestione verticistica del rapporto col mondo del lavoro...?
RSU Bologna
Consideriamo che il rapporto con i lavoratori, per tutta la durata della vertenza, sia stato impostato in modo decisamente negativo: abbiamo assistito ad una conduzione esclusivamente verticistica delle dinamiche decisionali e una preoccupante intolleranza alla critica, che non hanno permesso ai lavoratori di vedere rappresentate le proprie istanze.
Sin dall'inizio, la distanza tra essi e il gruppo dirigente delle Segreterie Nazionali è stata profonda e ciò che è più grave è che questo non ha costituito un problema di rappresentanza per il gruppo dirigente stesso.
Quando un sindacato avanza sordo, senza tenere più in considerazione il parere dei lavoratori che sono il soggetto che rappresenta e quindi motivo fondante della sua stessa esistenza, allora quel sindacato si avventura in percorsi pericolosi, dimentico della propria storia e della proprie caratteristiche peculiari. Prova di ciò sono le critiche dei lavoratori alle modalità di costruzione delle mobilitazioni, quindi le successive spontanee alternative messe in campo e la consultazione conclusiva circa la richiesta di mandato a trattare.
Ed è a proposito di quest'ultimo aspetto che è stata prodotta una vera e propria lesione nei confronti dei lavoratori, dal punto di vista delle dinamiche democratiche relative alle decisioni da prendere, lesione che avvilisce e svilisce il ruolo dei lavoratori come soggetto attivo e primariamente interessato allo svilupparsi degli eventi. La consultazione, che non ha visto la partecipazione di tutti (ci chiediamo ancora perchè a Napoli le rsu abbiano annullato la seconda assemblea e non conteggiato i voti della prima, in cui era emerso un unanime NO) ha espresso un chiaro dissenso dei lavoratori sia sul mandato a trattare l'armonizzazione sulle basi dell'ordine del giorno proposto delle Segreterie Nazionali, sia su quello relativo al prossimo piano industriale Vodafone.
E' incredibile come questo evidente risultato politico sia stato "reinterpretato" dai Segretari Nazionali e poi svuotato di senso, fino a far giungere la delegazione alla necessità (?) di autoconferirsi un mandato a trattare: per la serie, "quello che esce dalla porta lo si fa rientrare dalla finestra", anche se si tratta della legittima espressione della volontà delle lavoratrici e dei lavoratori.
Si è ripetuto lo schema già visto in occasione del rinnovo del Contratto Nazionale del 2005 (parte economica + normativa): si è deciso di contenere un movimento nascente, consapevole e determinato, un movimento di contrasto alle logiche aziendali di sfrenata rincorsa al profitto, di rivendicazione di diritti e di una migliore qualità di vita, scegliendo di non provare ad alterare (a favore di chi lavora!) i rapporti di forza e la conseguente spinta rivendicativa che ne segue.
Quanto al giudizio sull'accordo esso non può che essere negativo in quanto legittima l'esternalizzazione proprio in un momento in cui la volontà dei lavoratori di non giungere ora ad un accordo e di proseguire la mobilitazione si era palesata senza alcuna ambiguità nelle consultazioni assembleari, in un momento in cui le iniziative messe in campo da lavoratori e delegati hanno portato l'attenzione mediatica sul caso Vodafone ai massimi livelli, tanto da far diventare questa nostra lotta una vertenza simbolo contro le esternalizzazioni e la precarietà occupazionale.
Si sarà persa un'occasione, quella di provare a porre un argine sociale costruito dai tanti lavoratori coinvolti o solidali, ad un contesto che permette scempi di questa portata che minano il futuro di tutti noi.
Si sarà persa l'occasione di riprendere in mano il senso della storia del sindacato che pone i propri obiettivi ben al di là del "consentito" e del "previsto legalmente", ma che parla alle persone, ai loro cuori e alle loro speranze e volontà di costruire un mondo del lavoro migliore per una società migliore.
nota informativa
Informiamo i lavoratori che a distanza di pochi giorni dalle ultime assemblee “calate dall’alto”, la storia si ripete (anche se la presunta giustificazione della fretta stavolta non regge neanche un po'): le Segreterie Sindacali provinciali di Bologna hanno indetto l'ennesima assemblea senza concordare, condividere e neanche informare i delegati circa il giorno e l’ora; un altro esempio di gestione verticistica del rapporto col mondo del lavoro...?
RSU Bologna
Comunicato delle segreterie nazionali sull'ipotesi di accordo
Il giorno 25 Ottobre 2007, presso il Ministero dello Sviluppo Economico alla presenza del Sottosegretario Alfonso Gianni, dei rappresentanti del Ministro Bersani e del Ministro Damiano, si è svolto l’incontro tra Vodafone Italia, le OO.SS. SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, il Coordinamento Nazionale delle RSU. L’incontro seguiva il difficile confronto tenutosi con l’azienda durante il quale era emersa una insufficiente disponibilità dell’azienda in relazione alle garanzie sociali e alla politica industriale (in particolare a possibili future esternalizzazioni). La garanzie sociali sono infatti, per SLC, Fistel e Uilcom, elemento essenziale per garantire i lavoratori che non si tratti di licenziamenti collettivi camuffati.
In tarda serata è stata quindi raggiunta un’ipotesi di accordo, che sarà ora sottoposta al giudizio sovrano dei lavoratori interessati.
In particolare:
1. E' stata ribadita la contrarietà delle OO.SS. al progetto di esternalizzazione, confermando il parere negativo già espresso durante la procedura;
2. Vodafone si impegna a non esternalizzare più attività e lavoratori per la rete e per il customer per tutto il periodo coperto dal piano industriale (2010);
3. In caso di nuove assunzioni a Comdata Care, che diverrà entro pochi giorni una SPA (con tutte le connesse garanzie societarie e di capitale) non vi sarà il doppio regime, cioè si applicheranno anche a eventuali nuovi assunti tutti i diritti e le norme conquistate dai lavoratori di provenienza Vodafone;
4. Ai lavoratori ceduti si applicheranno tutti i diritti e le tutele economiche e normative previste dai diversi accordi collettivi nazionali e aziendali (compreso il Premio di Risultato) nonché diversi benefit erogati dall’azienda, a partire dagli asili nidi, e dall’accelerazione delle azioni del piano “all shares” ;
5. Per i 7 anni della commessa, fatte salve le dimissioni volontarie e i licenziamenti per giusta causa, Vodafone e Comdata garantiscono la piena stabilità occupazionale;
6. In caso di risoluzione anticipata della commessa, Vodafone garantirà che le attività saranno date a un soggetto terzo a cui passeranno i lavoratori, senza soluzione di continuità (cioè con tutti i diritti e le tutele attuali) con il diritto a seguire le attività garantito a tutti i lavoratori oggetto della cessione;
7. In caso di fallimento del gruppo Comdata (che risponde in solido della sua controllata Comdata Care) Vodafone si impegna o a trovare un soggetto terzo presso cui far transitare senza soluzioni di continuità tutti i lavoratori o a riassumere tutti i lavoratori in Vodafone.
8. I lavoratori ceduti hanno il diritto a non essere trasferiti fuori dal comune dove lavorano a questo momento (cioè non potranno essere trasferiti, rispettivamente fuori da Padova, Ivrea, Milano, Napoli, Roma);
9. La commessa durerà 7 anni e sarà rinnovabile ed in ogni caso le attività non potranno essere subappaltabili.
10. E’ riconosciuto il principio condiviso per cui lavoratori ed attività sono tra loro legati e un anno prima del termine della commessa le OO.SS. e Vodafone si incontreranno per preservare anche per il futuro la continuità occupazionale (oltre quindi i primi 7 anni).
Si tratta di un’ipotesi di accordo tra le più avanzate nel settore delle TLC e in generale nel settore privato, per le garanzie sociali e occupazionali.
Si sancisce per la prima volta il principio che per 7 anni non si può ridurre l’occupazione dopo un’esternalizzazione e che tale garanzia occupazionale - in base al principio per cui “il lavoratore segue la commessa” - si proroga nel tempo.
Si stabilisce inoltre il precedente che in caso di fallimento di Comdata, Vodafone ne rimane responsabile, fino alla riassunzione di tutti i lavoratori ceduti.
Punti importanti per i lavoratori di Vodafone e per tutte le aziende che si andranno riorganizzando e un precedente importante nel settore e più in generale nei rapporti con imprese private, con tutto ciò che questo potrà comportare in termini di maggiori diritti e tutele per i tanti lavoratori degli outsourcer e degli appalti.
Il testo dell'ipotesi di accordo.
In tarda serata è stata quindi raggiunta un’ipotesi di accordo, che sarà ora sottoposta al giudizio sovrano dei lavoratori interessati.
In particolare:
1. E' stata ribadita la contrarietà delle OO.SS. al progetto di esternalizzazione, confermando il parere negativo già espresso durante la procedura;
2. Vodafone si impegna a non esternalizzare più attività e lavoratori per la rete e per il customer per tutto il periodo coperto dal piano industriale (2010);
3. In caso di nuove assunzioni a Comdata Care, che diverrà entro pochi giorni una SPA (con tutte le connesse garanzie societarie e di capitale) non vi sarà il doppio regime, cioè si applicheranno anche a eventuali nuovi assunti tutti i diritti e le norme conquistate dai lavoratori di provenienza Vodafone;
4. Ai lavoratori ceduti si applicheranno tutti i diritti e le tutele economiche e normative previste dai diversi accordi collettivi nazionali e aziendali (compreso il Premio di Risultato) nonché diversi benefit erogati dall’azienda, a partire dagli asili nidi, e dall’accelerazione delle azioni del piano “all shares” ;
5. Per i 7 anni della commessa, fatte salve le dimissioni volontarie e i licenziamenti per giusta causa, Vodafone e Comdata garantiscono la piena stabilità occupazionale;
6. In caso di risoluzione anticipata della commessa, Vodafone garantirà che le attività saranno date a un soggetto terzo a cui passeranno i lavoratori, senza soluzione di continuità (cioè con tutti i diritti e le tutele attuali) con il diritto a seguire le attività garantito a tutti i lavoratori oggetto della cessione;
7. In caso di fallimento del gruppo Comdata (che risponde in solido della sua controllata Comdata Care) Vodafone si impegna o a trovare un soggetto terzo presso cui far transitare senza soluzioni di continuità tutti i lavoratori o a riassumere tutti i lavoratori in Vodafone.
8. I lavoratori ceduti hanno il diritto a non essere trasferiti fuori dal comune dove lavorano a questo momento (cioè non potranno essere trasferiti, rispettivamente fuori da Padova, Ivrea, Milano, Napoli, Roma);
9. La commessa durerà 7 anni e sarà rinnovabile ed in ogni caso le attività non potranno essere subappaltabili.
10. E’ riconosciuto il principio condiviso per cui lavoratori ed attività sono tra loro legati e un anno prima del termine della commessa le OO.SS. e Vodafone si incontreranno per preservare anche per il futuro la continuità occupazionale (oltre quindi i primi 7 anni).
Si tratta di un’ipotesi di accordo tra le più avanzate nel settore delle TLC e in generale nel settore privato, per le garanzie sociali e occupazionali.
Si sancisce per la prima volta il principio che per 7 anni non si può ridurre l’occupazione dopo un’esternalizzazione e che tale garanzia occupazionale - in base al principio per cui “il lavoratore segue la commessa” - si proroga nel tempo.
Si stabilisce inoltre il precedente che in caso di fallimento di Comdata, Vodafone ne rimane responsabile, fino alla riassunzione di tutti i lavoratori ceduti.
Punti importanti per i lavoratori di Vodafone e per tutte le aziende che si andranno riorganizzando e un precedente importante nel settore e più in generale nei rapporti con imprese private, con tutto ciò che questo potrà comportare in termini di maggiori diritti e tutele per i tanti lavoratori degli outsourcer e degli appalti.
Il testo dell'ipotesi di accordo.
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Vodafone oscura "L'autunno caldo"
26/10 - Siglata l'ipotesi di accordo
Il testo di un sms girato in mattinata da Roma: "Il testo definitivo è arrivato. Vengono mantenuti gli accordi sindacali. La neo costituita Comdata Care, controlata di Comdata, diventerà una S.p.a. I lavoratori potranno lavorare per altre commesse di Comdata. Per 7 anni è garantita la commessa e la non licenziabilità se non per giusta causa. I dettagli domani in tarda mattinata con un comunicato e il testo dell'ipotesi di accordo. RSU Roma"
La prima agenzia a dare la notizia è l'AGI:
(AGI) - Roma, 26 ott. - E' stata siglata l'ipotesi di accordo, tra Vodafone e i sindacati di categoria Uilcom Uil, Slc Cgil e Fistel Cisl, per le garanzie occupazionali, normative e salariali dei 914 lavoratori interessati dalla cessione di ramo d'azienda che confluiranno nella società Comdata. L'accordo, si legge in una nota sindacale, prevede garanzie di occupazione per tutta la durata della commessa (sette anni), il divieto di subappalto, la continuita' dei trattamenti normativi e salariali in essere, la continuità del fondo integrativo di malattia e un tavolo triangolare (tra aziende interessate e i sindacati confederali), per il monitoraggio della commesse e dei volumi delle attività connesse. Vodafone si e' impegnata inoltre a non effettuare nel corso del piano industriale 2007-2010 nessuna esternalizzazione. La segreteria nazionale Uilcom esprime un giudizio positivo sulla conclusione della vertenza, che nelle ultime settimane e' stata oggetto di forti strumentalizzazioni politiche. Va sottolineato anche che questo accordo e' tra i piu' avanzati per quello che riguarda le garanzie legate alla cessione di rami di azienda e puo' rappresentare un importante riferimento in termini occupazionali nel settore delle Tlc, qualora si dovessero ripetere nuove esperienze. (AGI).
Articolo di Sciarpelletti su Carta
La prima agenzia a dare la notizia è l'AGI:
(AGI) - Roma, 26 ott. - E' stata siglata l'ipotesi di accordo, tra Vodafone e i sindacati di categoria Uilcom Uil, Slc Cgil e Fistel Cisl, per le garanzie occupazionali, normative e salariali dei 914 lavoratori interessati dalla cessione di ramo d'azienda che confluiranno nella società Comdata. L'accordo, si legge in una nota sindacale, prevede garanzie di occupazione per tutta la durata della commessa (sette anni), il divieto di subappalto, la continuita' dei trattamenti normativi e salariali in essere, la continuità del fondo integrativo di malattia e un tavolo triangolare (tra aziende interessate e i sindacati confederali), per il monitoraggio della commesse e dei volumi delle attività connesse. Vodafone si e' impegnata inoltre a non effettuare nel corso del piano industriale 2007-2010 nessuna esternalizzazione. La segreteria nazionale Uilcom esprime un giudizio positivo sulla conclusione della vertenza, che nelle ultime settimane e' stata oggetto di forti strumentalizzazioni politiche. Va sottolineato anche che questo accordo e' tra i piu' avanzati per quello che riguarda le garanzie legate alla cessione di rami di azienda e puo' rappresentare un importante riferimento in termini occupazionali nel settore delle Tlc, qualora si dovessero ripetere nuove esperienze. (AGI).
Articolo di Sciarpelletti su Carta
giovedì 25 ottobre 2007
25/10 - Prosegue la trattativa
Un brano dell'aggiornamento diffuso da RSU Pisa:
"(...) Dalle ore 12.00 di questa mattina l'incontro sta proseguendo al Ministero delle attività produttive, alla presenza di 2 sottosegretari e rappresentati del ministero.
Il tema in discussione è quello delle garanzie. Vodafone ha proposto 7 anni, senza garantire nel frattempo la illicenziabilità dei lavoratori.
Adesso sembra che tale primo scoglio sia stato superato.
Resta da vedere cosa succede dopo i sette anni: questo è il nodo da sciogliere nelle prossime ore.
L'azienda sa che i lavoratori non si accontenteranno di una simile garanzia.
Vi aggiorneremo sugli sviluppi della vicenda."
RSU Pisa
"(...) Dalle ore 12.00 di questa mattina l'incontro sta proseguendo al Ministero delle attività produttive, alla presenza di 2 sottosegretari e rappresentati del ministero.
Il tema in discussione è quello delle garanzie. Vodafone ha proposto 7 anni, senza garantire nel frattempo la illicenziabilità dei lavoratori.
Adesso sembra che tale primo scoglio sia stato superato.
Resta da vedere cosa succede dopo i sette anni: questo è il nodo da sciogliere nelle prossime ore.
L'azienda sa che i lavoratori non si accontenteranno di una simile garanzia.
Vi aggiorneremo sugli sviluppi della vicenda."
RSU Pisa
Inziativa dei Cobas Vodafone per la diffida a trattare senza mandato
"L'operato dei Sindacati, che in queste ore stanno trattando con l'azienda circa la cessione del ramo, si sta realizzando in totale spregio della volonta' della maggioranza dei Lavoratori che dovrebbero rappresentare.
Noi Lavoratori dobbiamo invitare tutte le parti coinvolte a sospendere immediatamente questa trattativa nel rispetto del primo articolo della Costituzione Italiana: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei
limiti della Costituzione.
A questo link la diffida che che ciascuno dovra` inviare singolarmente per raccomandata con ricevuta di ritorno (per utilizzarla anche in sede di giudizio legale) a tutti e 6 gli indirizzi che trovate come destinatari.
E' necessario, pero', che ognuno la invii anche agli indirizzi e-mail riportati (da mail privata o aziendale fa lo stesso), in modo da far arrivare immediatamente la notizia che i sindacati stanno trattando senza il mandato dei Lavoratori (anzi, col loro veto). Ne devono arrivare a centinaia, a migliaia!
TO:
segreteria.nazionale@slc.cgil.it; federazione.fistel@cisl.it;
uilcom@uil.it; segreteria.ministro@attivitaproduttive.gov.it;
segr.ministro@lavoro.gov.it ;
stefano.ditraglia@attivitaproduttive.gov.it;
capo.gabinetto@lavoro.gov.it ;
CC: (oltre voi stessi) annozero@rai.it; report@rai.it;
ansa.bologna@ansanet.it; ansa.catania@ansanet.it;
ansa.napoli@ansanet.it; ansa.milano@ansanet.it; Roma-Lazio@ansa.it;
ansa.torino@ansanet.it; ansa.venezia@ansanet.it ;
SUBJECT: I Sindacati trattano senza il mandato dei Lavoratori
Corpo mail: la diffida che vi abbiamo allegato, corredata con tutti i vostri dati.
Stiamo procedendo anche ad una raccolta collettiva di firme per denunciare il comportamento dei sindacati, il cui modulo troverete allo stesso link e per il quale occorre procedere al medesimo invio. Infine, Premesso che non ci frega nulla delle iscrizioni al sindacato ed ognuno faccia come ritiene piu' opportuno, abbiamo ricevuto una notizia di carattere legale e ve la giriamo cosi' com'e': Per chi non vuole riconoscere l'accordo che i sindacati stanno firmando, e' utile non essere iscritti al sindacato, perche' la sola iscrizione potrebbe essere interpretata da un Giudice come delega a trattare.
In realta', per un cambio contrattuale di questo genere ci vorrebbe una specifica delega, quindi anche gli iscritti potrebbero disconoscere la cosa. Comunque, un Giudice (soprattutto di prima istanza) potrebbe creare qualche difficolta'.
I termini dell'accordo che telefonicamente ci comunicano (giusto le due cose piu' importanti) parlano di illicenziabilita' per 7 anni, durante i quali si puo' lavorare per qualunque commessa (personale opinione: ci licenziano tra 7 anni, durante i quali ci possono sbattere dove vogliono). Questa ipotesi di accordo non e' ancora stata
firmata e non conosciamo gli altri dettagli, perche' non ci interessano visto che questa trattativa e' un attacco dittatoriale ai Lavoratori e come tale sara' trattato, a prescindere dai contenuti.
Chi vuole blindarsi il piu' possibile dall'accordo che si firmera' e vuole disdire l'iscrizione dal sindacato (oggi e' stata pubblicata la busta paga, controllate se c'e' la quota nella voce "tratt. Sind."), dovra comunicarlo in forma scritta alla segreteria dell'ufficio del personale, Fatevi firmare una copia per ricevuta.
Chi si sente piu' tutelato dai sindacati, invece, continui ad essere iscritto al sindacato o richieda il modulo di iscrizione alla sigla alla quale intende aderire."
Noi Lavoratori dobbiamo invitare tutte le parti coinvolte a sospendere immediatamente questa trattativa nel rispetto del primo articolo della Costituzione Italiana: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei
limiti della Costituzione.
A questo link la diffida che che ciascuno dovra` inviare singolarmente per raccomandata con ricevuta di ritorno (per utilizzarla anche in sede di giudizio legale) a tutti e 6 gli indirizzi che trovate come destinatari.
E' necessario, pero', che ognuno la invii anche agli indirizzi e-mail riportati (da mail privata o aziendale fa lo stesso), in modo da far arrivare immediatamente la notizia che i sindacati stanno trattando senza il mandato dei Lavoratori (anzi, col loro veto). Ne devono arrivare a centinaia, a migliaia!
TO:
segreteria.nazionale@slc.cgil.it; federazione.fistel@cisl.it;
uilcom@uil.it; segreteria.ministro@attivitaproduttive.gov.it;
segr.ministro@lavoro.gov.it ;
stefano.ditraglia@attivitaproduttive.gov.it;
capo.gabinetto@lavoro.gov.it ;
CC: (oltre voi stessi) annozero@rai.it; report@rai.it;
ansa.bologna@ansanet.it; ansa.catania@ansanet.it;
ansa.napoli@ansanet.it; ansa.milano@ansanet.it; Roma-Lazio@ansa.it;
ansa.torino@ansanet.it; ansa.venezia@ansanet.it ;
SUBJECT: I Sindacati trattano senza il mandato dei Lavoratori
Corpo mail: la diffida che vi abbiamo allegato, corredata con tutti i vostri dati.
Stiamo procedendo anche ad una raccolta collettiva di firme per denunciare il comportamento dei sindacati, il cui modulo troverete allo stesso link e per il quale occorre procedere al medesimo invio. Infine, Premesso che non ci frega nulla delle iscrizioni al sindacato ed ognuno faccia come ritiene piu' opportuno, abbiamo ricevuto una notizia di carattere legale e ve la giriamo cosi' com'e': Per chi non vuole riconoscere l'accordo che i sindacati stanno firmando, e' utile non essere iscritti al sindacato, perche' la sola iscrizione potrebbe essere interpretata da un Giudice come delega a trattare.
In realta', per un cambio contrattuale di questo genere ci vorrebbe una specifica delega, quindi anche gli iscritti potrebbero disconoscere la cosa. Comunque, un Giudice (soprattutto di prima istanza) potrebbe creare qualche difficolta'.
I termini dell'accordo che telefonicamente ci comunicano (giusto le due cose piu' importanti) parlano di illicenziabilita' per 7 anni, durante i quali si puo' lavorare per qualunque commessa (personale opinione: ci licenziano tra 7 anni, durante i quali ci possono sbattere dove vogliono). Questa ipotesi di accordo non e' ancora stata
firmata e non conosciamo gli altri dettagli, perche' non ci interessano visto che questa trattativa e' un attacco dittatoriale ai Lavoratori e come tale sara' trattato, a prescindere dai contenuti.
Chi vuole blindarsi il piu' possibile dall'accordo che si firmera' e vuole disdire l'iscrizione dal sindacato (oggi e' stata pubblicata la busta paga, controllate se c'e' la quota nella voce "tratt. Sind."), dovra comunicarlo in forma scritta alla segreteria dell'ufficio del personale, Fatevi firmare una copia per ricevuta.
Chi si sente piu' tutelato dai sindacati, invece, continui ad essere iscritto al sindacato o richieda il modulo di iscrizione alla sigla alla quale intende aderire."
mercoledì 24 ottobre 2007
24/10 - La lunga notte dell'Holiday Inn
Oggi si sono svolti all'Holiday Inn sulla Via Aurelia a Roma tre distinti coordinamenti di sigla; al termine dei loro coordinamenti i rappresentanti di Fistel e Uilcom si sono predisposti alla trattativa.
Al coordinamento della Slc hanno partecipato rappresentanti di 11 sedi: gli 8 call center e 3 sedi di rete: Bologna, Ancona e Palermo. La segreteria nazionale ha dichiarato che la geografia dei voti assembleari non è stata definita: in alcune sedi si è votato e in altre no, e nelle sedi in cui si è votato la modalità è stata diversa da sede a sede; il segretario Miceli ha quindi deciso di far esprimere ai delegati presenti il mandato alla trattativa. Bologna (call center) e Roma hanno rifiutato di partecipare alla votazione in quanto hanno considerato che la volontà dei lavoratori nella somma dei loro voti è palese. Milano ha votato NO, sulla scorta di un preciso ordine del giorno votato a larghissima maggioranza nelle assemblee. Ivrea, Padova, Pisa, Napoli (presente un funzionario territoriale), Catania, Bologna (rete), Ancona e Palermo hanno votato SI'.
Al termine della votazione la delegazione Slc si è unita a quelle Fistel e Uilcom per partecipare alla trattativa con l'azienda, iniziata alle 21.30.
aggiornamento: la trattattiva è stata interrotta alle 4.00 su un'ipotesi di massima che prevede il mantenimento di tutte le condizioni per 7 anni; secondo indiscrezioni si sta anche discutendo su un principio di illicenziabilità per 7 anni.
I dettagli verranno discussi in mattinata presso la sede del ministero delle Attività Produttive in Via Molise 2.
Carta di oggi: "Le segreterie sindacali si ritirano. I lavoratori no."
Al coordinamento della Slc hanno partecipato rappresentanti di 11 sedi: gli 8 call center e 3 sedi di rete: Bologna, Ancona e Palermo. La segreteria nazionale ha dichiarato che la geografia dei voti assembleari non è stata definita: in alcune sedi si è votato e in altre no, e nelle sedi in cui si è votato la modalità è stata diversa da sede a sede; il segretario Miceli ha quindi deciso di far esprimere ai delegati presenti il mandato alla trattativa. Bologna (call center) e Roma hanno rifiutato di partecipare alla votazione in quanto hanno considerato che la volontà dei lavoratori nella somma dei loro voti è palese. Milano ha votato NO, sulla scorta di un preciso ordine del giorno votato a larghissima maggioranza nelle assemblee. Ivrea, Padova, Pisa, Napoli (presente un funzionario territoriale), Catania, Bologna (rete), Ancona e Palermo hanno votato SI'.
Al termine della votazione la delegazione Slc si è unita a quelle Fistel e Uilcom per partecipare alla trattativa con l'azienda, iniziata alle 21.30.
aggiornamento: la trattattiva è stata interrotta alle 4.00 su un'ipotesi di massima che prevede il mantenimento di tutte le condizioni per 7 anni; secondo indiscrezioni si sta anche discutendo su un principio di illicenziabilità per 7 anni.
I dettagli verranno discussi in mattinata presso la sede del ministero delle Attività Produttive in Via Molise 2.
Carta di oggi: "Le segreterie sindacali si ritirano. I lavoratori no."
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martedì 23 ottobre 2007
Cobas Napoli: "La democrazia sindacale di CGIL, CISL e UIL"
"Oggi, come tutti sappiamo, erano state indette, dalle strutture sindacali confederali, due assemblee a Pozzuoli, cosi come in tutte le sedi d'Italia, mirate, così come dichiarato nella comunicazione inviata dalle segreterie Nazionali, a farsi dare un mandato dai lavoratori per ascoltare/trattare il piano aziendale di ramo
d'azienda.
Se il giorno precedente è stato dedicato ai penosi teatrini dei briefing in perfetto stile aziendale tra RSU e Lavoratori per provare ad ottenere qualche consenso, oggi si è celebrata l'apoteosi della vergogna di CGIL CISL E UIL.
L'assemblea del mattino ha, in maniera plebiscitaria, ribadito l'assoluto diniego da parte dei Lavoratori di Pozzuoli, lo ha fatto con un espressione di voto palese, al quale i confederali hanno preferito non assistere, abbandonando l'assemblea, e lo ha
formalizzato con un documento redatto da un Presidente d'assemblea nominato a maggioranza e controfirmato da diversi lavoratori, che ha certificato 244 voti contrari alla trattativa e 0 favorevoli, e che gireremo subito a tutte le strutture sindacali, a tutti gli organi di governo, ed a tutti gli organi di stampa.
Nel pomeriggio e` pervenuta comunicazione sindacale per la quale l'assemblea serale veniva rimandata a data da destinarsi, e la motivazione addotta era la notizia per la quale l'azienda non era piu` in grado di assicurarci il locale ai sensi della legge 300/70: a questo punto ci chiediamo: ma l'azienda per 12 anni ci ha fatto fare
assemblee in ambienti non idonei oppure si tratta di una pietosa bugia creata assieme da sindacati ed azienda?
Siccome, signori segretari di CGIL, CISL e UIL, noi non siamo stupidi, e sappiamo che i vostri giochini li state mettendo in atto in tutte le sedi, allora la domanda e`: che succede? Avete avuto paura di essere sommersi ancora di piu` da una valanga di no? Avete paura di quelle persone che vi state vendendo di fronte alle quali nelle assemblee tenete gli sguardi bassi?
Signor Miceli, signor Genovesi, dov'e` finita la democrazia sindacale di cui vi riempite la bocca di continuo?
Che succede, cosa avete intenzione di fare, andate a trattare anche se non avete alcun mandato?
Perchè continuate a non averne, perchè il verbale di Napoli, i voti di tutte le altre sedi, le meravigliose manifestazioni alle quali le vostre facce non si vedono mai, vi ribadiscono sempre e solo lo stesso concetto, non potete andare a trattare nessuna cessione a nome nostro.
E se vi siete scansati qualche No e la nostra rabbia in assemblea, sarete sommersi di ricorsi legali se provate ad armonizzare questa cessione.
Cari colleghi, vi siete chiesti perchè l'azienda, ed a ruota le segreterie sindacali premono tanto per formulare un accordo? Ci dicono per tutelarci con tutti i nostri diritti al momento del passaggio, ma per quello esiste già l'art. 2112; l'azienda ed i sindacati ci dicono che la cessione ormai è ultimata, ed allora perchè? a cosa serve un accordo?
E' semplice, l'accordo serve all'azienda, perchè in questo momento non sta usando la normativa sulla cessione di Ramo d'azienda, ma ne sta abusando, Perchè l'Azienda sta cedendo mere attività e non un ramo d'azienda di per sè autonomo e produttivo così come individuato dalle normative europee, ed allora le serve un accordo, uno in cui il sindacato scriva pure "questa cessione ramo d'azienda ci fa schifo" ma che così dicendo formalizzi che si tratta di una cessione ramo d'azienda.
E se l'esigenza è solo aziendale, allora perchè le segreterie sindacali spingono per l'accordo?
Questa domanda porta con se già la risposta, emblematica come i cori dei Lavoratori di Pozzuoli, che oggi dedicavano, così come a Guindani, anche a CGIL CISL E UIL il coro: "vergogna, vergogna".
Le segreterie di CGIL CISLe UIL non ci rappresentano, e siccome questo ormai eè un dato di fatto il nostro percorso deve continuare così come ci eravamo promessi in piazza, costruendo un assemblea nazionale del settore telecomunicazioni che ci porti ad uno sciopero di settore contro tutte le cessioni esternalizzazioni e forme di precariato presenti nelle varie aziende.
La Lotta è nostra, e di noi lavoratori che abbiamo una sola faccia ed una sola parola, e nessun fine nascosto come invece dimostrano le segreterie sindacali; ed allora noi continuiamo per la nostra strada. Noi componenti del COBAS Vodafone proponiamo la data del 10/11 per l'assemblea nazionale, vi chiediamo di darci riscontro da tutte le sedi per ufficializzare un invito anche a tutte le altre aziende."
d'azienda.
Se il giorno precedente è stato dedicato ai penosi teatrini dei briefing in perfetto stile aziendale tra RSU e Lavoratori per provare ad ottenere qualche consenso, oggi si è celebrata l'apoteosi della vergogna di CGIL CISL E UIL.
L'assemblea del mattino ha, in maniera plebiscitaria, ribadito l'assoluto diniego da parte dei Lavoratori di Pozzuoli, lo ha fatto con un espressione di voto palese, al quale i confederali hanno preferito non assistere, abbandonando l'assemblea, e lo ha
formalizzato con un documento redatto da un Presidente d'assemblea nominato a maggioranza e controfirmato da diversi lavoratori, che ha certificato 244 voti contrari alla trattativa e 0 favorevoli, e che gireremo subito a tutte le strutture sindacali, a tutti gli organi di governo, ed a tutti gli organi di stampa.
Nel pomeriggio e` pervenuta comunicazione sindacale per la quale l'assemblea serale veniva rimandata a data da destinarsi, e la motivazione addotta era la notizia per la quale l'azienda non era piu` in grado di assicurarci il locale ai sensi della legge 300/70: a questo punto ci chiediamo: ma l'azienda per 12 anni ci ha fatto fare
assemblee in ambienti non idonei oppure si tratta di una pietosa bugia creata assieme da sindacati ed azienda?
Siccome, signori segretari di CGIL, CISL e UIL, noi non siamo stupidi, e sappiamo che i vostri giochini li state mettendo in atto in tutte le sedi, allora la domanda e`: che succede? Avete avuto paura di essere sommersi ancora di piu` da una valanga di no? Avete paura di quelle persone che vi state vendendo di fronte alle quali nelle assemblee tenete gli sguardi bassi?
Signor Miceli, signor Genovesi, dov'e` finita la democrazia sindacale di cui vi riempite la bocca di continuo?
Che succede, cosa avete intenzione di fare, andate a trattare anche se non avete alcun mandato?
Perchè continuate a non averne, perchè il verbale di Napoli, i voti di tutte le altre sedi, le meravigliose manifestazioni alle quali le vostre facce non si vedono mai, vi ribadiscono sempre e solo lo stesso concetto, non potete andare a trattare nessuna cessione a nome nostro.
E se vi siete scansati qualche No e la nostra rabbia in assemblea, sarete sommersi di ricorsi legali se provate ad armonizzare questa cessione.
Cari colleghi, vi siete chiesti perchè l'azienda, ed a ruota le segreterie sindacali premono tanto per formulare un accordo? Ci dicono per tutelarci con tutti i nostri diritti al momento del passaggio, ma per quello esiste già l'art. 2112; l'azienda ed i sindacati ci dicono che la cessione ormai è ultimata, ed allora perchè? a cosa serve un accordo?
E' semplice, l'accordo serve all'azienda, perchè in questo momento non sta usando la normativa sulla cessione di Ramo d'azienda, ma ne sta abusando, Perchè l'Azienda sta cedendo mere attività e non un ramo d'azienda di per sè autonomo e produttivo così come individuato dalle normative europee, ed allora le serve un accordo, uno in cui il sindacato scriva pure "questa cessione ramo d'azienda ci fa schifo" ma che così dicendo formalizzi che si tratta di una cessione ramo d'azienda.
E se l'esigenza è solo aziendale, allora perchè le segreterie sindacali spingono per l'accordo?
Questa domanda porta con se già la risposta, emblematica come i cori dei Lavoratori di Pozzuoli, che oggi dedicavano, così come a Guindani, anche a CGIL CISL E UIL il coro: "vergogna, vergogna".
Le segreterie di CGIL CISLe UIL non ci rappresentano, e siccome questo ormai eè un dato di fatto il nostro percorso deve continuare così come ci eravamo promessi in piazza, costruendo un assemblea nazionale del settore telecomunicazioni che ci porti ad uno sciopero di settore contro tutte le cessioni esternalizzazioni e forme di precariato presenti nelle varie aziende.
La Lotta è nostra, e di noi lavoratori che abbiamo una sola faccia ed una sola parola, e nessun fine nascosto come invece dimostrano le segreterie sindacali; ed allora noi continuiamo per la nostra strada. Noi componenti del COBAS Vodafone proponiamo la data del 10/11 per l'assemblea nazionale, vi chiediamo di darci riscontro da tutte le sedi per ufficializzare un invito anche a tutte le altre aziende."
22 e 23 ottobre: le assemblee per il mandato alla trattativa
(è possibile inviare brevi resoconti delle assemblee a redrep@gmail.cm)
IVREA:
favorevoli 130
contrari 70
astenuti 0
MILANO:
Votazione sull'ordine del giorno delle segreterie sul mandato a trattare l'esternalizzazione:
favorevoli 11
contrari 302
astenuti 17
Votazione sull'ordine del giorno presentato dalla RSU:
favorevoli 298
contrari 3
astenuti 32
PADOVA:
Cari colleghi
Vi riportiamo I risultati delle votazioni tenutesi nelle assemblee di ieri 23 ottobre 2007.
L’ordine del giorno denominato “Esternalizzazione”, nel quale hanno votato, con voto segreto, solo i colleghi appartenenti ai gruppi interessati alla cessione del ramo d’azienda presenti, ha avuto il seguente esito:
votanti 104
favorevoli 85
contrari 17
nulle 2
L’emendamento riguardante il punto 1 (“la quantita’ dei lavoratori coinvolti nel trasferimento di ramo non puo’ essere un tabu’ per l’azienda, il numero puo’ essere ridotto”), non e’ stato approvato dall’assemblea.
L’ordine del giorno denominato “garanzie su piano industriale”, nel quale hanno votato, con voto palese, tutti i colleghi presenti, ha avuto il seguente esito:
votanti 303
favorevoli 278
contrari 10
nulle 15
Pertanto entrambi gli ordini del giorno sono stati approvati dall’assemblea dei lavoratori.
Vi terremo aggiornati sull’esito dell’incontro che iniziera’ nella mattinata di oggi a roma.
BOLOGNA:
I risultati per il CC Vodafone Bologna della votazione a scrutinio segreto sull’ordine del giorno delle segreterie nazionali del 20/10 “Garanzie su piano industriale” (a Bologna non si votava sulle esternalizzazioni in quanto la sede non è direttamente coinvolta):
votanti: 216
favorevoli: 44
contrari: 157
astenuti/nulle: 15
I lavoratori hanno poi approvato a larghissima maggioranza per alzata di mano il seguente ordine del giorno:
"Le lavoratrici ed i lavoratori di Vodafone Bologna, riuniti in assemblea,
- Ritengono sia stato politicamente scorretto e non rispettoso nei loro confronti convocare un coordinamento il giorno stesso dello sciopero che ha visto anche lo svolgersi di un’importante manifestazione a Roma, incompatibile di fatto con il coordinamento tenutosi lo stesso giorno a Milano, spostando la data di convocazione originariamente prevista per il 22 ottobre.
- Ritengono l’od.g. proposto dalle O.O.S.S. Nazionali insoddisfacente e inaccettabile il percorso intrapreso dalla Segreteria Nazionale in merito alla cessione di ramo di azienda.
- Ritengono che non vi sia ragione alcuna per andare a trattare una cessione che stiamo osteggiando dal minuto dopo che e’ stata annunciata, tanto piu’ ora che i risultati mediatici, dopo le importanti e riuscitissime mobilitazioni messe in campo fino ad oggi, la cui visibilita’ sta crescendo sempre piu’, dai colorati e partecipati cortei di Roma, alla manifestazione di Milano, alle iniziative sui singoli territori, i blocchi stradali, le apparizioni in noti programmi televisivi e alle radio cominciano a confortare i nostri sforzi.
La estrema pericolosita’ di una rapida e ripetuta proliferazione di queste devastanti iniziative aziendali, non permette di abbassare la guardia;
Con tali presupposti danno mandato alla rsu, al coordinamento e alle Segreterie Nazionali di proseguire nella vertenza in corso per bloccare questa sciagurata e preoccupante cessione, estendendo la mobilitazione a tutto il settore delle telecomunicazioni, per aumentare il rapporto di forze a nostro favore, per dare spazio a tutti quei lavoratori e delegati che da altre aziende vedono il pericolo e chiedono di unirsi a noi, solidali e consapevoli della necessita’ di difendersi tutti, nel modo piu’ compatto possibile, da tali pericolosi scenari futuri."
PISA:
E' stato votato un o.d.g alternativo, che implicitamente ha bocciato quello nazionale che non e’ stato messo in votazione; tale o.d.g ha ricevuto nelle assemblee 229 voti favorevoli, 4 contrari, 11 astenuti.
ROMA:
Non si è votato.
NAPOLI mattino:
A Pozzuoli si e` conclusa l'assemblea del mattino, L'assemblea sovrana ha chiesto di procedere con voto palese, ed ha eletto un presidente che ha verbalizzato la votazione.
Durante la votazione Le RSU e le OOSS confederlali hanno abbandonato l'assemblea, si sono comunque regolarmente proseguite le operazioni di consultazione seguendo la modalita` di contare, per semplificazione tecnica, i lavoratori che si esprimevano con voto contrario facendoli passare attraverso il corridoio della cassa della mensa; e richiedendo in quel momento a tutti, se intendevano esprimersi in maniera negativa
circa il mandato alle OOSS.
Le consultazioni hanno prodotto il seguente risultato.
Mandato a discutere/trattare con l'azienda circa il piano industriale
di cessione ramo d'azienda:
Voti favorevoli: 0
Voti contrari 244.
Il presidente ha redatto un verbale che verra` inviato a tutte le oo.ss., alle segreterie governative ed agli organi di stampa.
CATANIA:
Non si è votato.
IVREA:
favorevoli 130
contrari 70
astenuti 0
MILANO:
Votazione sull'ordine del giorno delle segreterie sul mandato a trattare l'esternalizzazione:
favorevoli 11
contrari 302
astenuti 17
Votazione sull'ordine del giorno presentato dalla RSU:
favorevoli 298
contrari 3
astenuti 32
PADOVA:
Cari colleghi
Vi riportiamo I risultati delle votazioni tenutesi nelle assemblee di ieri 23 ottobre 2007.
L’ordine del giorno denominato “Esternalizzazione”, nel quale hanno votato, con voto segreto, solo i colleghi appartenenti ai gruppi interessati alla cessione del ramo d’azienda presenti, ha avuto il seguente esito:
votanti 104
favorevoli 85
contrari 17
nulle 2
L’emendamento riguardante il punto 1 (“la quantita’ dei lavoratori coinvolti nel trasferimento di ramo non puo’ essere un tabu’ per l’azienda, il numero puo’ essere ridotto”), non e’ stato approvato dall’assemblea.
L’ordine del giorno denominato “garanzie su piano industriale”, nel quale hanno votato, con voto palese, tutti i colleghi presenti, ha avuto il seguente esito:
votanti 303
favorevoli 278
contrari 10
nulle 15
Pertanto entrambi gli ordini del giorno sono stati approvati dall’assemblea dei lavoratori.
Vi terremo aggiornati sull’esito dell’incontro che iniziera’ nella mattinata di oggi a roma.
BOLOGNA:
I risultati per il CC Vodafone Bologna della votazione a scrutinio segreto sull’ordine del giorno delle segreterie nazionali del 20/10 “Garanzie su piano industriale” (a Bologna non si votava sulle esternalizzazioni in quanto la sede non è direttamente coinvolta):
votanti: 216
favorevoli: 44
contrari: 157
astenuti/nulle: 15
I lavoratori hanno poi approvato a larghissima maggioranza per alzata di mano il seguente ordine del giorno:
"Le lavoratrici ed i lavoratori di Vodafone Bologna, riuniti in assemblea,
- Ritengono sia stato politicamente scorretto e non rispettoso nei loro confronti convocare un coordinamento il giorno stesso dello sciopero che ha visto anche lo svolgersi di un’importante manifestazione a Roma, incompatibile di fatto con il coordinamento tenutosi lo stesso giorno a Milano, spostando la data di convocazione originariamente prevista per il 22 ottobre.
- Ritengono l’od.g. proposto dalle O.O.S.S. Nazionali insoddisfacente e inaccettabile il percorso intrapreso dalla Segreteria Nazionale in merito alla cessione di ramo di azienda.
- Ritengono che non vi sia ragione alcuna per andare a trattare una cessione che stiamo osteggiando dal minuto dopo che e’ stata annunciata, tanto piu’ ora che i risultati mediatici, dopo le importanti e riuscitissime mobilitazioni messe in campo fino ad oggi, la cui visibilita’ sta crescendo sempre piu’, dai colorati e partecipati cortei di Roma, alla manifestazione di Milano, alle iniziative sui singoli territori, i blocchi stradali, le apparizioni in noti programmi televisivi e alle radio cominciano a confortare i nostri sforzi.
La estrema pericolosita’ di una rapida e ripetuta proliferazione di queste devastanti iniziative aziendali, non permette di abbassare la guardia;
Con tali presupposti danno mandato alla rsu, al coordinamento e alle Segreterie Nazionali di proseguire nella vertenza in corso per bloccare questa sciagurata e preoccupante cessione, estendendo la mobilitazione a tutto il settore delle telecomunicazioni, per aumentare il rapporto di forze a nostro favore, per dare spazio a tutti quei lavoratori e delegati che da altre aziende vedono il pericolo e chiedono di unirsi a noi, solidali e consapevoli della necessita’ di difendersi tutti, nel modo piu’ compatto possibile, da tali pericolosi scenari futuri."
PISA:
E' stato votato un o.d.g alternativo, che implicitamente ha bocciato quello nazionale che non e’ stato messo in votazione; tale o.d.g ha ricevuto nelle assemblee 229 voti favorevoli, 4 contrari, 11 astenuti.
ROMA:
Non si è votato.
NAPOLI mattino:
A Pozzuoli si e` conclusa l'assemblea del mattino, L'assemblea sovrana ha chiesto di procedere con voto palese, ed ha eletto un presidente che ha verbalizzato la votazione.
Durante la votazione Le RSU e le OOSS confederlali hanno abbandonato l'assemblea, si sono comunque regolarmente proseguite le operazioni di consultazione seguendo la modalita` di contare, per semplificazione tecnica, i lavoratori che si esprimevano con voto contrario facendoli passare attraverso il corridoio della cassa della mensa; e richiedendo in quel momento a tutti, se intendevano esprimersi in maniera negativa
circa il mandato alle OOSS.
Le consultazioni hanno prodotto il seguente risultato.
Mandato a discutere/trattare con l'azienda circa il piano industriale
di cessione ramo d'azienda:
Voti favorevoli: 0
Voti contrari 244.
Il presidente ha redatto un verbale che verra` inviato a tutte le oo.ss., alle segreterie governative ed agli organi di stampa.
CATANIA:
Non si è votato.
RSU Roma (delegati SLC CGIL): -"La strana fretta delle segreterie nazionali..."
Un pezzo del comunicato dei delegati SLC CGIL di Vodafone Roma:
(...) negli ultimi giorni il comportamento delle segreterie nazionali ha iniziato ad essere strano. Dapprima era stato giustamente indetto un coordinamento dei delegati per il giorno 22, per verificare le strategie e modalità per portare avanti la vertenza e fin qui nulla da eccepire. Poi improvvisa la notizia che i tre segretari generali avevano accettato di sedersi al tavolo della trattativa con l’azienda, il pomeriggio del giorno 19, di fatto senza delegazione sindacale, in quanto in tutta Italia impegnata nella riuscita dello sciopero, e senza aver prima fatto un coordinamento con i delegati, e qui le cose iniziano a non tornare proprio.
Viste le lamentele dei delegati su tale scelta, hanno creduto di risolvere il tutto, convocando un coordinamento nazionale alle ore 18 del 19 (ribadiamo giorno dello sciopero) a Milano, per poi il 20 andare a trattare con l’azienda. A tale coordinamento, da Bologna in giù, non c’era nessuno, mentre del nord c’erano 4/5 delegati. A quel punto non aveva senso parlare con l’azienda, e invece... l’incontro si ugualmente tenuto. Noi come Roma abbiamo deciso di non andare nè il 19 (eravamo in piazza a manifestare) e neanche il 20, secondo noi bisognava comunque fare una seria discussione tra i delegati, poi andare dai lavoratori in assemblea e poi eventualmente andare dall’azienda.
Dopo l’incontro, le segreterie nazionali hanno deciso (ribadiamo di fatto senza il coordinamento) di scrivere un ordine del giorno da far votare in assemblee, di corsa tra lunedì e martedì. Dopo tutti i problemi che abbiamo avuto per fare l’ultima assemblea, stranamente l’azienda ci ha dato la suo ok per farle (dunque senza un problema di ore!), con solo 24 ore di preavviso e non 48 come avviene normalmente. Che strano! Noi abbiamo ritenuto di mantenere il punto dicendo che prima bisognava fare un coordinamento SERIO, dove mettere in campo TUTTE LE IPOTESI: fare le cause e le vertenze, continuare ad alzare il livello dello scontro, anche per solo pochi giorni, fare uno sciopero di settore (tanto decantato ma mai proclamato), oppure trattare. Tutte queste cose NON SONO STATE DISCUSSE e le segreterie nazionali se ne sono uscite con un ordine del giorno che riteniamo insufficiente e insoddisfacente. Abbiamo ritenuto utile che era migliore la scelta di non fare le assemblee, di sollecitare urgentemente un coordinamento nazionale, per passare poi dopo dai lavoratori, entro lunedì, e dall’azienda martedì 30 o mercoledì 31 ottobre. Ieri nel tardo pomeriggio abbiamo saputo invece che mercoledì 24 ci sarà un incontro con l’azienda... è troppo sospetta TUTTA QUESTA FRETTA! Perché sono saltati tutti i normali percorsi sindacali? Noi siamo convinti che l’azienda, non sopporti più tutta questa ATTENZIONE nei suoi confronti, questo vorrebbe dire che abbiamo BEN lavorato!
A questo punto anche noi andremo all’incontro di mercoledì e pretenderemo che ci sia una discussione seria perché non siamo disposti ad accettare finti mantenimenti dei diritti che sono già previsti per legge, tutto quello che eventualmente verrà deciso dovrà passare a vaglio dei lavoratori a cui spetta l’ultima parola su qualunque tipo di accordo.
I delegati SLC CGIL VODAFONE Roma
(...) negli ultimi giorni il comportamento delle segreterie nazionali ha iniziato ad essere strano. Dapprima era stato giustamente indetto un coordinamento dei delegati per il giorno 22, per verificare le strategie e modalità per portare avanti la vertenza e fin qui nulla da eccepire. Poi improvvisa la notizia che i tre segretari generali avevano accettato di sedersi al tavolo della trattativa con l’azienda, il pomeriggio del giorno 19, di fatto senza delegazione sindacale, in quanto in tutta Italia impegnata nella riuscita dello sciopero, e senza aver prima fatto un coordinamento con i delegati, e qui le cose iniziano a non tornare proprio.
Viste le lamentele dei delegati su tale scelta, hanno creduto di risolvere il tutto, convocando un coordinamento nazionale alle ore 18 del 19 (ribadiamo giorno dello sciopero) a Milano, per poi il 20 andare a trattare con l’azienda. A tale coordinamento, da Bologna in giù, non c’era nessuno, mentre del nord c’erano 4/5 delegati. A quel punto non aveva senso parlare con l’azienda, e invece... l’incontro si ugualmente tenuto. Noi come Roma abbiamo deciso di non andare nè il 19 (eravamo in piazza a manifestare) e neanche il 20, secondo noi bisognava comunque fare una seria discussione tra i delegati, poi andare dai lavoratori in assemblea e poi eventualmente andare dall’azienda.
Dopo l’incontro, le segreterie nazionali hanno deciso (ribadiamo di fatto senza il coordinamento) di scrivere un ordine del giorno da far votare in assemblee, di corsa tra lunedì e martedì. Dopo tutti i problemi che abbiamo avuto per fare l’ultima assemblea, stranamente l’azienda ci ha dato la suo ok per farle (dunque senza un problema di ore!), con solo 24 ore di preavviso e non 48 come avviene normalmente. Che strano! Noi abbiamo ritenuto di mantenere il punto dicendo che prima bisognava fare un coordinamento SERIO, dove mettere in campo TUTTE LE IPOTESI: fare le cause e le vertenze, continuare ad alzare il livello dello scontro, anche per solo pochi giorni, fare uno sciopero di settore (tanto decantato ma mai proclamato), oppure trattare. Tutte queste cose NON SONO STATE DISCUSSE e le segreterie nazionali se ne sono uscite con un ordine del giorno che riteniamo insufficiente e insoddisfacente. Abbiamo ritenuto utile che era migliore la scelta di non fare le assemblee, di sollecitare urgentemente un coordinamento nazionale, per passare poi dopo dai lavoratori, entro lunedì, e dall’azienda martedì 30 o mercoledì 31 ottobre. Ieri nel tardo pomeriggio abbiamo saputo invece che mercoledì 24 ci sarà un incontro con l’azienda... è troppo sospetta TUTTA QUESTA FRETTA! Perché sono saltati tutti i normali percorsi sindacali? Noi siamo convinti che l’azienda, non sopporti più tutta questa ATTENZIONE nei suoi confronti, questo vorrebbe dire che abbiamo BEN lavorato!
A questo punto anche noi andremo all’incontro di mercoledì e pretenderemo che ci sia una discussione seria perché non siamo disposti ad accettare finti mantenimenti dei diritti che sono già previsti per legge, tutto quello che eventualmente verrà deciso dovrà passare a vaglio dei lavoratori a cui spetta l’ultima parola su qualunque tipo di accordo.
I delegati SLC CGIL VODAFONE Roma
lunedì 22 ottobre 2007
Cobas Vodafone: - "Un'assemblea nazionale per lo sciopero di settore"
Lo scorso venerdì 19 ottobre i lavoratori vodafone sono scesi in piazza, si sono riuniti a Roma in un riuscitissimo corteo di circa duemila persone, una corposa manifestazione di una sola volontà, dire no alla cessione del ramo che l'azienda intende mettere in atto.
Quella di venerdì è stata la manifestazione dei Lavoratori, partecipata infatti dagli stessi, dai delegati sindacali dei diversi stabilimenti, dai componenti del Cobas Vodafone ed altri componenti del Cobas del lavoro privato; non dalle strutture sindacali confederali che nella stessa giornata, a rimarcare l'attuale distanza
di posizione delle segreterie dai Lavoratori che sarebbero chiamati a rappresentare, hanno organizzato dei presidi dislocati sui vari territori, dei quali non ci pervengono testimonianze.
L'attuale distanza delle strutture sindacali confederali dalla base dei Lavoratori si concretizza soprattutto nel fatto che mentre i Lavoratori testimoniano fermamente il loro no a questo piano industriale, le segreterie nazionali di CGIL CISL E UIL incontrano l'azienda, ed oggi tornano tra le persone per provare a farsi dare un
mandato a trattare la cessione, in totale inosservanza di quanto i Dipendenti hanno già tante volte confermato nelle assemblee e con diffide scritte.
Il corteo, partecipato pure con spirito solidale da lavoratori di altre aziende e di altri settori si è poi riunito in piazza Barberini, e dal microfono predisposto dagli organizzatori è stato proposto un percorso di lotta crescente condiviso dai delegati dei vari territori e dalla piazza, nonché da alcuni delegati di altre aziende del
settore.
Il percorso individuato si pone l'obbiettivo di costituire un'assemblea nazionale di tutto il compartimento delle telecomunicazioni, che abbia lo scopo di costruire, nel più breve tempo possibile, uno sciopero dell' intero settore contro tutte le forme di cessioni esternalizzazioni e precariato presenti nelle varie aziende.
A valle della manifestazione una delegazione di lavoratori delle varie sedi è stata accolta da alcuni rappresentanti del ministero dello sviluppo economico, ai quali è stato nuovamente esposto il caso Vodafone e testimoniata l'urgenza di un intervento delle istituzioni visti gli strettissimi tempi a disposizione; e dai quali di rimando è pervenuto l'impegno ad una valutazione tempestiva della situazione e di un intervento che si concretizzi in una pressione sui vertici aziendali a riconsiderare il piano industriale in atto.
Cobas Vodafone
Quella di venerdì è stata la manifestazione dei Lavoratori, partecipata infatti dagli stessi, dai delegati sindacali dei diversi stabilimenti, dai componenti del Cobas Vodafone ed altri componenti del Cobas del lavoro privato; non dalle strutture sindacali confederali che nella stessa giornata, a rimarcare l'attuale distanza
di posizione delle segreterie dai Lavoratori che sarebbero chiamati a rappresentare, hanno organizzato dei presidi dislocati sui vari territori, dei quali non ci pervengono testimonianze.
L'attuale distanza delle strutture sindacali confederali dalla base dei Lavoratori si concretizza soprattutto nel fatto che mentre i Lavoratori testimoniano fermamente il loro no a questo piano industriale, le segreterie nazionali di CGIL CISL E UIL incontrano l'azienda, ed oggi tornano tra le persone per provare a farsi dare un
mandato a trattare la cessione, in totale inosservanza di quanto i Dipendenti hanno già tante volte confermato nelle assemblee e con diffide scritte.
Il corteo, partecipato pure con spirito solidale da lavoratori di altre aziende e di altri settori si è poi riunito in piazza Barberini, e dal microfono predisposto dagli organizzatori è stato proposto un percorso di lotta crescente condiviso dai delegati dei vari territori e dalla piazza, nonché da alcuni delegati di altre aziende del
settore.
Il percorso individuato si pone l'obbiettivo di costituire un'assemblea nazionale di tutto il compartimento delle telecomunicazioni, che abbia lo scopo di costruire, nel più breve tempo possibile, uno sciopero dell' intero settore contro tutte le forme di cessioni esternalizzazioni e precariato presenti nelle varie aziende.
A valle della manifestazione una delegazione di lavoratori delle varie sedi è stata accolta da alcuni rappresentanti del ministero dello sviluppo economico, ai quali è stato nuovamente esposto il caso Vodafone e testimoniata l'urgenza di un intervento delle istituzioni visti gli strettissimi tempi a disposizione; e dai quali di rimando è pervenuto l'impegno ad una valutazione tempestiva della situazione e di un intervento che si concretizzi in una pressione sui vertici aziendali a riconsiderare il piano industriale in atto.
Cobas Vodafone
Cobas Napoli: - "Un obbrobrio il comunicato delle segreterie confederali"
In 10 punti le obbrobriosità del comunicato sindacale
Ecco di seguito i punti estrapolati dal comunicato delle segreterie sindacali nazionale ed i motivi per cui vanno diffidati più di prima!
1. Come SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL ribadiamo che riteniamo sbagliato il progetto di esternalizzazione presentato da Vodafone e che in qualsivoglia eventuale accordo tale contrarietà sarà evidenziata in premessa.
* OBBROBRIO! Vogliono mettere in premessa che firmano un accordo su una cosa sbagliata.
2. […] per quelli che l’azienda dai primi di novembre trasferirà a Comdata e per quelli che rimarranno.
* OBBROBRIO! Il sindacato parla da perdente, sia perchè non accenna ad una possibilità di bloccare l’operazione, sia perchè non accenna ad una possibile successiva vittoria, semmai anche legale (vedi Telecom): qualcuno si è rivolto ai Legali dei sindacati?
3. […] per discutere di tutto, senza pregiudiziali o scelte già predeterminate da parte aziendale.
* OBBROBRIO! Vedremo nei punti successivi che il sindacato ci chiede mandato su punti che la stessa azienda ha già in gran parte dettato (come emerso nei vari briefing).
4. […] ci rimettiamo al giudizio dei lavoratori interessati dal processo di esternalizzazione […]
* OBBROBRIO! La divisione tra chi è interessato dal processo di esternalizzazione e chi no, e’ un gioco dell’azienda per dividere e per far credere (menzogna) che c’e’ chi non avra’ problemi. Il sindacato dovrebbe contrastare, non avallare questa tattica. Uniti si ha la forza!
5. la quantità dei lavoratori coinvolti nel trasferimento di ramo non può essere un tabù per l’azienda, il numero può essere ridotto
* OBBROBRIO! Una Shindler’s List non necessaria, che ancor di più prova a dividere i Lavoratori (un solo Lavoratore esternalizzato, è l'inizio della fine per tutti: un solo Lavoratore esternalizzato e sarà lotta a tempo indeterminato).
6. servono garanzie sociali per la tutela dell'occupazione di tutti i lavoratori del ramo eventualmente ceduto, anche attraverso il riconoscimento di un principio per cui "i lavoratori seguiranno la commessa". Lavoratori ed attività dovranno essere cioè legati tra loro e le attività non potranno essere in nessun caso subappaltabili;
* OBBROBRIO! Si serve su un piatto d'argento all'azienda la difesa ai punti più deboli di questa operazione (sui quali ci sarà battaglia legale): riconoscimento dell'area ceduta come ramo e riconoscimento dei Lavoratori esternalizzati come appartenenti a quel ramo.
7. vanno salvaguardati tutti i diritti economici e normativi (a qualsivoglia titolo riconosciuti dagli accordi collettivi) per i lavoratori ceduti (fondi, indennità economiche, ecc.), obbligando esplicitamente Comdata a riconoscerli da subito.
* OBBROBRIO! Si vuol fare un accordo su un diritto riconosciuto per Legge (art. 2112 del Codice Civile).
8. A tutti i lavoratori del gruppo, al fine di dare maggiori garanzie sul futuro, chiediamo il mandato a trattare con l'azienda per giungere, se possibile, ad un'ipotesi di accordo che impegni Vodafone, all'interno delle strategie industriali, a non ridurre ulteriormente il perimetro aziendale attraverso cessioni di ramo, oltre quanto già annunciato, fino alla scadenza dell'attuale piano industriale triennale, riconfermando in particolare il customer care come asset strategico per l'impresa.
* OBBROBRIO 1! Inserire una richiesta di "non ridurre ulteriormente il perimetro aziendale" in questa vertenza, è come dire (visto che gli accordi sono frutto di punti di equilibrio e compromessi tra le parti) che la merce di scambio affinchè il Customer Care possa stare tranquillo per tre anni, è la vita di 914 Lavoratori.
* OBBROBRIO 2! Equivale a dire che tra tre anni, via libera allo smantellamento del Customer, ma con minor forza per combattere.
* OBBROBRIO 3! Equivale a dire che, confermando il Customer Care come asset strategico, via libera allo smantellamento di altri dipartimenti già da subito.
9. Da indiscrezioni: una parte dei punti sui quali chiedono mandato, voterebbero tutti i Lavoratori; su altri punti voterebbero solo i 914 esternalizzati. Se cosi’ fosse:
* OBBROBRIO! Votano tutti, anche chi ricopre ruoli che li portano a riempirci di bugie pur di svenderci il piu’ presto possibile? Votano solo i 914 esternalizzati? e chi sono? Dov’e’ una comunicazione ufficiale in cui vengono identificati i 914 Lavoratori (le mail, anche se inviate dall’A.D., non hanno valore ufficiale)? Li identifica il sindacato? Ci state chiedendo di auto-identificarci? Ancora tentativi di dividerci?!?!
10. (non tratto dal comunicato sindacale): I Lavoratori hanno già dato un solo mandato, e ben preciso, alle Organizzazioni sindacali: mettere in campo tutte le azioni idonee a contrastare questa operazione (prima e, eventualmente, anche dopo la cessione).
* OBBROBRIO! Due scioperi nazionali organizzati nel peggiore dei modi (fortuna che noi Lavoratori sappiamo fare molto meglio); non un tentativo di indire uno sciopero generale (tranquilli, ne e’ stato indetto uno per il 9 novembre solo dai Sindacati di Base); non un tentativo di indire uno sciopero di settore (tranquilli, faremo da soli noi Lavoratori anche questo).
Un solo mandato:
Che nessuno osi apporre la propria firma di avallo anche di un solo lavoratore esternalizzato!
RSU Libere Cobas Vodafone.
domenica 21 ottobre 2007
21/10 - Le segreterie confederali: "I lavoratori esternalizzati ci diano il mandato nelle assemblee"
Comunicazione delle Segreterie Nazionali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e del Coordinamento Nazionale delle RSU, riuniti a Milano il 20/10 in vista delle assemblee che verranno indette per i giorni 22 e 23 Ottobre. Vengono chiesti due diversi mandati: uno ai lavoratori esternalizzati in merito alla trattativa, uno a tutti i lavoratori in merito al piano industriale di Vodafone.
Come SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL ribadiamo che riteniamo sbagliato il progetto di esternalizzazione presentato da Vodafone e che in qualsivoglia eventuale accordo tale contrarietà sarà evidenziata in premessa.
Riteniamo che occorrano maggiori certezze, diritti e tutele per oggi e per domani, per tutti i lavoratori di Vodafone: per quelli che l’azienda dai primi di novembre trasferirà a Comdata e per quelli che rimarranno.
Per questo per noi il confronto sindacale deve servire, da oggi - dopo il secondo sciopero nazionale - per discutere di tutto, senza pregiudiziali o scelte già predeterminate da parte aziendale.
Dopo la convocazione da parte di Vodafone per Sabato 20 Ottobre, subito dopo il successo del secondo sciopero, preso atto delle posizioni aziendali, come Segreterie Nazionali e come Coordinamento Nazionale delle RSU ci rimettiamo al giudizio dei lavoratori interessati dal processo di esternalizzazione e chiediamo loro il mandato a trattare con l’azienda per giungere, se possibile, ad un eventuale ipotesi di accordo, nel rispetto dei seguenti punti di merito:
- la quantità dei lavoratori coinvolti nel trasferimento di ramo non può essere un tabù per l’azienda, il numero può essere ridotto;
- servono garanzie sociali per la tutela dell’occupazione di tutti i lavoratori del ramo eventualmente ceduto, anche attraverso il riconoscimento di un principio per cui "i lavoratori seguiranno la commessa". Lavoratori ed attività dovranno essere cioè legati tra loro e le attività non potranno essere in nessun caso subappaltabili;
- vanno salvaguardati tutti i diritti economici e normativi (a qualsivoglia titolo riconosciuti dagli accordi collettivi) per i lavoratori ceduti (fondi, indennità economiche, ecc.), obbligando esplicitamente Comdata a riconoscerli da subito.
A tutti i lavoratori del gruppo, al fine di dare maggiori garanzie sul futuro, chiediamo il mandato a trattare con l'azienda per giungere, se possibile, ad un'ipotesi di accordo che impegni Vodafone, all'interno delle strategie industriali, a non ridurre ulteriormente il perimetro aziendale attraverso cessioni di ramo, oltre quanto già annunciato, fino alla scadenza dell'attuale piano industriale triennale, riconfermando in particolare il customer care come asset strategico per l'impresa.
Come SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL ribadiamo che riteniamo sbagliato il progetto di esternalizzazione presentato da Vodafone e che in qualsivoglia eventuale accordo tale contrarietà sarà evidenziata in premessa.
Riteniamo che occorrano maggiori certezze, diritti e tutele per oggi e per domani, per tutti i lavoratori di Vodafone: per quelli che l’azienda dai primi di novembre trasferirà a Comdata e per quelli che rimarranno.
Per questo per noi il confronto sindacale deve servire, da oggi - dopo il secondo sciopero nazionale - per discutere di tutto, senza pregiudiziali o scelte già predeterminate da parte aziendale.
Dopo la convocazione da parte di Vodafone per Sabato 20 Ottobre, subito dopo il successo del secondo sciopero, preso atto delle posizioni aziendali, come Segreterie Nazionali e come Coordinamento Nazionale delle RSU ci rimettiamo al giudizio dei lavoratori interessati dal processo di esternalizzazione e chiediamo loro il mandato a trattare con l’azienda per giungere, se possibile, ad un eventuale ipotesi di accordo, nel rispetto dei seguenti punti di merito:
- la quantità dei lavoratori coinvolti nel trasferimento di ramo non può essere un tabù per l’azienda, il numero può essere ridotto;
- servono garanzie sociali per la tutela dell’occupazione di tutti i lavoratori del ramo eventualmente ceduto, anche attraverso il riconoscimento di un principio per cui "i lavoratori seguiranno la commessa". Lavoratori ed attività dovranno essere cioè legati tra loro e le attività non potranno essere in nessun caso subappaltabili;
- vanno salvaguardati tutti i diritti economici e normativi (a qualsivoglia titolo riconosciuti dagli accordi collettivi) per i lavoratori ceduti (fondi, indennità economiche, ecc.), obbligando esplicitamente Comdata a riconoscerli da subito.
A tutti i lavoratori del gruppo, al fine di dare maggiori garanzie sul futuro, chiediamo il mandato a trattare con l'azienda per giungere, se possibile, ad un'ipotesi di accordo che impegni Vodafone, all'interno delle strategie industriali, a non ridurre ulteriormente il perimetro aziendale attraverso cessioni di ramo, oltre quanto già annunciato, fino alla scadenza dell'attuale piano industriale triennale, riconfermando in particolare il customer care come asset strategico per l'impresa.
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La grande manifestazione del 20 ottobre - "Non chiamatela legge Biagi"
700.000 persone hanno manifestato per le strade di Roma "per un futuro senza precarietà". Molti i lavoratori Vodafone di Roma e di altre sedi che si sono fermati nella Capitale dopo la manifestazione del 19.
Alla vertenza Vodafone è stata dedicata l'apertura del comizio conclusivo; due momenti dell'intervento dal palco di Piazza San Giovanni del delegato SLC CGIL di Roma Federico Sciarpelletti. (il testo completo sul sito di Carta; qui altre foto di Monia):
Una legge che noi preferiamo chiamare Legge Maroni, e scusate la parola.
Una legge brutta, che non ci piace, perche’ permette, tra i tanti suoi effetti deleteri ad una multinazionale con 4 miliardi di euro di utili all’anno di mettere alla porta, vendendoli al miglior offerente, 914 lavoratori che hanno contribuito in un decennio di fatica a farla grande e ricca. Vodafone, grazie alle maglie larghe della Legge 30, che ha provveduto a deregolamentare la precedente norma sulla cessione di ramo d’azienda, ha posto in essere una speculazione per ridurre il costo del lavoro e eliminare il fardello chiamato “lavoratore”. In pochi giorni ha creato un ramo d’azienda che non esisteva e ha messo di fatto 914 lavoratrici e lavoratori, il 10% del totale della forza lavoro Vodafone Italia, in maggioranza donne, in una condizione di precariato latente.
La storia infatti ci insegna che le cessioni di ramo d’azienda sono spessissimo l’anticamera del licenziamento, quando, a fine commessa, l’azienda acquirente potrebbe, casualmente, non avere piu’ le garanzie economiche per mantenere tutti questi lavoratori sul suo libro paga.
(...)
Presidente Prodi, lei aveva promesso, nero su bianco, in un programma condiviso con le forze politiche della sua coalizione e con l’aiuto degli elettori, il superamento della legge 30 e la sua sostituzione, da realizzare entro i primi 100 giorni di governo.
Ne sono passati piu’ di 500, e questa maledetta legge e’ ancora li’. Oltretutto è stata legittimata con il protocollo sul welfare del 23 luglio, sdoganato con 30 euro in piu’ ai pensionati, molta confusione e nessun contraddittorio degno di questo nome. Nonché con la disastrosa dichiarazione di un segretario di sindacato, lo stesso che oggi ha vietato l’uso del suo simbolo. Una scelta imbarazzante per chi come me ha la tessera con quel simbolo, e una dichiarazione volta a considerare il voto sul protocollo come un referendum sul governo, e dunque a scaricare sui lavoratori contrari la responsabilita’ dell’eventuale caduta del governo.
Dove siete adesso, Presidente Prodi e Ministri Bersani e Damiano?
Alla vertenza Vodafone è stata dedicata l'apertura del comizio conclusivo; due momenti dell'intervento dal palco di Piazza San Giovanni del delegato SLC CGIL di Roma Federico Sciarpelletti. (il testo completo sul sito di Carta; qui altre foto di Monia):
Una legge che noi preferiamo chiamare Legge Maroni, e scusate la parola.
Una legge brutta, che non ci piace, perche’ permette, tra i tanti suoi effetti deleteri ad una multinazionale con 4 miliardi di euro di utili all’anno di mettere alla porta, vendendoli al miglior offerente, 914 lavoratori che hanno contribuito in un decennio di fatica a farla grande e ricca. Vodafone, grazie alle maglie larghe della Legge 30, che ha provveduto a deregolamentare la precedente norma sulla cessione di ramo d’azienda, ha posto in essere una speculazione per ridurre il costo del lavoro e eliminare il fardello chiamato “lavoratore”. In pochi giorni ha creato un ramo d’azienda che non esisteva e ha messo di fatto 914 lavoratrici e lavoratori, il 10% del totale della forza lavoro Vodafone Italia, in maggioranza donne, in una condizione di precariato latente.
La storia infatti ci insegna che le cessioni di ramo d’azienda sono spessissimo l’anticamera del licenziamento, quando, a fine commessa, l’azienda acquirente potrebbe, casualmente, non avere piu’ le garanzie economiche per mantenere tutti questi lavoratori sul suo libro paga.
(...)
Presidente Prodi, lei aveva promesso, nero su bianco, in un programma condiviso con le forze politiche della sua coalizione e con l’aiuto degli elettori, il superamento della legge 30 e la sua sostituzione, da realizzare entro i primi 100 giorni di governo.
Ne sono passati piu’ di 500, e questa maledetta legge e’ ancora li’. Oltretutto è stata legittimata con il protocollo sul welfare del 23 luglio, sdoganato con 30 euro in piu’ ai pensionati, molta confusione e nessun contraddittorio degno di questo nome. Nonché con la disastrosa dichiarazione di un segretario di sindacato, lo stesso che oggi ha vietato l’uso del suo simbolo. Una scelta imbarazzante per chi come me ha la tessera con quel simbolo, e una dichiarazione volta a considerare il voto sul protocollo come un referendum sul governo, e dunque a scaricare sui lavoratori contrari la responsabilita’ dell’eventuale caduta del governo.
Dove siete adesso, Presidente Prodi e Ministri Bersani e Damiano?
20/10 - Comunicato unitario dei lavoratori del corteo di Roma
Ieri, 19 ottobre, si è svolta una grande giornata di mobilitazione.
1500 lavoratrici e lavoratori Vodafone di tutta Italia si sono ritrovati a Roma per dire no alla cessione di ramo d'azienda.
Erano presenti lavoratori, iscritti alle organizzazioni sindacali e molti delegati di tutte le sigle.
E' grave, invece, il fatto che le segreterie nazionali non fossero presenti.
Ieri i lavoratori hanno scioperato contro l'esternalizzazione di 914 colleghi. Oggi è necessario fermarsi e tornare tra i lavoratori e tra i delegati, per costruire una strategia unitaria da porre in atto e ottenere il mandato dei lavoratori.
Riteniamo che il coordinamento di ieri è forse formalmente legittimo, ma non lo è altrettanto politicamente.
Con questi presupposti trattare oggi con l’azienda significa, di fatto, negare la volontà determinante e consapevole dei lavoratori che le organizzazioni sindacali rappresentano, ed assumersi la responsabilità di una grave scelta.
I delegati e i lavoratori del corteo di Roma
1500 lavoratrici e lavoratori Vodafone di tutta Italia si sono ritrovati a Roma per dire no alla cessione di ramo d'azienda.
Erano presenti lavoratori, iscritti alle organizzazioni sindacali e molti delegati di tutte le sigle.
E' grave, invece, il fatto che le segreterie nazionali non fossero presenti.
Ieri i lavoratori hanno scioperato contro l'esternalizzazione di 914 colleghi. Oggi è necessario fermarsi e tornare tra i lavoratori e tra i delegati, per costruire una strategia unitaria da porre in atto e ottenere il mandato dei lavoratori.
Riteniamo che il coordinamento di ieri è forse formalmente legittimo, ma non lo è altrettanto politicamente.
Con questi presupposti trattare oggi con l’azienda significa, di fatto, negare la volontà determinante e consapevole dei lavoratori che le organizzazioni sindacali rappresentano, ed assumersi la responsabilità di una grave scelta.
I delegati e i lavoratori del corteo di Roma
sabato 20 ottobre 2007
Lo sciopero del 19 ottobre - I media
il manifesto: «Via la legge 30 e la precarietà»
(...) E' ormai appurato che gli esternalizzati potrebbero mantenere e armonizzare gli attuali trattamenti, ma comunque hanno paura di perdere il lavoro quando - alla scadenza delle commesse - la Comdata potrebbe denunciare una crisi e dunque licenziare. A questo punto, se la cessione andasse in porto, sarebbe il top ottenere una clausola di salvaguardia (riassunzione in Vodafone in caso di futuri licenziamenti), o i lavoratori potrebbero andare in causa, sulla scia di recenti vittorie legali alla Telecom. Clausola chiesta ieri dal segretario generale Slc Cgil Emilio Miceli. Vodafone difende la propria scelta industriale - si focalizzerebbe su altri asset, cedendo alla specializzata Comdata il back office - e per la giornata di oggi ha invitato i sindacati al tavolo. Ma il nodo del contendere è la «sostenibilità sociale», cioè il punto di vista dei dipendenti che non riescono a sentirsi sicuri. L'azienda ribadisce che si conservano i contratti a tempo indeterminato ed è possibile recepire tutti i trattamenti - anche quelli aziendali, se i sindacati saranno disposti a trattare - peraltro con una commessa pluriennale (si parlerebbe di almeno 7 anni): dunque un'operazione «responsabile», un lusso nell'Italia del precariato. Dall'altro lato le segreterie confederali ieri tenevano il Coordinamento nazionale delle Rsu a Milano, disertato però da gran parte dei delegati, in polemica con i vertici sindacali: contestano a Cgil, Cisl e Uil di aver accettato l'incontro con l'azienda senza prima aver convocato un Coordinamento che possa discutere seriamente la questione. E la polemica è anche politica: vorrebbero i confederali più decisi a manifestare a Roma, davanti ai palazzi della politica, per chiedere al governo di bloccare l'operazione, e poi di intervenire sulla legge 30, che ha liberalizzato le cessioni di azienda. Un malcontento che si è manifestato anche nella votazione del protocollo sul welfare, bocciato in molte sedi: il Protocollo mantiene intatta la legge 30, non cancella contratti come i cocoprò, non interviene su appalti e cessioni. E infatti a Bologna il no è passato al 93%, a Ivrea ha vinto 240 contro 106, a Roma 181 contro 23. Una vera debacle, che ha reso ancora più tesi i rapporti con le segreterie. (...)
Il giuslavorista Tiraboschi sul Corriere della Sera:
(...) «Nei call center Vodafone sono tutti assunti e l'azienda utilizza i part-time come elemento di flessibilità. E adesso che sta trasferendo una parte dei dipendenti in un' altra società specializzata con il mantenimento dei contratti a tempo indeterminato c' è stata una sollevazione. Ma questo è un esempio di buona flessibilità».
Servizio del Tg3:
"La vita in diretta" su Raidue; prima e seconda parte.
(...) E' ormai appurato che gli esternalizzati potrebbero mantenere e armonizzare gli attuali trattamenti, ma comunque hanno paura di perdere il lavoro quando - alla scadenza delle commesse - la Comdata potrebbe denunciare una crisi e dunque licenziare. A questo punto, se la cessione andasse in porto, sarebbe il top ottenere una clausola di salvaguardia (riassunzione in Vodafone in caso di futuri licenziamenti), o i lavoratori potrebbero andare in causa, sulla scia di recenti vittorie legali alla Telecom. Clausola chiesta ieri dal segretario generale Slc Cgil Emilio Miceli. Vodafone difende la propria scelta industriale - si focalizzerebbe su altri asset, cedendo alla specializzata Comdata il back office - e per la giornata di oggi ha invitato i sindacati al tavolo. Ma il nodo del contendere è la «sostenibilità sociale», cioè il punto di vista dei dipendenti che non riescono a sentirsi sicuri. L'azienda ribadisce che si conservano i contratti a tempo indeterminato ed è possibile recepire tutti i trattamenti - anche quelli aziendali, se i sindacati saranno disposti a trattare - peraltro con una commessa pluriennale (si parlerebbe di almeno 7 anni): dunque un'operazione «responsabile», un lusso nell'Italia del precariato. Dall'altro lato le segreterie confederali ieri tenevano il Coordinamento nazionale delle Rsu a Milano, disertato però da gran parte dei delegati, in polemica con i vertici sindacali: contestano a Cgil, Cisl e Uil di aver accettato l'incontro con l'azienda senza prima aver convocato un Coordinamento che possa discutere seriamente la questione. E la polemica è anche politica: vorrebbero i confederali più decisi a manifestare a Roma, davanti ai palazzi della politica, per chiedere al governo di bloccare l'operazione, e poi di intervenire sulla legge 30, che ha liberalizzato le cessioni di azienda. Un malcontento che si è manifestato anche nella votazione del protocollo sul welfare, bocciato in molte sedi: il Protocollo mantiene intatta la legge 30, non cancella contratti come i cocoprò, non interviene su appalti e cessioni. E infatti a Bologna il no è passato al 93%, a Ivrea ha vinto 240 contro 106, a Roma 181 contro 23. Una vera debacle, che ha reso ancora più tesi i rapporti con le segreterie. (...)
Il giuslavorista Tiraboschi sul Corriere della Sera:
(...) «Nei call center Vodafone sono tutti assunti e l'azienda utilizza i part-time come elemento di flessibilità. E adesso che sta trasferendo una parte dei dipendenti in un' altra società specializzata con il mantenimento dei contratti a tempo indeterminato c' è stata una sollevazione. Ma questo è un esempio di buona flessibilità».
Servizio del Tg3:
"La vita in diretta" su Raidue; prima e seconda parte.
Lo sciopero del 19 ottobre - Le testimonianze
(foto e video vanno inviati a redrep[at]gmail.com)
La manifestazione di Roma:
Tutte le foto di Monia
In Piazza della Repubblica aspettando l'inizio del corteo: "Tagliaci 'sto ramo!", "Lavoro ciao!"
L'arrivo di Ivrea e la tarantella dei Cobas di Napoli che ha contagiato Piazza della Repubblica.
Momenti del corteo. Altri momenti. Ancora momenti. Intorno al furgone messo a disposizione dai Cobas.
"Ho visto cose che voi umani non potete neppure immaginare"
Il presidio a Padova:
tutte le foto di RSU Triveneto
La manifestazione di Roma:
Tutte le foto di Monia
In Piazza della Repubblica aspettando l'inizio del corteo: "Tagliaci 'sto ramo!", "Lavoro ciao!"
L'arrivo di Ivrea e la tarantella dei Cobas di Napoli che ha contagiato Piazza della Repubblica.
Momenti del corteo. Altri momenti. Ancora momenti. Intorno al furgone messo a disposizione dai Cobas.
"Ho visto cose che voi umani non potete neppure immaginare"
Il presidio a Padova:
tutte le foto di RSU Triveneto
Lo sciopero del 19 ottobre - I dati, i risultati
La giornata di sciopero nazionale aziendale Vodafone proclamata da CGIL, CISL, UIL e Cobas si è svolta in diversi scenari:
A Roma la giornata è cominciata con un primo colloquio presso il Ministero delle Attività Produttive tra una delegazione di lavoratori, il sottosegretario Alfonso Gianni e il viceministro Sergio D'Antoni.
Nel pomeriggio 1500 lavoratori si sono dati ritrovo in Piazza della Repubblica per una manifestazione unitaria a cui hanno partecipato delegati di tutte le sigle in rappresentanza delle RSU di Milano, Bologna, Pisa, Roma e Catania; non erano presenti i delegati di Padova, di Ivrea, da cui è comunque arrivata la parte maggioritaria e autorganizzata dei lavoratori, e di Napoli, la cui presenza preponderante è stata guidata dai Cobas.
Il corteo si è diretto in Piazza Barberini dove hanno parlato esponenti di tutte le sedi e di tutti i sindacati. Al termine del corteo una seconda delegazione è stata ricevuta al Ministero per un lungo incontro con Paolo Ruta, responsabile dell'Ufficio Iniziative per le imprese in crisi, il quale ha confermato la liceità dell'esternalizzazione e indicato come unica possibilità d'intervento da parte del governo l'esercizio su Vodafone di strumenti di "moral suasion".
Nelle città sedi dei call center Vodafone i sindacati confederali hanno organizzato dei presidi di fronte alle Prefetture.
(è possibile inviare note sui presidi locali a redrep[at]gmail.com)
Nella serata il previsto Coordinamento dei delegati RSU a Milano è stato disertato dai delegati presenti a Roma.
A Roma la giornata è cominciata con un primo colloquio presso il Ministero delle Attività Produttive tra una delegazione di lavoratori, il sottosegretario Alfonso Gianni e il viceministro Sergio D'Antoni.
Nel pomeriggio 1500 lavoratori si sono dati ritrovo in Piazza della Repubblica per una manifestazione unitaria a cui hanno partecipato delegati di tutte le sigle in rappresentanza delle RSU di Milano, Bologna, Pisa, Roma e Catania; non erano presenti i delegati di Padova, di Ivrea, da cui è comunque arrivata la parte maggioritaria e autorganizzata dei lavoratori, e di Napoli, la cui presenza preponderante è stata guidata dai Cobas.
Il corteo si è diretto in Piazza Barberini dove hanno parlato esponenti di tutte le sedi e di tutti i sindacati. Al termine del corteo una seconda delegazione è stata ricevuta al Ministero per un lungo incontro con Paolo Ruta, responsabile dell'Ufficio Iniziative per le imprese in crisi, il quale ha confermato la liceità dell'esternalizzazione e indicato come unica possibilità d'intervento da parte del governo l'esercizio su Vodafone di strumenti di "moral suasion".
Nelle città sedi dei call center Vodafone i sindacati confederali hanno organizzato dei presidi di fronte alle Prefetture.
(è possibile inviare note sui presidi locali a redrep[at]gmail.com)
Nella serata il previsto Coordinamento dei delegati RSU a Milano è stato disertato dai delegati presenti a Roma.
giovedì 18 ottobre 2007
Segreteria provinciale SLC CGIL di Bologna: - "Da RSU dichiarazioni sconsiderate, provocatorie, false"
Ordine del giorno integrale approvato dalla Direzione Provinciale del SLC CGIL di Bologna del 18 ottobre 2007, inviata ai lavoratori questa sera alle 19.00:
Come Direzione provinciale del SLC CGIL di Bologna valutiamo profondamente errati quei ripetuti comportamenti e quelle pubbliche dichiarazioni di alcuni delegati SLC CGIL della Vodafone di Bologna, che stanno ingenerando confusione e disagio fra i lavoratori di Bologna.
Errati nonché dannosi per la tenuta unitaria del movimento sindacale nella difficilissima vertenza che le lavoratrici ed i lavoratori Vodafone, insieme ai Sindacati Confederali, stanno costruendo per la difesa della posizione di 914 lavoratori in via di esternalizzazione.
Di fronte alle ennesime dichiarazioni sconsiderate, provocatorie e palesemente fasulle - fra cui una presunta minaccia di espulsione!, inviate ai lavoratori Vodafone a firma "RSU Bologna" (?), non possiamo più tacere, per obbligo di rispetto e di chiarezza nei confronti dei lavoratori che rappresentiamo e per la tutela dell'immagine dell'organizzazione.
Il giorno 15 ottobre in effetti si è tenuto un incontro fra le RSU Vodafone CC della CGIL, la segreteria nazionale, il segretario generale, ed il responsabile provinciale di settore del SLC CGIL.
In tale incontro, che si voleva chiarificatore, le RSU suddette hanno espressamente ribadito l'appartenenza e la fedeltà alla CGIL, hanno affermato il desiderio di continuare un cammino comune, professando la loro buona fede ed addebitando alla passionalità eventuali loro intemperanze.
A fronte però di una esplicita richiesta di lavorare dunque insieme per la riuscita del presidio davanti alla Prefettura di Bologna durante lo sciopero del 19, come indicato in ripetuti comunicati nazionali ed in coerenza, a nostro avviso, con quanto definito nella riunione di coordinamento nazionale con le Segreterie, le RSU hanno ribadito il loro ennesimo rifiuto.
Noi riteniamo questo comportamento infantile ed irresponsabile, dannoso per il sindacato ma soprattutto per i lavoratori.
Dannoso per il clima di odio e la cultura del sospetto che sta alimentando nei confronti del sindacato, e per la cultura di delazione e di prevaricazione verso la libertà di opinione da cui scaturiscono "mostri" come la lista di proscrizione dei "crumiri" già oggetto di una comunicazione nazionale. Ribadiamo che questo clima di odio e contrapposizione fra lavoratori è lontano dalla storia della CGIL che si è sempre posta e sempre di porrà quale organizzazione democratica e responsabile anche nei momenti più duri della lotta.
Dannoso perché condiziona il buon esito delle mobilitazioni a favore dei colleghi esternalizzati, le cui esigenze vengono strumentalizzate per fini ideologici.
Dannoso perché mina la credibilità del fronte sindacale nei confronti della Azienda e perché rompe l'unità fra lavoratori, fra RSU, fra sindacati. A Bologna a causa di queste incredibili scelte non sarà possibile il 19 effettuare la prevista mobilitazione davanti alla Prefettura!
Dannoso perché abusa e tradisce la fiducia che i lavoratori hanno nei confronti dei loro delegati, usando argomenti speciosi (come quello del Coordinamento "organo supremo della volontà dei lavoratori") o menzogneri (come quello che la CGIL non voleva pagare i pullman per il presidio di Roma del 5 ottobre). A tale proposito è doveroso ricordare come la RSU Vodafone CC di Bologna è stata l'unica fra quelle che convergevano sulla manifestazione di Milano ad optare per il presidio di Roma, spacciandola come l'unica scelta giusta. Ci chiediamo allora: la grande e partecipata manifestazione di Milano aveva minore dignità? Le altre RSU che hanno contribuito all'indiscusso successo della manifestazione di Milano sono meno rappresentative? Forse avevano l'intenzione di depotenziare la lotta dei lavoratori? A noi questa ricostruzione proposta dalla RSU SLC Vodafone CC Bologna ci pare francamente poco credibile ed intellettualmente poco onesta.
Dannoso infine perché invita i nostri iscritti a disdire la tessera sindacale, senza neanche dare la possibilità di un sereno contraddittorio...
E' evidente che per la Direzione SLC CGIL tale comportamento è politicamente incompatibile con la linea della CGIL.
Quindi nessuna presunta minaccia, lontanissima dalla cultura di franca discussione e di confronto politico, a volte aspro, ma sempre leale, che caratterizza la CGIL, ma la chiara esplicitazione della totale contrarietà a come la RSU SLC Vodafone CC di Bologna sta manipolando questa delicata vertenza.
Un invito invece a lavorare per obiettivi unitari e coerenti, con modalità rispettose del dialogo e della dignità dei lavoratori tutti.
Come Direzione provinciale del SLC CGIL di Bologna valutiamo profondamente errati quei ripetuti comportamenti e quelle pubbliche dichiarazioni di alcuni delegati SLC CGIL della Vodafone di Bologna, che stanno ingenerando confusione e disagio fra i lavoratori di Bologna.
Errati nonché dannosi per la tenuta unitaria del movimento sindacale nella difficilissima vertenza che le lavoratrici ed i lavoratori Vodafone, insieme ai Sindacati Confederali, stanno costruendo per la difesa della posizione di 914 lavoratori in via di esternalizzazione.
Di fronte alle ennesime dichiarazioni sconsiderate, provocatorie e palesemente fasulle - fra cui una presunta minaccia di espulsione!, inviate ai lavoratori Vodafone a firma "RSU Bologna" (?), non possiamo più tacere, per obbligo di rispetto e di chiarezza nei confronti dei lavoratori che rappresentiamo e per la tutela dell'immagine dell'organizzazione.
Il giorno 15 ottobre in effetti si è tenuto un incontro fra le RSU Vodafone CC della CGIL, la segreteria nazionale, il segretario generale, ed il responsabile provinciale di settore del SLC CGIL.
In tale incontro, che si voleva chiarificatore, le RSU suddette hanno espressamente ribadito l'appartenenza e la fedeltà alla CGIL, hanno affermato il desiderio di continuare un cammino comune, professando la loro buona fede ed addebitando alla passionalità eventuali loro intemperanze.
A fronte però di una esplicita richiesta di lavorare dunque insieme per la riuscita del presidio davanti alla Prefettura di Bologna durante lo sciopero del 19, come indicato in ripetuti comunicati nazionali ed in coerenza, a nostro avviso, con quanto definito nella riunione di coordinamento nazionale con le Segreterie, le RSU hanno ribadito il loro ennesimo rifiuto.
Noi riteniamo questo comportamento infantile ed irresponsabile, dannoso per il sindacato ma soprattutto per i lavoratori.
Dannoso per il clima di odio e la cultura del sospetto che sta alimentando nei confronti del sindacato, e per la cultura di delazione e di prevaricazione verso la libertà di opinione da cui scaturiscono "mostri" come la lista di proscrizione dei "crumiri" già oggetto di una comunicazione nazionale. Ribadiamo che questo clima di odio e contrapposizione fra lavoratori è lontano dalla storia della CGIL che si è sempre posta e sempre di porrà quale organizzazione democratica e responsabile anche nei momenti più duri della lotta.
Dannoso perché condiziona il buon esito delle mobilitazioni a favore dei colleghi esternalizzati, le cui esigenze vengono strumentalizzate per fini ideologici.
Dannoso perché mina la credibilità del fronte sindacale nei confronti della Azienda e perché rompe l'unità fra lavoratori, fra RSU, fra sindacati. A Bologna a causa di queste incredibili scelte non sarà possibile il 19 effettuare la prevista mobilitazione davanti alla Prefettura!
Dannoso perché abusa e tradisce la fiducia che i lavoratori hanno nei confronti dei loro delegati, usando argomenti speciosi (come quello del Coordinamento "organo supremo della volontà dei lavoratori") o menzogneri (come quello che la CGIL non voleva pagare i pullman per il presidio di Roma del 5 ottobre). A tale proposito è doveroso ricordare come la RSU Vodafone CC di Bologna è stata l'unica fra quelle che convergevano sulla manifestazione di Milano ad optare per il presidio di Roma, spacciandola come l'unica scelta giusta. Ci chiediamo allora: la grande e partecipata manifestazione di Milano aveva minore dignità? Le altre RSU che hanno contribuito all'indiscusso successo della manifestazione di Milano sono meno rappresentative? Forse avevano l'intenzione di depotenziare la lotta dei lavoratori? A noi questa ricostruzione proposta dalla RSU SLC Vodafone CC Bologna ci pare francamente poco credibile ed intellettualmente poco onesta.
Dannoso infine perché invita i nostri iscritti a disdire la tessera sindacale, senza neanche dare la possibilità di un sereno contraddittorio...
E' evidente che per la Direzione SLC CGIL tale comportamento è politicamente incompatibile con la linea della CGIL.
Quindi nessuna presunta minaccia, lontanissima dalla cultura di franca discussione e di confronto politico, a volte aspro, ma sempre leale, che caratterizza la CGIL, ma la chiara esplicitazione della totale contrarietà a come la RSU SLC Vodafone CC di Bologna sta manipolando questa delicata vertenza.
Un invito invece a lavorare per obiettivi unitari e coerenti, con modalità rispettose del dialogo e della dignità dei lavoratori tutti.
Il punto della situazione del giorno prima
Il punto della situazione alla vigilia dello sciopero in un brano dell'articolo di Antonio Sciotto su il manifesto del 18/10
"(...) Vodafone ha invitato i sindacati a un «confronto senza pregiudiziali» per domani sera (19/10). I confederali prima hanno dato disponibilità, poi hanno rinviato a sabato, in modo da convocare il Coordinamento nazionale delle Rsu per le 18 di domani, a Milano. Ma molte Rsu non accettano questo calendario, e nelle assemblee che si svolgeranno oggi alcune sedi - come quelle di Roma - diffideranno il sindacato dal sedersi al tavolo, tantopiù se non sarà presente una loro delegazione: «Il Coordinamento era fissato inizialmente per il 22 - spiega Roberto Di Palma, Slc Cgil - Farlo il 19 sera, per poche ore e con molte Rsu che devono raggiungere Milano dopo lo sciopero è assurdo. Per una materia così delicata ci vuole almeno una giornata». Sono sorti contrasti anche per la sede della manifestazione: i lavoratori, soprattutto con Rsu Cgil e Cobas, e contro la volontà delle segreterie confederali, si stanno autofinanziando per raggiungere Roma da tutta Italia, e manifestare davanti al ministero delle Attività produttive: chiederanno al ministro Bersani di bloccare la cessione.
Intanto si è fatta strada una nuova ipotesi per il futuro dei dipendenti, che potrebbe ricalcare quanto di recente avvenuto per i 275 operatori esternalizzati da Wind. Sempre più lavoratori, infatti, si starebbero preparando a negare il mandato alle segreterie confederali per la trattativa, disponendosi a condurre una causa individuale (ovviamente coordinata con le altre, dunque una sorta di causa collettiva). L'incoraggiamento viene dalla conclusione positiva di diverse vertenze legali mosse dai dipendenti Telecom esternalizzati. Nel frattempo i lavoratori passerebbero comunque alla Comdata, perché gli strumenti in mano al sindacato non permettono di far revocare la cessione: in base alle attuali leggi, possono al massimo trattare l'armonizzazione dei contratti. Solo la politica potrebbe sospendere la cessione, ma per ora il governo ha dato solo disponibilità a fare da mediatore. Con la legge 30, che ha riformato l'articolo 2112 del codice civile, le imprese possono concordare tra loro le cessioni, stabilendo che un ramo d'azienda è autonomo esattamente nel momento in cui una vende e l'altra acquista (in passato, al contrario, si doveva dimostrare un'autonomia funzionale pregressa). Quanto ai trattamenti, è certo che i dipendenti ceduti conserveranno il contratto nazionale e il livello maturato, ma per l'integrativo la questione è più vaga: Vodafone assicura che potrà essere recepito, ma ha aggiunto che per l'armonizzazione serve il sì del sindacato. (...)"
"(...) Vodafone ha invitato i sindacati a un «confronto senza pregiudiziali» per domani sera (19/10). I confederali prima hanno dato disponibilità, poi hanno rinviato a sabato, in modo da convocare il Coordinamento nazionale delle Rsu per le 18 di domani, a Milano. Ma molte Rsu non accettano questo calendario, e nelle assemblee che si svolgeranno oggi alcune sedi - come quelle di Roma - diffideranno il sindacato dal sedersi al tavolo, tantopiù se non sarà presente una loro delegazione: «Il Coordinamento era fissato inizialmente per il 22 - spiega Roberto Di Palma, Slc Cgil - Farlo il 19 sera, per poche ore e con molte Rsu che devono raggiungere Milano dopo lo sciopero è assurdo. Per una materia così delicata ci vuole almeno una giornata». Sono sorti contrasti anche per la sede della manifestazione: i lavoratori, soprattutto con Rsu Cgil e Cobas, e contro la volontà delle segreterie confederali, si stanno autofinanziando per raggiungere Roma da tutta Italia, e manifestare davanti al ministero delle Attività produttive: chiederanno al ministro Bersani di bloccare la cessione.
Intanto si è fatta strada una nuova ipotesi per il futuro dei dipendenti, che potrebbe ricalcare quanto di recente avvenuto per i 275 operatori esternalizzati da Wind. Sempre più lavoratori, infatti, si starebbero preparando a negare il mandato alle segreterie confederali per la trattativa, disponendosi a condurre una causa individuale (ovviamente coordinata con le altre, dunque una sorta di causa collettiva). L'incoraggiamento viene dalla conclusione positiva di diverse vertenze legali mosse dai dipendenti Telecom esternalizzati. Nel frattempo i lavoratori passerebbero comunque alla Comdata, perché gli strumenti in mano al sindacato non permettono di far revocare la cessione: in base alle attuali leggi, possono al massimo trattare l'armonizzazione dei contratti. Solo la politica potrebbe sospendere la cessione, ma per ora il governo ha dato solo disponibilità a fare da mediatore. Con la legge 30, che ha riformato l'articolo 2112 del codice civile, le imprese possono concordare tra loro le cessioni, stabilendo che un ramo d'azienda è autonomo esattamente nel momento in cui una vende e l'altra acquista (in passato, al contrario, si doveva dimostrare un'autonomia funzionale pregressa). Quanto ai trattamenti, è certo che i dipendenti ceduti conserveranno il contratto nazionale e il livello maturato, ma per l'integrativo la questione è più vaga: Vodafone assicura che potrà essere recepito, ma ha aggiunto che per l'armonizzazione serve il sì del sindacato. (...)"
"Annozero" del 18/10
Questa sera alle 21.00 su Raidue alla trasmissione di Michele Santoro saranno presenti lavoratori e delegati di Napoli, Roma e Bologna. La puntata si chiamerà "I perdenti".
"L'Infedele" del 17/10
I due interventi della collega Milena Mazzone di Milano alla trasmissione di Gad Lerner:
mercoledì 17 ottobre 2007
RSU Padova: - "Tutti al presidio in prefettura, perchè nessuno è al sicuro"
Comunicato di oggi:
Eppur si muove...
Dopo settimane di comunicati aziendali, briefing in ogni call center d’Italia, nei quali si dipingevano il fatato mondo di Comdata, e le "bugie" dei Sindacati..
...Arriva finalmente una convocazione ufficiale da parte di Vodafone alle Organizzazioni Sindacali.
Inizialmente la data era quella del 19 ottobre, ma tutti noi abbiamo un importantissimo appuntamento da non perdere!
LO SCIOPERO NAZIONALE VODAFONE CON IL PRESIDIO DAVANTI ALLA PREFETTURA!
L'incontro con l'azienda avverrà solo successivamente, ma per sederci a quel tavolo dobbiamo essere forti di un'adesione compatta e massiccia di tutti i reparti alla mobilitazione di venerdì 19 ottobre!!!
Non possiamo fermarci ora!
Non sedetevi sopra le rassicurazioni sul futuro in Comdata... Potreste ritrovarvi senza la sedia... E' un dato di fatto che 148 lavoratori padovani, 914 lavoratori Vodafone in tutta Italia sono tanti, forse troppi per la gestione delle attività di back office... Non sappiamo quali siano le strategie dell’azienda, ma nessuno puo` ritenersi al sicuro... Da un giorno all'altro è successo a 914 lavoratori del Call Center... Domani potrebbero essere la Rete, It, le Vendite, la Front Line o chissà che altro... A voi le conclusioni...
Ora più che mai occorre compiere un importante sforzo e non mancare all'appuntamento di VENERDI` 19 OTTOBRE davanti alla Prefettura di Padova sita in Piazza Antenore, 1 (di fronte alla libreria Feltrinelli). Vi aspettiamo TUTTI alle ore 9.00.
...Se avete dei dubbi a sacrificare una giornata di salario in cambio di un futuro lavorativo e i diritti acquisiti fino ad oggi, vi ricordiamo che nella busta paga di ottobre sara` presente l’una tantum di 410 euro cosi` come previsto dall’accordo per il rinnovo del biennio economico.
RSU del Triveneto
Eppur si muove...
Dopo settimane di comunicati aziendali, briefing in ogni call center d’Italia, nei quali si dipingevano il fatato mondo di Comdata, e le "bugie" dei Sindacati..
...Arriva finalmente una convocazione ufficiale da parte di Vodafone alle Organizzazioni Sindacali.
Inizialmente la data era quella del 19 ottobre, ma tutti noi abbiamo un importantissimo appuntamento da non perdere!
LO SCIOPERO NAZIONALE VODAFONE CON IL PRESIDIO DAVANTI ALLA PREFETTURA!
L'incontro con l'azienda avverrà solo successivamente, ma per sederci a quel tavolo dobbiamo essere forti di un'adesione compatta e massiccia di tutti i reparti alla mobilitazione di venerdì 19 ottobre!!!
Non possiamo fermarci ora!
Non sedetevi sopra le rassicurazioni sul futuro in Comdata... Potreste ritrovarvi senza la sedia... E' un dato di fatto che 148 lavoratori padovani, 914 lavoratori Vodafone in tutta Italia sono tanti, forse troppi per la gestione delle attività di back office... Non sappiamo quali siano le strategie dell’azienda, ma nessuno puo` ritenersi al sicuro... Da un giorno all'altro è successo a 914 lavoratori del Call Center... Domani potrebbero essere la Rete, It, le Vendite, la Front Line o chissà che altro... A voi le conclusioni...
Ora più che mai occorre compiere un importante sforzo e non mancare all'appuntamento di VENERDI` 19 OTTOBRE davanti alla Prefettura di Padova sita in Piazza Antenore, 1 (di fronte alla libreria Feltrinelli). Vi aspettiamo TUTTI alle ore 9.00.
...Se avete dei dubbi a sacrificare una giornata di salario in cambio di un futuro lavorativo e i diritti acquisiti fino ad oggi, vi ricordiamo che nella busta paga di ottobre sara` presente l’una tantum di 410 euro cosi` come previsto dall’accordo per il rinnovo del biennio economico.
RSU del Triveneto
Comunicato di Miceli: "Indagare su minacce fasciste a «crumiri»"
Lettera del segretario generale di SLC CGIL Emilio Miceli in cui denuncia alle strutture l'esistenza di una mail anonima - di seguito copiata - che sarebbe circolata nel call center di Bologna.
(La lettera di Miceli è stata poi inviata dalla segreteria nazionale SLC CGIL ai lavoratori di Bologna alle 11.00 del 18/10)
Care/i Compagne/i,
ci sono giunte numerose segnalazioni circa la diffusione di una mail di fonte anonima nella quale viene presentata una vera e propria lista di proscrizione di lavoratori di Bologna che hanno scelto di non partecipare allo sciopero Vodafone contro la cessione di ramo d’azienda.
Nella mail i lavoratori che hanno dissentito sono stati definiti “crumiri”.
Riteniamo l’accaduto grave e pericoloso perché indice di una cultura sostanzialmente fascista e portatrice di un carico d’odio che nulla ha a che fare con il Sindacato Confederale.
Chi ha scritto quella mail, celandosi vergognosamente nell’anonimato, ha obiettivi diversi dalla battaglia dei lavoratori in difesa dei propri diritti; obiettivi inquietanti che devono alzare la soglia di preoccupazione e d’attenzione di tutti noi.
Chi usa simili metodi ha interesse a far sconfinare nell’intimidazione, nel terrore e nella violenza la lotta sindacale ipotecando la sconfitta dei lavoratori ed è pertanto avversario del Sindacato e dei lavoratori stessi.
La Segreteria nazionale della Slc/Cgil esprime pertanto la propria solidarietà ai lavoratori minacciati ed annuncia che sui fatti accaduti presenterà un esposto alla Autorità Giudiziaria affinché sia fatta piena luce sugli estensori e sulle cause che originano le minacce.
Fraterni saluti.
Di seguito la mail oggetto della discussione (dal blog di RSU Triveneto):
From: scioperi_vodafone@---.--- [mailto:scioperi_vodafone@---.---]
Sent: venerdì 5 ottobre 2007 19.54
To: ---
Subject:
CARI AMICI,ECCO A VOI LA LISTA DEI CRUMIRI CHE SONO ENTRATI A BOLOGNA OGGI:
[elenco di nominativi]
(La lettera di Miceli è stata poi inviata dalla segreteria nazionale SLC CGIL ai lavoratori di Bologna alle 11.00 del 18/10)
Care/i Compagne/i,
ci sono giunte numerose segnalazioni circa la diffusione di una mail di fonte anonima nella quale viene presentata una vera e propria lista di proscrizione di lavoratori di Bologna che hanno scelto di non partecipare allo sciopero Vodafone contro la cessione di ramo d’azienda.
Nella mail i lavoratori che hanno dissentito sono stati definiti “crumiri”.
Riteniamo l’accaduto grave e pericoloso perché indice di una cultura sostanzialmente fascista e portatrice di un carico d’odio che nulla ha a che fare con il Sindacato Confederale.
Chi ha scritto quella mail, celandosi vergognosamente nell’anonimato, ha obiettivi diversi dalla battaglia dei lavoratori in difesa dei propri diritti; obiettivi inquietanti che devono alzare la soglia di preoccupazione e d’attenzione di tutti noi.
Chi usa simili metodi ha interesse a far sconfinare nell’intimidazione, nel terrore e nella violenza la lotta sindacale ipotecando la sconfitta dei lavoratori ed è pertanto avversario del Sindacato e dei lavoratori stessi.
La Segreteria nazionale della Slc/Cgil esprime pertanto la propria solidarietà ai lavoratori minacciati ed annuncia che sui fatti accaduti presenterà un esposto alla Autorità Giudiziaria affinché sia fatta piena luce sugli estensori e sulle cause che originano le minacce.
Fraterni saluti.
Di seguito la mail oggetto della discussione (dal blog di RSU Triveneto):
From: scioperi_vodafone@---.--- [mailto:scioperi_vodafone@---.---]
Sent: venerdì 5 ottobre 2007 19.54
To: ---
Subject:
CARI AMICI,ECCO A VOI LA LISTA DEI CRUMIRI CHE SONO ENTRATI A BOLOGNA OGGI:
[elenco di nominativi]
martedì 16 ottobre 2007
RSU Bologna verso l'espulsione dalla CGIL?
Brani del comunicato odierno della RSU bolognese:
(...) Sotto la spinta dei lavoratori, con l'aiuto dei delegati di tutta Italia, si stanno organizzando pullman e treni per dare vita alla manifestazione che si terrà a Roma venerdì 19 ottobre.
Incredibilmente nella giornata di ieri la segreteria provinciale della Slc-Cgil di Bologna ci ha espressamente detto che questa iniziativa, benché nata e proposta dai lavoratori e costruita da essi insieme ai delegati attraverso sottoscrizioni e banchetti in tutta Italia, costituisce una scelta incompatiblile con la permanenza dei delegati bolognesi di Vodafone nell'Organizzazione, e che se avessimo proseguito a spenderci per la riuscita della manifestazione di Roma avrebbero valutato un'eventuale espulsione dei delegati dalla Cgil.
Ci chiediamo: il rispetto della volontà del Coordinamento Nazionale dei delegati e dei lavoratori è incompatibile con l'organizzazione?
I delegati della Cgil offendono il nome e la reputazione dell'Organizzazione o invece si muovono in prima fila per difendere l'immagine e la storia della Cgil che ha da sempre nel suo DNA il rispetto dei lavoratori e della loro volontà?
Nelle assemblee indette per la preparazione dello sciopero scorso, i lavoratori hanno indirizzato ed appoggiato senza riserve il percorso maturato insieme ai loro delegati in linea con quanto emerso dalla discussione del coordinamento nazionale delegati del 25 settembre a Roma.
Noi riteniamo che questi lavoratori non solo siano compatibili ma siano lo stimolo, il motore e la ragione stessa dell'esistenza della CGIL.
Anche la Rsu di Bologna si unisce alla proposta partita dai delegati di Pisa e di Roma e condivisa da decine di delegati e da centinaia di lavoratori che vuole compattare in un unico luogo i lavoratori di Vodafone.
Verrà allestito un banchetto per raccogliere le adesioni: chiediamo a tutti uno slancio per la partecipazione a questa importantissima mobilitazione.
Dobbiamo scegliere se investire una giornata di tempo e salario oggi per mantenere il nostro posto di lavoro con tutti i diritti acquisiti nel tempo oppure se ritrovarci domani senza più certezze per il presente e per il futuro di tutti noi.
In questo senso vi ricordiamo che nella busta paga di ottobre sara’ presente l’una tantum di 410 euro lordi previsti dall’accordo sul rinnovo del biennio economico.
La manifestazione di Roma assume un valore primario, perchè ribadisce con forza la centralita’ dei lavoratori nelle decisioni che li riguardano e servirà anche per sostenere chi da sempre si batte in prima linea per difenderli.
RSU Bologna
(...) Sotto la spinta dei lavoratori, con l'aiuto dei delegati di tutta Italia, si stanno organizzando pullman e treni per dare vita alla manifestazione che si terrà a Roma venerdì 19 ottobre.
Incredibilmente nella giornata di ieri la segreteria provinciale della Slc-Cgil di Bologna ci ha espressamente detto che questa iniziativa, benché nata e proposta dai lavoratori e costruita da essi insieme ai delegati attraverso sottoscrizioni e banchetti in tutta Italia, costituisce una scelta incompatiblile con la permanenza dei delegati bolognesi di Vodafone nell'Organizzazione, e che se avessimo proseguito a spenderci per la riuscita della manifestazione di Roma avrebbero valutato un'eventuale espulsione dei delegati dalla Cgil.
Ci chiediamo: il rispetto della volontà del Coordinamento Nazionale dei delegati e dei lavoratori è incompatibile con l'organizzazione?
I delegati della Cgil offendono il nome e la reputazione dell'Organizzazione o invece si muovono in prima fila per difendere l'immagine e la storia della Cgil che ha da sempre nel suo DNA il rispetto dei lavoratori e della loro volontà?
Nelle assemblee indette per la preparazione dello sciopero scorso, i lavoratori hanno indirizzato ed appoggiato senza riserve il percorso maturato insieme ai loro delegati in linea con quanto emerso dalla discussione del coordinamento nazionale delegati del 25 settembre a Roma.
Noi riteniamo che questi lavoratori non solo siano compatibili ma siano lo stimolo, il motore e la ragione stessa dell'esistenza della CGIL.
Anche la Rsu di Bologna si unisce alla proposta partita dai delegati di Pisa e di Roma e condivisa da decine di delegati e da centinaia di lavoratori che vuole compattare in un unico luogo i lavoratori di Vodafone.
Verrà allestito un banchetto per raccogliere le adesioni: chiediamo a tutti uno slancio per la partecipazione a questa importantissima mobilitazione.
Dobbiamo scegliere se investire una giornata di tempo e salario oggi per mantenere il nostro posto di lavoro con tutti i diritti acquisiti nel tempo oppure se ritrovarci domani senza più certezze per il presente e per il futuro di tutti noi.
In questo senso vi ricordiamo che nella busta paga di ottobre sara’ presente l’una tantum di 410 euro lordi previsti dall’accordo sul rinnovo del biennio economico.
La manifestazione di Roma assume un valore primario, perchè ribadisce con forza la centralita’ dei lavoratori nelle decisioni che li riguardano e servirà anche per sostenere chi da sempre si batte in prima linea per difenderli.
RSU Bologna
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