giovedì 18 ottobre 2007

Il punto della situazione del giorno prima

Il punto della situazione alla vigilia dello sciopero in un brano dell'articolo di Antonio Sciotto su il manifesto del 18/10

"(...) Vodafone ha invitato i sindacati a un «confronto senza pregiudiziali» per domani sera (19/10). I confederali prima hanno dato disponibilità, poi hanno rinviato a sabato, in modo da convocare il Coordinamento nazionale delle Rsu per le 18 di domani, a Milano. Ma molte Rsu non accettano questo calendario, e nelle assemblee che si svolgeranno oggi alcune sedi - come quelle di Roma - diffideranno il sindacato dal sedersi al tavolo, tantopiù se non sarà presente una loro delegazione: «Il Coordinamento era fissato inizialmente per il 22 - spiega Roberto Di Palma, Slc Cgil - Farlo il 19 sera, per poche ore e con molte Rsu che devono raggiungere Milano dopo lo sciopero è assurdo. Per una materia così delicata ci vuole almeno una giornata». Sono sorti contrasti anche per la sede della manifestazione: i lavoratori, soprattutto con Rsu Cgil e Cobas, e contro la volontà delle segreterie confederali, si stanno autofinanziando per raggiungere Roma da tutta Italia, e manifestare davanti al ministero delle Attività produttive: chiederanno al ministro Bersani di bloccare la cessione.
Intanto si è fatta strada una nuova ipotesi per il futuro dei dipendenti, che potrebbe ricalcare quanto di recente avvenuto per i 275 operatori esternalizzati da Wind. Sempre più lavoratori, infatti, si starebbero preparando a negare il mandato alle segreterie confederali per la trattativa, disponendosi a condurre una causa individuale (ovviamente coordinata con le altre, dunque una sorta di causa collettiva). L'incoraggiamento viene dalla conclusione positiva di diverse vertenze legali mosse dai dipendenti Telecom esternalizzati. Nel frattempo i lavoratori passerebbero comunque alla Comdata, perché gli strumenti in mano al sindacato non permettono di far revocare la cessione: in base alle attuali leggi, possono al massimo trattare l'armonizzazione dei contratti. Solo la politica potrebbe sospendere la cessione, ma per ora il governo ha dato solo disponibilità a fare da mediatore. Con la legge 30, che ha riformato l'articolo 2112 del codice civile, le imprese possono concordare tra loro le cessioni, stabilendo che un ramo d'azienda è autonomo esattamente nel momento in cui una vende e l'altra acquista (in passato, al contrario, si doveva dimostrare un'autonomia funzionale pregressa). Quanto ai trattamenti, è certo che i dipendenti ceduti conserveranno il contratto nazionale e il livello maturato, ma per l'integrativo la questione è più vaga: Vodafone assicura che potrà essere recepito, ma ha aggiunto che per l'armonizzazione serve il sì del sindacato. (...)"

4 commenti:

Anonimo ha detto...

GRANDE SINDACALISTA FATTI SENTIRE ***

Anonimo ha detto...

L'ultima affermazione portata nell'articolo è una palla:
riposto l'art. 2112 cc:

Articolo 2112 del Codice Civile
Mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d'azienda

(così come modificato dall'art. 32 del Decreto Legislativo 10 settembre 2003, n. 276 - Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30)

In caso di trasferimento d'azienda, il rapporto di lavoro continua con il cessionario ed il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano.

Il cedente ed il cessionario sono obbligati, in solido, per tutti i crediti che il lavoratore aveva al tempo del trasferimento. Con le procedure di cui agli articoli 410 e 411 del codice di procedura civile il lavoratore può consentire la liberazione del cedente dalle obbligazioni derivanti dal rapporto di lavoro.

Il cessionario è tenuto ad applicare i trattamenti economici e normativi previsti dai contratti collettivi nazionali, territoriali ed aziendali vigenti alla data del trasferimento, fino alla loro scadenza, salvo che siano sostituiti da altri contratti collettivi applicabili all'impresa del cessionario. L'effetto di sostituzione si produce esclusivamente fra contratti collettivi del medesimo livello.

Ferma restando la facoltà di esercitare il recesso ai sensi della normativa in materia di licenziamenti, il trasferimento d'azienda non costituisce di per sé motivo di licenziamento. Il lavoratore, le cui condizioni di lavoro subiscono una sostanziale modifica nei tre mesi successivi al trasferimento d'azienda, può rassegnare le proprie dimissioni con gli effetti di cui all'articolo 2119, primo comma.

Ai fini e per gli effetti di cui al presente articolo si intende per trasferimento d'azienda qualsiasi operazione che, in seguito a cessione contrattuale o fusione, comporti il mutamento nella titolarità di un'attività economica organizzata, con o senza scopo di lucro, preesistente al trasferimento e che conserva nel trasferimento la propria identità a prescindere dalla tipologia negoziale o dal provvedimento sulla base del quale il trasferimento è attuato ivi compresi l'usufrutto o l'affitto di azienda.

Le disposizioni del presente articolo si applicano altresì al trasferimento di parte dell'azienda, intesa come articolazione funzionalmente autonoma di un'attività economica organizzata, identificata come tale dal cedente e dal cessionario al momento del suo trasferimento.

Nel caso in cui l'alienante stipuli con l'acquirente un contratto di appalto la cui esecuzione avviene utilizzando il ramo d'azienda oggetto di cessione, tra appaltante e appaltatore opera un regime di solidarietà di cui all'articolo 1676.

Tutta la vicenda è finalizzata esclusivamente al licenziamento differito dei 914!
Servono informazioni chiare e circoscritte!

Anonimo ha detto...

Ovvero, l'impazienza di molti sindacalisti di sedersi al tavolo delle trattative motivandola con la necessità di armonizzare il "trapasso" per non perdere ticket etc. è immotivato o, al meno, non è il reale motivo perchè la LEGGE dice "Il cessionario è tenuto ad applicare i trattamenti economici e normativi previsti dai contratti collettivi nazionali, territoriali ed aziendali vigenti alla data del trasferimento, fino alla loro scadenza". Cari confederali..."dura lex, sed lex"!

Anonimo ha detto...

Questa e' una jihad contro Vodafone,da oggi non fate piu' target pero' tutti senza mezzi termini.
Not Ready , TMC e Recall andate a fare in culo.