I Cobas esprimono la loro ferma contrarietà a qualunque forma di esternalizzazione che viene utilizzata dalle aziende per ridurre i costi del lavoro riducendo stipendi e diritti conquistati dai lavoratori al solo fine di massimizzare gli utili, spostando il rischio d’impresa dal datore di lavoro al lavoratore. In particolare contrasteranno fermamente la cessione del “presunto” ramo di azienda a Comdata o sue controllate che vuole operare Vodafone.
Comdata, l’acquirente, nota per essere l’azienda degli interinali, applica ai propri dipendenti il 3° livello del CCNL (il minino contrattuale) e nessuna contrattazione di 2º livello. I dipendenti Vodafone, che in anni di lotte sindacali hanno conquistato maggiori diritti e l’inquadramento al 5° livello retributivo, grazie a questa cessione vedranno progressivamente peggiorare le proprie condizioni di vita e di lavoro, fino alla perdita definitiva del posto di lavoro a fine appalto.
Ciò determinerà solo incertezza sul futuro di tutti/e noi e un reale rischio di collasso finanziario per i molti che si erano “indebitati” con mutui o altro.
Vodafone sebbene sui giornali continui a voler tranquillizzare sulla stabilità occupazionale dei 914 dipendenti, ha evidenziato le reali ragioni di questa esternalizzazione rifiutando l’inserimento di una clausola di salvaguardia che prevederebbe il rientro dei dipendenti ceduti in caso di rottura dei rapporti con Comdata. I Cobas per continuare la lotta a questa forma di precariato “mascherato” hanno indetto lo sciopero nazionale di tutti i dipendenti Vodafone per venerdì 5 Ottobre e una manifestazione a Roma contro questa decisione, al fine di sollecitare il governo e le forze politiche ad intervenire sull’azienda, affinchè sospenda la procedura in atto, ed accelerare gli iter parlamentari per l’approvazione dei disegni di legge di modifica della normativa sulla cessione di ramo.
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